Ma solo gli imprenditori si suicidano?

mima85 08-05-12 16.58
robykaiman ha scritto:
Pero' mima, permettimi anche un osservazione in merito : un sistema basato sul consumismo purtroppo ha dei difetti cronici, e la via di mezzo e' difficile ottenerla.

Da quando la gente non compra piu' i mobili (ma anche le auto o i computers, o telefonini) ogni tre anni, buttando quelli ancora nuovi, il sistema e' andato in crisi.

Cosa facciamo? mettiamo dei limiti all'uso degli oggetti, tipo "se il tuo telefono non ha almeno 5 anni, non puoi dismetterlo?".

Capisco cio' che vuoi dire, e per certi aspetti questa crisi ci sta un po' aprendo gli occhi su cose giuste, pero' e' il sistema che e' sbagliato, perche' ha alterato la vera bilancia dei bisogni e dei beni primari.


Che il sistema sia sbagliato è evidente, i risultati di quanto lo sia si vedono.

Però non credo che la crisi sia arrivata per via della gente che non cambia più arredamento ogni 3 anni, ma per tutte le speculazioni che ci sono attualmente e che ci sono state in passato.

Parlando del consumismo, secondo me, e premettendo che sono un assoluto ignorante in fatto di economia quindi quanto segue potrebbe essere una sequela di vaccate, il problema di fondo è che si punta troppo sulla crescita. Tutto deve crescere, guadagni, consumi, dimensioni, ecc... Si punta sulla crescita ma non sulla stabilità, sulla continuità.

Le aziende vogliono guadagnare sempre di più, invogliano i consumatori ad acquistare, questi acquistano (anche e spesso inutilmente), e a loro volta vogliono sempre di più, le aziende ovviamente seguono il trend e producono sempre di più. Anche i vari governi spingono affinché ci sia crescita, tutti vogliono la crescita. È come il gatto che si morde la coda.

Tutto deve aumentare, deve espandersi, deve puntare verso l'alto, ma secondo me questo trend prima o poi ci si ritorcerà violentemente contro, e già alcuni segni premonitori li si vedono oggi. Il pianeta su cui viviamo non è infinito, le risorse non sono infinte, lo spazio nemmeno e forse la nostra mentalità non è nemmeno in grado di gestire tutta questa crescita, questa grandezza, ma noi stupidamente continuiamo a volerlo fare, invece di cercare una soluzione che permetta un equilibrio, una continuità.

Non dico che bisogna tutto d'un tratto non acquistare più nulla, cambiare il telefonino solo ogni 5 anni e non usare più l'automobile, ne tantomeno dico che sia facile cambiare questo stato di cose, ma non credo nemmeno che limitando sprechi ed acquisti inutili si cadrebbe in una crisi analoga a quella che stiamo vivendo. Questa crisi c'è per altri motivi.

Anzi credo che se continuiamo così, si rischia veramente che tra qualche decennio questa crisi, per quanto grave sia, sembrerà un banale raffreddore in confronto ai problemi che ci potranno essere.
JPJ 08-05-12 19.35
manuel_carloni ha scritto:
Che libertà hai, se per poter coltivare le tue attitudini devi avere disponibilità economica, se non hai neanche un sistema che ti aiuta a farlo nel migliore dei modi e che anzi, ti rende ancora più difficile il percorso, se non puoi mettere a frutto ciò che sapresti fare meglio, non potendoti di fatto realizzare?

Hai la libertà di andartene da un paese del genere! emo
Markelly 08-05-12 20.38
E ti sembra la soluzione giusta? emo
Lo lasciamo affondare , 'sto Paese? emo
anonimo 08-05-12 21.53
JPJ ha scritto:
Hai la libertà di andartene da un paese del genere! emo


Ma non eravamo noi italiani fino a ieri a dire "ognuno a casa sua", ad essere contro l'immigrazione e cose simili?.

Ora che la pappa scotta, di colpo diventiamo favorevoli all'emigrazione, dimenticando che per altri saremo "Immigrati"?

Se gli stranieri si comportassero come ci siamo comportati noi negli ultimi due decenni, con i nostri stranieri, ci sarebbe da ridere per gli italiani che entrano in casa loro.

Gia' in Svizzera qualcosina si simile si e' respirato, e se accadesse, sarebbe la giusta lezione per un popolo di eterni emigranti, che ha invaso il mondo per decenni, ma non ha accettato neppure l'immigrazione regolare (su quella irregolare avrei qualcosa da dire anche io), urlando peste e corna e talvolta sfociando in gravi episodi razzisti come il caso di Emmanuel Bonsu.
mima85 08-05-12 23.57
robykaiman ha scritto:
Gia' in Svizzera qualcosina si simile si e' respirato, e se accadesse, sarebbe la giusta lezione per un popolo di eterni emigranti


In Svizzera le cose erano un tantinello estreme, della serie che sui ristoranti spesso veniva appeso un cartello con scritto "Vietata l'entrata ai cani ed agli italiani". Lo so perché i miei queste cose le hanno vissute in prima persona a Zurigo negli anni '60-70, quando sono emigrati dall'Italia per stabilirsi in Svizzera interna.

Mi hanno raccontato un episodio abbastanza sconvolgente: un loro conoscente ha avuto una lite con delle altre persone, è stato pestato ed è caduto a terra, privo di sensi. Era inverno e nevicava (e negli anni '70 quando nevicava e faceva freddo in Svizzera c'era poco da scherzare, ora in confronto sembra di stare in Africa). Era italiano. Ebbene nessuno, dico nessuno, si è preso la briga di soccorrerlo. È stato la tutta la notte. La mattina, quando l'hanno finalmente recuperato, era ormai morto, molto probabilmente di assideramento.

Nella Svizzera italiana (Ticino), dove i miei sono da circa 30 anni, dove sono nato e dove attualmente viviamo le cose erano messe un po' meglio, inoltre anche i ticinesi erano spesso oggetto di scherno dei connazionali della Svizzera interna (e lo sono tutt'oggi, anche se meno di una volta).

Oggi fortunatamente queste cose non succedono più, qualche volta ci sono episodi minori di razzismo, come in tutto il mondo. Ma a quei tempi se eri italiano e stavi in Svizzera interna, dovevi lavorare e zitto e mosca, guai se dicevi qualcosa.

Che serva di lezione o no non lo trovo giusto, il razzismo non è mai giusto. Anche perché di queste "lezioni" ne fanno le spese pure tante persone oneste e corrette.
Edited 8 Mag. 2012 22:00
Markelly 09-05-12 00.05
Io vedo direttamente quello che subiscono i migranti qui da noi da parte della gente, e siamo vicini ai livelli della "prima Svizzera", credetemi.
anonimo 09-05-12 00.51
mima85 ha scritto:
Che serva di lezione o no non lo trovo giusto, il razzismo non è mai giusto. Anche perché di queste "lezioni" ne fanno le spese pure tante persone oneste e corrette.
Edited 8 Mag. 2012 22:00



Hai ragione mima, il razzismo e' una cosa brutta ed e' ingiusta.

Io come tanti, figlio di migranti so che quei cartelli che dici tu, c'erano anche a Torino nei confronti dei migranti del sud : Italia contro Italia.

Ancora oggi sento fare dei discorsi che mi fanno venire il vomito, relativi ai soliti luoghi comuni (tarun, napuli, immondizia, non hanno voglia di lavorare...)...

Peccato che quei discorsi li fanno anche i migranti veneti venuti numerosi qui in Piemonte, concludendo con la solita frase "ognuno a casa sua" .

Peccato che discorsi dello stesso genere li ho sentiti fare dai migranti del sud, nei confronti degli stranieri, facendo come sempre di tutta un erba un fascio.

Insomma quando parlavo di lezione, non intendevo forse il razzismo vero, ma il fatto di un esempio importante, che ci facciano ricordare che l'Italia e' un popolo di migranti.

Il razzismo e' sempre sbagliato, ma almeno gli svizzeri quando dicono "ognuno a casa sua" possono permettersi di farlo, perche' loro non hanno mai avuto bisogno di emigrare.

Ma un Italiano che dice questa cosa !...

Sai ai tempi degli scontri nel forum su questi temi, quante volte ho ricordato che se dovessero rientrare gli italiani all'estero da non so quante generazioni (hanno tutti doppia cittadinanza), sarebbe il caos in Italia, perche' raddoppieremmo di popolazione in modo pericoloso.

Quindi quelle arie di "padroni in casa nostra" che per troppo tempo hanno imbrattato il paese di razzismo, meriterebbero riflessione : proprio perche' il razzismo, come giustamente sottolinei tu, e' una brutta cosa.

JPJ 09-05-12 06.46
robykaiman ha scritto:
Ma non eravamo noi italiani fino a ieri a dire "ognuno a casa sua", ad essere contro l'immigrazione e cose simili?.
Sì, eravamo noi.

robykaiman ha scritto:
Ora che la pappa scotta, di colpo diventiamo favorevoli all'emigrazione, dimenticando che per altri saremo "Immigrati"?
Sì, perché no? Gi altri paesi non ragionano come noi.

robykaiman ha scritto:
Se gli stranieri si comportassero come ci siamo comportati noi negli ultimi due decenni, con i nostri stranieri, ci sarebbe da ridere per gli italiani che entrano in casa loro.
.. come sopra...

robykaiman ha scritto:
che ha invaso il mondo per decenni
io direi piuttosto "che ha conquistato il mondo per millenni".... prima con la spada, oggi con la moda, il cappuccino, la pizza... e non mi dire che sono i soliti stereotipi, perché, se in questo stato di merda ci lasciassero veramente lavorare, con questi stereotipi si sarebbe i più veloci e ricchi in Europa!

anonimo 09-05-12 09.55
robykaiman ha scritto:
Ma non eravamo noi italiani fino a ieri a dire "ognuno a casa sua", ad essere contro l'immigrazione e cose simili?.



JPJ ha scritto:
Sì, eravamo noi.


Come mai, "ognuno a casa sua vale solo per gli altri? e non per noi? : perche' esportiamo la pizza e il cappuccino (e aggiungerei la mafia)?.

JPJ ha scritto:
Sì, perché no? Gi altri paesi non ragionano come noi.


Razzisti in casa nostra, e "italiani brava gente quando andiamo fuori" : l'ennesima furbata del nostro popolo...(non mi riferisco a te, ma a una tendenza recente del nostro paese JPJ),
peccato che ora anche all'estero stanno mangiando la foglia in merito.

........................................


robykaiman ha scritto:
che ha invaso il mondo per decenni

JPJ ha scritto:
io direi piuttosto "che ha conquistato il mondo per millenni".... prima con la spada, oggi con la moda, il cappuccino, la pizza... e non mi dire che sono i soliti stereotipi, perché, se in questo stato di merda ci lasciassero veramente lavorare, con questi stereotipi si sarebbe i più veloci e ricchi in Europa!

In termini di emigrazione abbiamo invaso il mondo, ed abbiamo conquistato poco o nulla se non gli stereotipi dei quali hai fatto accenno.
A me sembra che ora il mondo sia in mano all'impero anglosassone, e stia per giunta passando lo scettro all'oriente.

La storia di duemila anni fa, conta poco o nulla : non mi sembra che alla Grecia, che ha pure conquistato il suo mondo di allora, sia riservato un trofeo : non siamo ai mondiali, ma siamo a Risiko e adesso conta chi ha piu' carrarmatini sulle varie cartine del globo.

Peraltro delle cose che hai citato tu, ci e' rimasto ben poco : perfino la Saeco (storica fabbrica di macchine per cappuccino) non e' piu' italiana, e prima o poi tocchera' anche alla Gaggia, come e' toccato alla Ducati per altri motivi, e prima o poi tocchera' alla Ferrari.

Dopo, ci restera' da esportare solo l'immagine di "Al Berslucone Bunga Bunga" e della lega che fa i riti magici sul po, che abbiamo tanto desiderato per 20 anni.

Se 10 anni fa gli inglesi han detto "non avete piu' nulla, vi restano il calcio e la buona cucina, ma perderete anche quello", ci sara' un buon motivo.
Per il calcio, i recenti scandali italiani han dato ragione all'inghilterra : anche questo rende l'immagine di cio' che siamo.

In questi ultimi 20 anni ci siamo giocati perfino il prestigio che ci dava la storia, e per il resto del mondo, siamo diventati "i fratelli meno sfigati dei greci".

Le cose che abbiamo perduto "Saeco, Ducati ed altri gioielli, non le riavremo mai".

JPJ ha scritto:
se in questo stato di merda ci lasciassero veramente lavorare, con questi stereotipi si sarebbe i più veloci e ricchi in Europa!


Lo stato chi e?
Se in questo paese avessimo preferito la meritocrazia, anziche' la gerontopartitomignottocrazia nepotistica, le eccellenze vere avrebbero potuto spiccare, lavorare e far crescere il paese (anziche' fuggire all'estero) : te lo scrive l'ultima ruota del carro, che forse con la meritocrazia ci avrebbe pure rimesso.

Se in questo paese avessimo portato avanti il pensiero di Falcone e Borsellino, anziche voltare loro le spalle con la terra di sepoltura ancora fresca, supportando invece il pensiero di "Mangano eroe", forse avremmo avuto un posto diverso in Europa e nel mondo.


Edited 9 Mag. 2012 8:03
MadDog 09-05-12 11.04
Ma io mi chiedo: dov'è il problema di una proprietà non Italiana di un marchio che CONTINUA a produrre in ITALIA (per lo meno le linee di fascia alta)?

Cioè lo capite che non siamo un popolo in grado di far andare avanti in modo serio una fabbrica, in tempi di globalizzazione, glocalizzazione e integrazione dei mercati?!


A quel punto dov'è il problema se stranieri acquistano e fanno MOLTO meglio di quello che facevano gli Italiani?!

Che problema avete? Sì la Saeco è di Philips, ma continua a produrre a Gaggio, la Ducati l'ha comprata Audi (come fece con Lamborghini a 30km da lì), ma a Borgo tutto va a meraviglia (come a Sant'Agata) e forse gli staranno insegnando come montare una moto come dio comanda, visto che prima non ne erano in grado e ogni compratore di Ducati per essere sicuro doveva smontarsela e rimontarsela da solo. Parola di operaio-utilizzatore! emo
E in Ducati succede da anni, guardacaso, quello che succede nelle fabbriche VW: l'operaio è anche cliente!


Allora o questo o il fallimento.

Siamo stati commissariati perfino in politica!


Ma voi gli dareste torto?
Platinum 09-05-12 12.06
MadDog ha scritto:
Ma io mi chiedo: dov'è il problema di una proprietà non Italiana di un marchio che CONTINUA a produrre in ITALIA (per lo meno le linee di fascia alta)?


sono gli stessi che fanno i fighi e si vantono di comperare il prodotto di azienda italiana in italia e scopri che dentro sono tutti cinesiemo

(forse l'ho scritta un pò a culo mi sa)
Edited 9 Mag. 2012 10:06
MadDog 09-05-12 12.27
Chiarissima! emo
manuel_carloni 09-05-12 12.31
JPJ ha scritto:
io direi piuttosto "che ha conquistato il mondo per millenni".... prima con la spada, oggi con la moda, il cappuccino, la pizza... e non mi dire che sono i soliti stereotipi, perché, se in questo stato di merda ci lasciassero veramente lavorare, con questi stereotipi si sarebbe i più veloci e ricchi in Europa!

Se aspetti di contare qualcosa nel mondo perchè sai fare la pizza e il cappuccino, allora campa cavallo...
queste sono cose che ci piace dircele da soli per farci belli...

Per contare qualcosa veramente, nel mondo reale devi essere una potenza economica, industriale, ed anche militare, devi dare affidabilità agli investitori stranieri, soprattutto devi avere qualcosa da produrre in modo che sia possibile investire e un esercito che ti garantisce la tua fetta di torta per quanto riguarda il saccheggio delle risorse naturali di altri paesi.

Questo hanno i paesi che contano, non la pizza e il cappuccino. E'spregievole, ma è così.

CIAO.
anonimo 09-05-12 12.52
MadDog ha scritto:
Ma io mi chiedo: dov'è il problema di una proprietà non Italiana di un marchio che CONTINUA a produrre in ITALIA (per lo meno le linee di fascia alta)?


Mad, non confondere le mie affermazioni.

Io non ho problemi se la Ducati e' diventata tedesca, ma produce in Italia : ne son stato felicissimo, soprattutto quando i rampolli di una nota casa automobilisitca italiana, hanno bestemmiato di volerla prendere loro.

Siccome tutto l'oro toccato dal quel marchio italiano di rampolli rimbambiti (anzi un "Marchione"..) e' diventato melma, sinceramente ho preferito che la Ducati passasse sotto il controllo tedesco, seppur in territorio nostro come produzione.

Prendo solo le distanze da chi crede che l'Italia all'estero sia una potenza, un impero o parla addirittura di conquista mondiale eccetera.

Anche qui non fraintendermi : abbiamo delle realta' che sono solide ed affermate in tutto il mondo, ma non siamo certo un impero come altri vogliono far credere.
Gli stereotipi di un tempo (il cappuccino, il gelato, la cucina) stanno cadendo, e forse faremmo meglio a scrollarceli di dosso, per concentrarci su reali eccellenze esistenti o da creare. (la creativita' non ci manca di sicuro).
Per certi versi e' meglio cosi', visto cio' che sta combinando il Marchione con le auto, e le realta' locali che tu hai gia' citato in altri post sono delle eccellenze meritevoli di elogio, ma anche di sostegno da parte del paese.

Per altri versi invece ci sono delle considerazioni da fare (quelle che avrei voluto chiarire a suo tempo), sul perche' VW, ad esempio riesce a mantenere l'identita' globale di un marchio diventato potentissimo, e contemporaneamente l'etica (rispetto del paese in cui e' nata e cresciuta, e delle sue maestranze, delocalizzazione ridotta al necessario ecc.), ed invece i colossi italiani cadono subito nelle manie di grandezza, mandando a quel paese le loro origini, e disprezzando i fautori della loro passata crescita. (caso F i At).

Discorso lungo e complesso ma non era qui che volevo soffermarmi.

Quando ho citato Saeco tedesca, Ducati Tedesca ecc, volevo solo dire che a livello di immagine e' passata l'era degli italiani che conquistano il mondo per il cappuccino (nel tempo l'immagine di Saeco diventera' sempre piu' tedesca che non Italiana).

Insomma volevo rispondere al fatto che si dice che noi stiamo conquistando il mondo : questo non e' cosi'.

Che poi le realta' locali siano piu' etiche di quelle globali ecc, questo e' un discorso a parte.
Io penso che la globalizzazione abbia raggiunto il suo picco : e' diventata una pianta dal tronco enorme, che rischia di cadere su se stessa, mentre da terra spuntano invece radici di nuove piantine locali, destinate a crescere e ad avere un buon potenziale di affermazione sul mercato.

Queste piantine saranno il futuro di un economia veramente nuova, ed e' per questo che l'Italia deve sfuttare le prossime opportunita', per ricostruire un nuovo tessuto "glocalizzato", molto simile (se vogliamo fare un esempio) a quello della Ferrero.

anonimo 09-05-12 12.59
MadDog ha scritto:
A quel punto dov'è il problema se stranieri acquistano e fanno MOLTO meglio di quello che facevano gli Italiani?!


Pero' per certi aspetti dobbiamo anche fare attenzione ad una cosa.

I tedeschi han comprato il polo italiano dell'acciaio (che negli anni 70 e 80 era fiorente), lo hanno mantenuto qualche anno in Italia per poi smembrarlo e chiuderlo del tutto (vedi Thyssen).

Va fatto quindi un distinguo tra realta' come Toyota che produce in Francia, dando vantaggi all'economia francese, in cambio del vantaggio di una testa di ponte produttiva importante in Europa, ed altri grandi protagonisti della globalizzazione, che comprano per chiudere ed eliminare un concorrente (vedi Rivarossi e Lima del polo ferromodellistico italiano, acquisite da Hornby, e smantellate per andare in Cina).


Con Ducati che e' un eccellenza, una cosa cosi' difficilmente potra' accadere,altri settori se non mettono radici economiche solide, rischiano di essere divorati e smantellati.

MadDog 09-05-12 13.29
robykaiman ha scritto:
Quando ho citato Saeco tedesca, Ducati Tedesca ecc, volevo solo dire che a livello di immagine e' passata l'era degli italiani che conquistano il mondo per il cappuccino (nel tempo l'immagine di Saeco diventera' sempre piu' tedesca che non Italiana)


A parte che Philips è olandese, ma poi perché dici così?!
Cosa ti fa pensare questo?

Cioè le macchine per caffè espresso fatte da Saeco saranno nella mente del consumatore sempre più olandesi??

Per il famoso "caffè espresso" tipico dell'Olanda?


Dai non ti arrampicare sugli specchi!


I prodotti globali bisogna saperli fare, su questo non ci piove, basta guardare il wannabe Marchionne con i prodotti sempre più globali di Fiat che si rivelano sempre più FALLIMENTI globali, a causa di qualità scadente sia meccanica che nel design.

Nel settore automobilistico, escluse le auto di fascia alta, quasi lusso (Mercedes, BMW etc...), ci sono 2 produttori che fanno auto per competere veramente "globalmente":

- Volkswagen, che tradizionalmente è sinonimo di affidabilità e di recente pure di qualità di interni (si fa pagare

Dal 2011 c'è Ford, con la nuova Focus.

In Europa, invece che farla produrre in 4 stabilimenti, come veniva con i vecchi modelli, col risultato che 1 era indistruttibile, 1 andava bene e 2 così così, ha spostato tutta la produzione a Colonia e ha creato un modello di macchina di qualità costruttiva e meccanica e dotazioni impressionanti, offerta ad un prezzo attualmente molto inferiore alla concorrenza.

Risultato?

Vende. E in modo massiccio.

Passando in un concessionario 3 mesi fa mi è stato detto da uno dei commerciali che a gennaio 2012 ha fatto 30 preventivi per Focus e 7 per Fiesta.
Se vuoi avere successo la strada è inevitabile: o a parità di qualità offri prezzi inferiori alla concorrenza, oppure alzi di molto la qualità!


Però Ford è americana, ha sede europea in Inghilterra, e in base alla sua gamma produce in Inghilterra Belgio, Spagna, Portogallo, Germania, Romania.

Come la mettiamo?
Secondo voi i consumatori sono preoccupati?


MadDog 09-05-12 13.32
La percezione del paese (Effetto paese) di un prodotto dipende dal prodotto stesso, dal paese e in ultimo dalle strategie di marketing della casa madre.


- Italia è il paese dove l'espresso è nato
- La Saeco è stato uno dei primi produttori per macchine da caffè per la casa
- L'idea è: dall'Italia arriva la qualità del caffè e delle macchine da caffè.


E se qualche estero scettico sulla gestione delle aziende italiane, solleverà questioni, avrà sempre l'idea che comunque è in mano ad un gruppo solido e multinazionale come Philips.

Rimane così anche nella mente dei lavoratori!

Secondo voi erano felici di rimanere nelle mani di quella ciurmaglia dei Zaccanti?

I Zaccanti hanno fatto questo:

- quasi fallire Saeco (Giovanni Zaccanti)
- fallire gli impianti sciistici del Corno alle Scale (Giovanni Zaccanti, 2006 se non erro)*
- fallire il Bologna Rugby 1928 (essendo dell'altra sponda cittadina gliene sono grato, tranne per il fatto che l'ha fatto fallire quando io ero in prestito e ho toccato con mano una situazione agghiacciante: presidente neofascista che spillava soldi ai genitori dei ragazzi per polizze assicurative a vantaggio suo, che si fece anche 4 giorni di gabbio per aver venduto farmaci scaduti al terzo mondo)
- infine Carlo Zaccanti (ex presidente del BO1928, fratello o parente del Zaccanti di Saeco e Corno alle Scale) ha fatto una cosa utile: ha reagito ad una rapina a mano armata in Venezuela e s'è fatto ammazzare.

Pensate che luminare poteva essere lui qui! Ci scommetto che ha anche gridato "Il mio rolex non me lo ciuffa nessuno.. io sono un Ital.." bang!


Alla fine mi tocca di dirgli anche "Grazie!" perché è sparito dalla circolazione depurando un po' la cloaca imprenditoriale di questo paese.


*argomento da me più sentito del Bologna Rugby (che spero fallisca di nuovo): stazione sciistica piccolina, ma relativo paradiso per l'Appennino settentrionale poiché poco affollato e ambiente piuttosto selvaggio, riferimento dello sci bolognese per decenni, senza considerare ottima cura delle piste e degli impianti (ci sono i migliori gattisti dell'Appennino, per me) e una montagna che offre in inverno notevoli possibilità dal pdv dell'alpinismo su ghiaccio e misto.

Zaccanti ebbe in gestione gli impianti per qualche decennio (è a un passo da Gaggio Montano dove c'è la Saeco), rinnovò qualche cosa ma non fu mai in grado di integrarsi con la comunità locale (Lizzano in Belvedere) che chiedeva pacchetti vacanze in modo da riempire alberghi, scuole sci (Flavio Roda...), ristoranti e dare vita ad un paesino altrimenti molto limitato.
Forse perché democristiano (per nascita, Gaggio Montano, ma fascistoide di idee) operante in una comunità che ha dato natali e sepoltura a Enzo Biagi e teatro di una delle più sanguinose battaglie tra partigiani e alleati, i nazifascisti (senza contare tanti genocidi operati dai nazifascisti nella valle del Reno, rimersi nell'armadio della vergogna), ebbene questa intesa con gli operatori non s'è mai trovata.

La stazione è stata senza un programma decente per anni e sepolto da debiti (forse anche di Saeco) che la Regione e la Provincia non ha più giustamente tentato di appianare, è fallita ufficialmente nel 2005.

Edited 9 Mag. 2012 12:34
MadDog 09-05-12 13.48
Ricostituita dopo 1 stagione di chiusura (in cui gli operatori commerciali di Lizzano non brillarono certo per apertura mentale), con fondi regionali e una cordata di imprenditori, sta ritrovando ora con numerose interessanti inziative un po' di successo, ma ecco che scatta la genialata del Zaccanti.

Vuole i soldi!
O gli impianti!

Perché dice che è lui che li ha fatti costruire e che li ha pagati (sì ma in parte) e nessuno aveva il diritto di prenderglieli via.


Questa è l'Italia imprenditoriale.



Ma non solo... dopo questo excursus sulla situazione imprenditoriale nei primi anni 2000, nell'alta valle del Reno, vorrei tornare un attimo al discorso acquisizioni e delocalizzazioni.


Qui, l'esterofobia, il celodurismo che abbiamo TUTTI a diversi livelli, sul quale ha martellato Lega e Tremonti (Berlusconi con le sue tv invece faceva l'opposto, furbo), ci fa credere che sia un disastro da evitare l'ingresso di gruppi stranieri nel nostro mercato.

In realtà è ciò che sta tenendo a galla molto più di noi l'industria di altri paesi Europei: FDI.

Foreign Direct Investments.


Ovvero quegli investimenti di imprese estere in altri paesi che hanno carattere di lungo termine, volti ad entrare in nuovi mercati spesso impossibili da raggiungere.
La protezione dei settori industriali strategici non permette ad aziende estere di entrare con export, ma piuttosto di aprire filiali e consociate, di praticare fusioni e acquisizioni aziendali presidiando un mercato in modo molto più profondo e interconnesso al tessuto sociale e produttivo del paese!


Ma un paese pieno di mafie, con legislazioni assurde, una politica instabile non ne attrae!!

E siamo un disastro da questo punto di vista. Non investe più nessuno da noi!


Però siamo pieni di casi di successo (nonostante la crisi) di internazionalizzazioni produttive, FDI, M&A di nostri fiori all'occhiello che sono ancora in Italia, ma che per espandersi e crescere sono dovuti andare all'estero (altrimenti qua si crepa!).

I settori strategici dei distretti industriali, nei quali voi non credete oppure che crediate che una PMI da sola che funziona male sia un distretto industriale, ha fatto scuola e la sta facendo tutt'ora!

- Calzature a Montebelluna: ci sta Diadora, Aku, Gruppo Tecnica, Asolo... tutte aziende profondamente radicate nel territorio che però non gli offre più crescita e che hanno guardato all'impianto di nuove produzioni (low cost) all'estero da destinare all'estero

- IKEA: la notizia è di 10 giorni fa che ha commissionato € 1mld di produzione di mobili a produttori Veneti e Lombardi, proprio dove i distretti industriali di mobili e cucine funzionano ancora

- gruppo Rossignol (FRA): produce scarponi da sci (Lange e Rossignol) proprio a Montebelluna, dove c'è Nordica e Tecnica, stiamo parlando di prodotti da 600€ di prezzo di listino, destinati ai mercati globali!



Ma voi credete che si siano messi dei problemi i consumatori di Lange (Americana) quando è stata acquistata da Rossignol (Francese) che ha aperto uno stabilimento produttivo anche in Italia e non solo in Wyoming inculoning dai redneck dove cavolo era originariamente, perché il know-how da noi è mostruosamente più alto che altrove?!


Perché ci dobbiamo lamentare a priori dell'ingresso di gruppi solidi esteri??!
Perché si deve dire che si perde l'Italianità di un marchio?!?


Perché la Lega ha riscosso molto più successo dei libri, nella mente dell'uomo medio italiano. Ecco perché.
Edited 9 Mag. 2012 12:15
anonimo 09-05-12 15.53
MadDog ha scritto:
Perché ci dobbiamo lamentare a priori dell'ingresso di gruppi solidi esteri??!



Innanzitutto mi scuso per l'errore su Philips : da sempre ho pensato fosse tedesca.

e ridagli..emo

Mad, guarda che stiamo dicendo quasi le stesse cose.

Io non mi lamento dell'ingresso degli stranieri nel mercato italiano.
Quelli che acquistano le nostre realta' produttive sottraendole ad imprenditori da quattro soldi, e le portano avanti sono assolutamente i benvenuti !.

Per rafforzare il concetto, tempo fa mi indignai per i numerosi rifiuti di Fi At, di cedere Termini Imerese a Toyota (un vero e proprio colpo basso!)...
La casa torinese ha preferito tenere fermo uno stabilimento, attingere per anni alla cassa integrazione, piuttosto che cedere ad un costruttore straniero.

I lavoratori avrebbero solo cambiato il nome sulla tuta, avrebbero ripreso a lavorare, lo stato italiano avrebbe risparmiato qualche milione, ed il costruttore italiano avrebbe intascato un po' di liquidita' anziche' toglierla ai restanti lavoratori con un contratto da strozzini.

Un concorrente straniero in Italia? : gli imprenditori straccioni italiani viaggiano su mentalita' paleolitiche.
Toyota in Francia produce, ma non fa concorrenza agli altri marchi francesi : come la mettiamo?...

Tenere fermo uno stabilimento, respingendo offerte produttive e attingendo a soldi di stato per mantenerlo abbandonato, e' un danno al paese fatto grazie anche alla complicita' dei governi.

Ho anche espresso soddisfazione per il passaggio di Ducati in Germania : che devo fare per far capire qual'e' la mia posizione in merito?. emo

Pero' credo anche di essere un po' realista, e a fronte di molte cessioni che non sono state dannose, ce ne sono state tante che invece hanno comportato lo smantellamento di settori produttivi e di posti di lavoro.

Questo aspetto mi preoccupa un po' di piu', perche' di fronte a queste cessioni si dovrebbero chiedere un minimo di garanzie, per verificare se son cessioni volte a ingrandire le imprese che acquisiscono, oppure semplicemente a smantellare la concorrenza.

I nuovi treni di Montezuma ad esempio (ho gia' raccontato la storia), son gia' destinati ad esser venduti (come compagnia) ai Francesi di SNCF.
Fin qui non c'e' nulla di male.

Il male e' che per far partire questa societa', StatoTrenitalia e fior di poteri irresponsabili, hanno rifiutato le fermate alla societa' ARENAWAYS (italianissima e aveva gia' iniziato l'esercizio), costringendola a fallire.

Queste sono le cose che non mi piacciono : le cessioni degli imprenditori con le pezze, fatte a danno del paese.

Le altre sono accolte a braccia aperte : mai come in questo momento ! pero' abbiamo anche bisogno di governi solidi e credibili, che ci diano la garanzia di contare qualcosa verso gli altri paesi, altrimenti rischiamo che lo smantellamento prevalga sulla cessione.

Hai citato IKEA : ce ne fossero multinazionali cosi' nel mondo !
Nella classifica e' al primo posto come azienda che tiene alti i valori etici ed il rispetto del lavoro.



am0 09-05-12 16.13
E intanto i suicidi continuano, e non sono solo imprenditori.
Che diavolo sta succedendo? Non mi sembra la solita ondata giornalistica, tipo i cani che mordono.
Capisco che trovarsi con l'acqua alla gola (e oltre) non è bello però da qui a suicidarsi ce ne passa.



PS
A proposito di vendite, mi han venduto anche la Gancia. Era un fiorellino quell'azienda, l'hanno venduta ad un russo, magnate della vodka.
Ed ora, nonostante le rassicurazioni, inizia la "ristrutturazione".
Non ho paroleemo