Erresound ha scritto:
mi trovi d'accordo al 100%
ecco perchè non capisco quelli che difendono fortemente l'arranger perchè secondo loro suonano dal vivo. Secondo me nò....
Io non difendo assolutamente l'arranger (tanto più che... giusto per precisare... io di arranger non ne ho in casa manco uno!).
Io difendo la vera scuola seria dell'arranger.
Che non è quella che vediamo in giro dalle nostre parti!
E' ben diversa, ma tanto diversa.
Gli arranger derivano dagli organi.
E suonare bene un organo ha sempre imposto:
- o di studiare pianoforte
- o di studiare organo
Questa è sempre stata la prassi standard, da decenni.
La vera scuola dell'arranger quindi basa un percorso di studio, pazienza, sperimentazione, concertismo, serissimo.
O almeno così è sempre stato.
Ricordo molto bene quando ero giovane e andavo a sentire i concerti/dimostrazioni di Santi Latora e affini.
C'era da rimanere stupefatti per come suonavano quegli organi arranger!
Si sentiva subito che dietro a quello strumento c'erano le mani di un musicista vero con le palle quadre, in possesso sia di tecnica pianistica, sia di tecnica organistica.
Ma non solo di quello.
Anche di tecnica "tastieristica".
Sì perchè... da che mondo è mondo un pianista NON è necessariamente un bravo tastierista.
Essere pianisti è una cosa.
Essere tastieristi un'altra.
Essere "arrangeristi" un'altra ancora.
L'arranger dunque ha rappresentato nella storia lo strumento che meglio di ogni altro univa la tecnica pianistica/organistica con l'approccio "fantasioso" a quello che poi sarebbe diventato il tastierismo.
Ossia permettere al pianista/organista di approcciarsi ad uno strumento che per sua natura non fa solo il pianoforte o l'organo, ma fa anche violini, fiati, flauti, sax, e chi più ne ha più ne metta.
Tutti suoni che dovevano essere necessariamente capiti e bisognava imparare a suonarli in un determinato modo.
Che non è il modo pianistico o organistico!
E' un modo diverso, che varia da suono a suono.
E qual'era all'epoca lo strumento per eccellenza che permetteva questa grande scuola o arte?
L'arranger!
Si comprava un bel organo dotato di arranger, si studiava come matti (e in modo serio), e si imparava a diventare creativi.
Non è un caso se tutti quelli che provengono dalla vecchia (e sana) scuola degli organi dotati di arranger sono anche ottimi tastieristi (pensa a Keith Emerson e i suoi Yahama Electone!).
Il perchè è palese.
Gli organi arranger hanno rappresentato uno strumento capace di "fondere" pianismo e organismo, con già delle sonorità e un modo di suonare tipico del tastierismo (che sarebbe arrivato dopo, e che ora abbiamo tutti).
Però, come dicevo all'amico Max, se si perdono queste scuole e questi approcci seri, è naturale che poi l'arranger non sia più quello di un tempo.
Ma la colpa non è dell'arranger.
E' nostra che abbiamo deciso di deriderlo e di lasciarlo in mano a cani e porci.
Se vai in giappone a sentire i festival di arranger c'è da rimanere stupiti a sentire quanto sono bravi ad usarli e a suonarli.
Altro che "non suonano".
Suonano.
Eccome se suonano.
Gli fanno fare cose pazzesche a loro strumento, dimostrano di conoscerlo fino in fondo, e con grande tecnica che denota un grandissimo studio musicale alle spalle.
Cosa questa che... da noi... non c'è più.
Ed è un vero peccato, perchè sentire un concerto per arranger, fatto con le palle quadre, è una cosa tosta, credimi.