giannirsc ha scritto:
ma alla fine si evince chiaramente che voi ne fate un discorsi di profitto...voi suonate per i soldi e vi scontrate con la realtà di chi suona per passione...
giannirsc, mi dispiace ma è veramente ignobile e presuntuosa questa tua uscita.
Hai mai suonato al pianoforte (l' ho studiato con passione) il tema del film Il Postino, di notte in riva al mare con un' orchestra e un arrangiamento fatto col tuo gusto e che ti accompagna difronte ad un pubblico estasiato, lì dove Troisi era di casa? quella sera una ragazza del pubblico volle incontrarmi e mi disse: ho capito cos' è la musica... mi sono innamorata della musica!
Evinci che faccio la musica per profitto? e chi sei tu per dirlo? come ti permetti?
Se volevo i soldi magari facevo il lavoro che fai tu.
Nel limite delle mie possibilità offro sempre molto più di quello che guadagno e lo faccio con soddisfazione e passione.
Passione che ho messo sia nell' arrangiare la probabile nuova sigla dell' Ape Maia che nello scrivere le musiche per un film di Chabrol che mi comportò un attento studio dello stile di Fats Waller, impegno e passione nello studio che mi hanno portato a suonare sotto la direzione di L. Bernestein (non so se sai di chi ca22o parlo!), passione e studio che vengono riconosciuti da molte orchestre e direttori che ammirano i miei arrangiamenti orchestrali.
Nella nostra società, la pur piccolissima fetta dedicata alla musica ha al suo interno qualche migliaglio di addetti che per soddisfare l' esigenza sociale per forza di cose si devono dedicare, con passione, a questo mestiere a tempo pieno. Tra questi c' è una fetta di autori e interpreti famosi, ma molto ristretta, gli altri sopravvivono, eppure gli orchestrali per la televisione, i dischi, i concerti servono per questa piccola fetta dell' espressione del vivere sociale ma vengono trattati come saltimbanco, ai margini del diritto. I compensi li dettano l' economia sociale?... forse, secondo me molto più il malcostume di persone infiltratesi in questo business per farsi gli affari propri approfittando dell' offerta a buon mercato degli "appassionati" per hobby.
Un esempio? Ho lavorato per molto tempo in locali "famosi" tra Monte Mario e via Veneto e sapevo offrire ampiamente quello che serviva in quegli ambienti compresa l' orchestra anni '60 per l' Hilton con l' allora impresario Gagliardini (ripeto, lavori fatti con passione a fronte di un guadagno non all' altezza).
Ultimamente ho incontrato un mio amico che se pur impiegato al ministero si spaccia per impresario di questi posti e mi ha confessato, visto che io non ne ho bisogno, che uno come me non lo prenderebbe mai a suonare perché sono troppo bravo e farei percepire la differenza con gli altri pianisti che sceglie tra i peggiori, che pretendono poco e non rompono le scatole! Della serie: non facciamo scoprire al direttore dell' albergo quanto è buono il formaggio con le pere.
Perché? oramai è un andazzo che va così.
Quì non c' entra niente la libertà di espressione artistica, quella si cerca di esprimerla allo stesso livello con qualsiasi personaggio che abbia qualcosa da dire, professionista o no.
Io parlo della dignità di chi ha avuto il coraggio di mettersi su questo cammino facendolo diventare professione, senza tutele e rispetto pur chiedendogli il rigore delle tasse e di tutto il corollario fatto di enpals, permessi, siae, contributi vari...
Edited 27 Lug. 2012 16:42