steve ha scritto:
aspetta roby... però non puoi negare che fino a un anno o un anno e mezzo fa vedevi gente (parlo del ceto medio...) che aveva una casa... continuava ad andare in vacanza...
Vedi Steve, il fatto e' che ognuno di noi vive nella sua dimensione (e non c'e' niente di male) che e' limitata alle cose che vede da vicino.
I parametri per valutare una crisi non sono la vendita di telefonini, le pizzerie piene e queste cose qui : ma il deterioramento del potere di acquisto di intere categorie.
Quando ho iniziato a lavorare io, la gente con dieci anni di lavoro (e di risparmio un po' stretto) metteva da parte 50 milioni di lire, faceva un mutuo di 20 milioni (in 5 anni non di piu') e si comprava la casa.
Poi con quel potere di acquisto, poteva permettersi di mantenere la casa, e di risparmiare anche dei soldini.
I piu' dispendiosi, cambiavano arredamento ogni due tre anni, rifacevano il bagno ogni 5 e facevano le vacanze ecc.
Oltre a fare questo,
steve ha scritto:
compravano telefonini, andavano in pizzeria e si abbonavano a sky.
Man mano che la crisi e' avanzata, son state le spese piu' grosse ad essere erose, ma non tutti se ne sono accorti per tempo.
Per comprare la casa, si e' passati ad anticipi di 20 mila euro e mutui da 150 mila euro in trent'anni, che si son tradotti in fette enormi di stipendio mangiate via.
La gente pero' poteva comunque comprare telefonini e andare in pizzeria, ma una grossa fetta non poteva piu' comprarsi la casa.
Poi e' successo la stessa cosa con le automobili : son cominciati a mancare i soldi per quelle, ma una pizza e un telefonino se lo potevano comunque permettere tutti.
Poi la crisi e' peggiorata (le cause sono molteplici ed e' meglio parlarne altrove) : la gente ha smesso di cambiare i mobili ogni tre anni : ma una pizza e un telefonino lo si poteva ancora permettere.
Nel frattempo chiudevano mobilifici, le imprese edili si ridimensionavano, le case automobilistiche scappavano all'estero..
Molta gente era senza lavoro, e in momenti di disperazione grazie ai genitori che avevano risparmiato negli anni precedenti, si consolava in pizzeria o comprando un inutile ennesimo telefonino.
Io magari ho esagerato per dare solo l'idea, ma vedi come e' facile confondere i sintomi di una crisi, basandosi solo su dei parametri ingannevoli?.
Oggi per la crisi han chiuso anche tante pizzerie : c'e' meno gente che mangia la pizza, ma ci son meno pizzerie = le pizzerie sono piene = non c'e' crisi?.. (e' solo un esempio).
I parametri per misurare la crisi sono altri ed alcuni li ho elencati.
Non dobbiamo aspettare di vedere intere popolazioni che dormono nelle stazioni per dire "forse siamo in crisi".
Il fatto di non poter piu' comprare una casa, ma neppure mantenerla, e neppure pagare l'affitto e' gia' di per se un fatto grave, ma se aggiungiamo i dati su disoccupazione, precariato ecc, i dati sono spaventosi.
Parte dei consumi sono andati avanti, perche' c'erano i risparmi della generazione precedente (genitori in pensione ecc), e molti sono stati aiutati da questo serbatoio, hanno continuato a mangiar pizze e comprare telefonini, sperando finisse la crisi, (uno dovra' pur vivere, e permettersi ogni tanto uno sgarro).
La cosa che mi preoccupa pero', e che adesso realmente i negozi di telefonini son vuoti, e questo e' un segno davvero non bello.