Preso il DSI rev2 per sostituire il Jx8p ma...

  • gig69
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15-05-24 22.52

Con l'approccio al Bit-one mi sono ricordato che i polifonici analogici "suonano" e così ho preso un Jx8p. Ma il bello dell'analogico deve stare a mio avviso anche nei controlli fisici analogici, non solo nel suono. Così dopo essermi documentato sul Prophet rev2, sulle potenzialità ben superiori a quelle del vecchio Roland, l'ho acquistato (usato ma come nuovo) con l'idea di vendere poi il Jx8p per fare spazio e per recuperare un po di soldi. Messe le zampe sul Prophet mi sono preoccupato in primis di ricreare quelle patch che avevo programmato sul Roland, pad, lead e brass. Con alcuni suoni ci sono risucito ed il risultato è anche migliore (ad esempio il lead di "fade to gray" con l'inviluppo del pitch in crescendo),idem sui pad, con il Prophet c'è da spaziare in espressività molto più del roland ma....sebbene l'idea che un moderno polifonico possa imitare o sostituire appieno un determinato synth seppure di fascia economica per l'epoca, come un Juno 106 piuttosto che un Jx8p ecc , non è esattamente così. Insomma, sui brass ad esempio o sull'emulazione del chorus del Roland ,con il Prophet a volte mi sembra lontano salvo poi risuscirci ma non appieno. Il Roland Jx8p suona per com'è ed idem il Prophet, hanno due personalità diverse, anche con il Roland posso avvicinarmi ad alcune sonorità del rev2 ,,,,insomma...e mò? )) Li tengo tutti e due? !!
  • mima85
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15-05-24 22.54

gig69 ha scritto:
insomma...e mò? )) Li tengo tutti e due? !!


Quando ho dubbi sul vendere o meno un synth, chiedo sempre consulenza a lui.

Risultato: ho la cantina piena di ferraglia emo
  • gig69
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15-05-24 22.58

@ mima85
gig69 ha scritto:
insomma...e mò? )) Li tengo tutti e due? !!


Quando ho dubbi sul vendere o meno un synth, chiedo sempre consulenza a lui.

Risultato: ho la cantina piena di ferraglia emo
emoemoemoemo
  • 1paolo
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15-05-24 23.13

@ gig69
Con l'approccio al Bit-one mi sono ricordato che i polifonici analogici "suonano" e così ho preso un Jx8p. Ma il bello dell'analogico deve stare a mio avviso anche nei controlli fisici analogici, non solo nel suono. Così dopo essermi documentato sul Prophet rev2, sulle potenzialità ben superiori a quelle del vecchio Roland, l'ho acquistato (usato ma come nuovo) con l'idea di vendere poi il Jx8p per fare spazio e per recuperare un po di soldi. Messe le zampe sul Prophet mi sono preoccupato in primis di ricreare quelle patch che avevo programmato sul Roland, pad, lead e brass. Con alcuni suoni ci sono risucito ed il risultato è anche migliore (ad esempio il lead di "fade to gray" con l'inviluppo del pitch in crescendo),idem sui pad, con il Prophet c'è da spaziare in espressività molto più del roland ma....sebbene l'idea che un moderno polifonico possa imitare o sostituire appieno un determinato synth seppure di fascia economica per l'epoca, come un Juno 106 piuttosto che un Jx8p ecc , non è esattamente così. Insomma, sui brass ad esempio o sull'emulazione del chorus del Roland ,con il Prophet a volte mi sembra lontano salvo poi risuscirci ma non appieno. Il Roland Jx8p suona per com'è ed idem il Prophet, hanno due personalità diverse, anche con il Roland posso avvicinarmi ad alcune sonorità del rev2 ,,,,insomma...e mò? )) Li tengo tutti e due? !!
Il Jx8p fossi in te lo terrei, a suo tempo avevo preso un Dw8000 che ho poi venduto dopo circa 20 anni e adesso lo rimpiango.
Sono strumenti anni 80 costruiti come dei carrarmati e con pacca sonora notevolissima.
  • wildcat80
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16-05-24 06.27

Ho avuto un Tetra, che è un Prophet08 a metà (4 voci). Il Tetr ha convissuto con il JX3P.
Sono due mondi sonori lontanissimi pur avendo entrambi DCO e un passabasso 4 poli.
Quella generazione DSI suona poco organica, molto dura e dritta, mentre i Roland, anche senza chorus, hanno una morbidezza unica.
Tieni il JX8P se puoi.
  • michelet
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16-05-24 19.08

@ gig69
Con l'approccio al Bit-one mi sono ricordato che i polifonici analogici "suonano" e così ho preso un Jx8p. Ma il bello dell'analogico deve stare a mio avviso anche nei controlli fisici analogici, non solo nel suono. Così dopo essermi documentato sul Prophet rev2, sulle potenzialità ben superiori a quelle del vecchio Roland, l'ho acquistato (usato ma come nuovo) con l'idea di vendere poi il Jx8p per fare spazio e per recuperare un po di soldi. Messe le zampe sul Prophet mi sono preoccupato in primis di ricreare quelle patch che avevo programmato sul Roland, pad, lead e brass. Con alcuni suoni ci sono risucito ed il risultato è anche migliore (ad esempio il lead di "fade to gray" con l'inviluppo del pitch in crescendo),idem sui pad, con il Prophet c'è da spaziare in espressività molto più del roland ma....sebbene l'idea che un moderno polifonico possa imitare o sostituire appieno un determinato synth seppure di fascia economica per l'epoca, come un Juno 106 piuttosto che un Jx8p ecc , non è esattamente così. Insomma, sui brass ad esempio o sull'emulazione del chorus del Roland ,con il Prophet a volte mi sembra lontano salvo poi risuscirci ma non appieno. Il Roland Jx8p suona per com'è ed idem il Prophet, hanno due personalità diverse, anche con il Roland posso avvicinarmi ad alcune sonorità del rev2 ,,,,insomma...e mò? )) Li tengo tutti e due? !!
JX-8P è unico. Mi ricordo ancora quando il mio povero padre me lo regalò, unitamente al PG-800. Era il 1987. Stupidamente, per fare cassa lo vendetti assieme a DX7mkI (che non rimpiango affatto) nel 1991 per acquistare Korg T1, perché volevo avere la tastiera pesata. Mi sono accorto subito di aver fatto la cazzata più grossa della mia vita (anche se avevo solo 21 anni), tanto che ho impiegato circa 12 anni a trovare un sostituto. Oggi, dopo varie peripezie, ho un MKS-70 con PG-800 che, per quanto abbia polifonia doppia, non suona esattamente come il suo capostipite.
JX-8P è un sintetizzatore che suona bene "anche" senza un'elaborazione del suo segnale, poi se lo si processa con un riverbero, delay, phaser, flanger ecc. ancora meglio. Mi ricordo le demo che registravo su audio cassetta. dove il suo suono era pieno, grasso e non aveva bisogno di tanti fronzoli per farlo emergere nel mix.
Se hai spazio disponibile, ti consiglierei vivamente di tenerlo.
  • gig69
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16-05-24 19.57

Grazie a tutti, si giusto, lo tengo, anche solo per il fatto che chi me l'ha venduto è stato l'unico suo proprietario e l'ha portato fino ad oggi in ottime condizioni..e poi è anche bello :) credo però che il Rev2 sia uno synth moltoo espressivo e quindi sicuramente mi piacerà sempre di più con il tempo..
Sono cmq tentato di sostituire il Prophet con un Juno-x che è completamente digitale ma dev'essere secondo me fantastico tra i modelli juno e i suoni XV5080, cmq avendo già la Pc4-7 ha più senso tenere il Rev2...
  • dxmat
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16-05-24 20.55

gig69 ha scritto: Li tengo tutti e due? !!


Ovvio.
  • SimonKeyb
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17-05-24 10.08

gig69 ha scritto:
.sebbene l'idea che un moderno polifonico possa imitare o sostituire appieno un determinato synth seppure di fascia economica per l'epoca, come un Juno 106 piuttosto che un Jx8p ecc , non è esattamente così

la verità è che ogni synth ha il suo carattere, anche tra synth "cugini" come Juno e JX per dire, ho acquistato JX08 e ho visto ha una tendenza morbida e musicale, mentre Juno ha un punch sulle basse che JX non ha affatto e suona nel complesso più "grezzo" (anche la sua catena è molto spartana).

Rev2 è un synth molto diverso, più dritto e preciso dei Roland ma senza lo stesso calore e punch del P5 . In questo senso il Take5 lo preferisco, ha anche lo stesso filtro del P5 reissue, altrimenti bisogna andare sul P6 ma il budget si alza.
  • gig69
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17-05-24 14.26

SimonKeyb ha scritto:
Rev2 è un synth molto diverso, più dritto e preciso dei Roland ma senza lo stesso calore e punch del P5 . In questo senso il Take5 lo preferisco, ha anche lo stesso filtro del P5 reissue, altrimenti bisogna andare sul P6 ma il budget si alza.

Già, me ne sto accorgendo...ha un carattere molto differente dal Jx8p, ci si può avvicinare cmq al suono del Roland ma non è la stessa cosa.. Il Rev2 credo sia più adatto a sperimentare perchè bitimbrico ma sopratutto grazie alle sue possibilità di modulazione..in questo video ad esempio mi ha impressionato sopratutto la dimestichezza che ha il ragazzo a modellare il suono
https://www.youtube.com/watch?v=kOpTX-aZvdE
  • greg
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17-05-24 15.00

@ gig69
SimonKeyb ha scritto:
Rev2 è un synth molto diverso, più dritto e preciso dei Roland ma senza lo stesso calore e punch del P5 . In questo senso il Take5 lo preferisco, ha anche lo stesso filtro del P5 reissue, altrimenti bisogna andare sul P6 ma il budget si alza.

Già, me ne sto accorgendo...ha un carattere molto differente dal Jx8p, ci si può avvicinare cmq al suono del Roland ma non è la stessa cosa.. Il Rev2 credo sia più adatto a sperimentare perchè bitimbrico ma sopratutto grazie alle sue possibilità di modulazione..in questo video ad esempio mi ha impressionato sopratutto la dimestichezza che ha il ragazzo a modellare il suono
https://www.youtube.com/watch?v=kOpTX-aZvdE
Nel 1987, dopo aver venduto 2 anni prima il Juno 106 credetti di sostituirlo e potenziarlo prima con Juno 2 e a fine anno quasi con JX10. Non ebbi mai più lo stesso feeling, calore. I synth hanno un'anima non replicabile. Meglio, peggio, chissà. Di sicuro se si sta bene non conviene mai cambiare. Quando si può meglio aggiungere. Synth di cui mi pentii della vendita, ad esempio, Matrix 1000 Oberheim, oltre al fatto che con tutti i Juno 106 (4 alla fine) + un Juno 6 non ho avuto fortuna. Tutti a presentare difetti tali da scoraggiarmi a furia di riparazioni.
  • SimonKeyb
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17-05-24 16.01

@ greg
Nel 1987, dopo aver venduto 2 anni prima il Juno 106 credetti di sostituirlo e potenziarlo prima con Juno 2 e a fine anno quasi con JX10. Non ebbi mai più lo stesso feeling, calore. I synth hanno un'anima non replicabile. Meglio, peggio, chissà. Di sicuro se si sta bene non conviene mai cambiare. Quando si può meglio aggiungere. Synth di cui mi pentii della vendita, ad esempio, Matrix 1000 Oberheim, oltre al fatto che con tutti i Juno 106 (4 alla fine) + un Juno 6 non ho avuto fortuna. Tutti a presentare difetti tali da scoraggiarmi a furia di riparazioni.
I Juno sono sfigatissimi per via della storia delle voci (c'è un thread aperto giusto a proposito) come molti dei synth Roland (e non solo) di quelli anni

gig69 ha scritto:
Già, me ne sto accorgendo...ha un carattere molto differente dal Jx8p, ci si può avvicinare cmq al suono del Roland ma non è la stessa cosa..

La cosa positiva è che proprio per la peculiarità di ogni synth è difficile trovarne che suonano "male" in modo assoluto. Io nel mio piccolo possiedo delle repliche moderne di macchine con quella filosofia lì (MS20 mini, JX08 e Pro1 behringer) ogni volta che li accendo è come quando metto in fila i tubetti di colore per scegliere quello che mi ispira di più
  • mima85
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19-05-24 12.35

SimonKeyb ha scritto:
I Juno sono sfigatissimi per via della storia delle voci (c'è un thread aperto giusto a proposito) come molti dei synth Roland (e non solo) di quelli anni


In realtà è solo il 106 ad avere quel problema, proprio per via di come sono costruiti i moduli contenenti filtro e VCA: sono delle schedine ceramiche sulle quali sono saldati i componenti, le resistenze invece di essere dei componenti veri e propri sono delle strisce di carbone stampate sulla scheda, ed il tutto è incapsulato in resina. È proprio quella resina ad essere il problema, perché con gli anni degrada chimicamente e diventa conduttiva, producendo quindi cortocircuiti casuali sui pin dei componenti che ricopre. Tante volte basta togliere la resina ed il modulo difettoso torna a funzionare, io stesso sono riuscito a resuscitarne qualcuno in questo modo.

Gli altri Juno sono esenti da questo problema, ma ovviamente essendo strumenti con circa 40 anni sul groppone possono a loro volta avere dei problemi, come tutti gli altri synth loro coetanei. Ma in generale proprio i Juno ad eccezione del 106 sono tra gli analogici vintage che danno meno problemi, perché sono semplici ma nonostante questo sono costruiti bene (la qualità costruttiva di produttori come Roland e Yamaha non era seconda a nessuno). Il 106 ha avuto la sfiga che Roland ha deciso di adottare quel processo costruttivo, che di persè non è di bassa qualità, ma che con gli anni sviluppa un difetto che a quell'epoca era impossibile da prevedere.
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19-05-24 13.06

mima85 ha scritto:
sono delle schedine ceramiche sulle quali sono saldati i componenti, le resistenze invece di essere dei componenti veri e propri sono delle strisce di carbone stampate sulla scheda, ed il tutto è incapsulato in resina.


Che è poi la tecnica dei circuiti stampati ad alta densità utilizzato oggi, non a foro passante ma con i componenti a montaggio superficiale (SMD), molto più piccoli di quelli discreti e studiati per le singole schede,,
  • greg
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19-05-24 13.13

@ mima85
SimonKeyb ha scritto:
I Juno sono sfigatissimi per via della storia delle voci (c'è un thread aperto giusto a proposito) come molti dei synth Roland (e non solo) di quelli anni


In realtà è solo il 106 ad avere quel problema, proprio per via di come sono costruiti i moduli contenenti filtro e VCA: sono delle schedine ceramiche sulle quali sono saldati i componenti, le resistenze invece di essere dei componenti veri e propri sono delle strisce di carbone stampate sulla scheda, ed il tutto è incapsulato in resina. È proprio quella resina ad essere il problema, perché con gli anni degrada chimicamente e diventa conduttiva, producendo quindi cortocircuiti casuali sui pin dei componenti che ricopre. Tante volte basta togliere la resina ed il modulo difettoso torna a funzionare, io stesso sono riuscito a resuscitarne qualcuno in questo modo.

Gli altri Juno sono esenti da questo problema, ma ovviamente essendo strumenti con circa 40 anni sul groppone possono a loro volta avere dei problemi, come tutti gli altri synth loro coetanei. Ma in generale proprio i Juno ad eccezione del 106 sono tra gli analogici vintage che danno meno problemi, perché sono semplici ma nonostante questo sono costruiti bene (la qualità costruttiva di produttori come Roland e Yamaha non era seconda a nessuno). Il 106 ha avuto la sfiga che Roland ha deciso di adottare quel processo costruttivo, che di persè non è di bassa qualità, ma che con gli anni sviluppa un difetto che a quell'epoca era impossibile da prevedere.
In realtà nel 2007 ho dato via anche il bellissimo Juno 6, che presentava problemi sugli sliders... Non ricordo di preciso quali. Ho cercato per molti anni uno Juno 60 a prezzi umani, nisba..... Ora con Jupiter XM cerco quanto meno di sopperire in fase di mix, con Jura di AIR su Akai MPC ho solo l'idea di Juno. Dovrò aggiungere lo Jura chorus. Per la verità Akai ha un suono 'sporco' e molto caldo, non molto definito, ma mi piace e nei contesti in cui sono inserito come soundmaker..... tastierista risulta molto funzionale.
  • mima85
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19-05-24 13.39

gig69 ha scritto:
Che è poi la tecnica dei circuiti stampati ad alta densità utilizzato oggi, non a foro passante ma con i componenti a montaggio superficiale (SMD)


Si, la tecnologia SMD in realtà risale già agli anni '80, con la differenza che oggi i componenti sono ancora più miniaturizzati e molte volte i chip non hanno più i pin sul perimetro ma al loro posto delle piazzole di contatto sotto, da saldare con delle palline di stagno (BGA).
  • mima85
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19-05-24 13.44

greg ha scritto:
In realtà nel 2007 ho dato via anche il bellissimo Juno 6, che presentava problemi sugli sliders... Non ricordo di preciso quali.


Normale usura, è un problema che hanno anche vecchi mixer ed impianti audio.

greg ha scritto:
Ho cercato per molti anni uno Juno 60 a prezzi umani, nisba


Ormai è impossibile trovare uno di questi synth a prezzi umani. Forse lo sarà tra 20/30 anni, quando e soprattutto se il ricambio generazionale avrà ridotto la fetta di pubblico interessata a questi strumenti. Ma per il momento la situazione è questa, e tra l'altro non riguarda solo i synth ma anche un sacco di altra roba proveniente dagli anni '80, computer e console di videogiochi in primis.
  • SimonKeyb
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22-05-24 15.12

mima85 ha scritto:
Gli altri Juno sono esenti da questo problema, ma ovviamente essendo strumenti con circa 40 anni sul groppone possono a loro volta avere dei problemi, come tutti gli altri synth loro coetanei. Ma in generale proprio i Juno ad eccezione del 106 sono tra gli analogici vintage che danno meno problemi, perché sono semplici ma nonostante questo sono costruiti bene (la qualità costruttiva di produttori come Roland e Yamaha non era seconda a nessuno).

Anni addietro mi ricordo anche di problemi sui Juno6 e 60 ma come dici forse erano risolvibili con semplici operazioni di pulizia, cmq ricordavo male sui chip delle voci pensavo fosse un problema di tutti.
mima85 ha scritto:
la qualità costruttiva di produttori come Roland e Yamaha non era seconda a nessuno

Qualità costruttiva che lascia il tempo che trova se col tempo emergono vizi di progetto che sono molto più complessi da risolvere (vedasi la delicatezza dei Jupiter che tu conosci bene, la colla rossa, i bug..), anche il Polysix era rognoso mi ricordo, cosa che non si può dire per i CS Yamaha e i DX che sono dei veri carri armati. Yamaha ha lavorato molto meglio in questo senso.
  • mima85
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22-05-24 15.53

SimonKeyb ha scritto:
Qualità costruttiva che lascia il tempo che trova se col tempo emergono vizi di progetto che sono molto più complessi da risolvere (vedasi la delicatezza dei Jupiter che tu conosci bene


In realtà i Jupiter, specialmente il 6, sono tra gli analogici più stabili e affidabili di quell'epoca. Oggi questi strumenti hanno più di 40 anni ed è fisiologico che abbiano dei problemi, ma uno dei principali motivi per cui vedevi più Jupiter che Oberheim sui palchi in quegli anni, era proprio per la loro affidabilità.

Col Jupiter 8 ho avuto un po' di sfiga, ma comunque quando l'ho venduto, dopo aver sistemato i difetti che si erano presentati era bello stabile. E probabilmente, se l'avessi tenuto ancora oggi non avrei avuto più grossi problemi, forse qualcosa di sporadico ogni tanto. L'ho venduto solo per una mia stupida fisima mentale. E il 6, che è un synth che mi porterò fino alla tomba, è stabile come una roccia.

I synth più problematici erano gli americani, perlomeno quelli della prima metà degli anni '80, quelli si che sono delicati. L'OB-8 che ho è abbastanza stabile (ne ho dovute sudare di camicie per renderlo tale), ma anche lui ogni tanto se lo becco nella giornata storta fa fatica per esempio ad accordare i VCO, mentre il Jupiter 6 tutte le volte nel giro di mezzo secondo accorda i VCO alla perfezione (forse pure troppo...) e senza batter ciglio. Un paio di volte è pure accaduto che l'Oberheim mi corrompesse il contenuto della memoria, cosa mai successa con nessun Roland. Con gli Oberheim precedenti all'OB-8 poi i problemi aumentavano, pure di parecchio.

Lasciamo perdere inoltre macchine come il Memorymoog, che sono nate male fin dal principio e se non gli si cambiano la maggioranza dei connettori interni, sulla cui qualità Moog ha speculato come se non ci fosse un domani (d'altronde era sulla via del fallimento) tenerle accordate e stabili è pressoché impossibile.

"Vizi di progetto" è un termine che assocerei più ai synth americani che ai giapponesi, anche se chiaramente la perfezione non esiste da nessuna parte. E i problemi che affliggono oggi questi strumenti al di la degli originari vizi di progetto, sono normale e inevitabile invecchiamento della componentistica.

SimonKeyb ha scritto:
cosa che non si può dire per i CS Yamaha


I CS polifonici a VCO, bastava che li spostavi in una stanza ad una temperatura diversa, ed erano la fiera della scordatura. Chi li ha avuti lo sa e si ricorda bene i moccoli tirati nel tentativo di tenerli accordati, o perché facevano da loro il lavoro e si rendevano conto di che faticaccia era o perché lo facevano fare ad un tecnico, con relativa fattura.

SimonKeyb ha scritto:
i DX che sono dei veri carri armati


Questo è un synth digitale ed è intrinsecamente più stabile del più affidabile degli analogici.

SimonKeyb ha scritto:
Yamaha ha lavorato molto meglio in questo senso


Parlando di digitali di quell'epoca, ho messo le mani dentro DX-7 (MK1 ed MK2) ed SY-77, in vari Korg (M1, Wavestation, 01/W), e di Roland in D-50, D-70 ed U-20. Al di la del problema della colla rossa del D-70, che anche quello è un problema dovuto all'età e comparso parecchi anni dopo l'uscita sul mercato dello strumento, posso affermare che sono tutti costruiti molto bene.
  • SimonKeyb
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22-05-24 18.26

grazie per la risposta esaustiva, la mia non era una valutazione tecnica ma una considerazione statistica.
mima85 ha scritto:
Questo è un synth digitale ed è intrinsecamente più stabile del più affidabile degli analogici.

Hai citato diverse problematiche però capisci la scarsa tenuta di accordatura (a dir la verità vari CS su cui ho messo le mani a parte qualche pot ossidato mi sembravano tenere bene) può essere anche accettabile su synth di 50/60 anni fa che spero bene uno si tenga in un ambiente con umidità e temperature controllate. Ho avuto problemi di accordatura in certi postacci persino con MS20mini che è un analogico moderno.

Meno accettabile è una cosa come la colla rossa che se ti percola nelle schede ti tocca buttare via tutto, non solo D70 ma anche qualche JV e mi pare il JD800, e le procedure per prevenire non sono come cambiare un integrato.

Comunque tu valuti il progetto giustamente sull'efficacia del circuito e la qualità dei componenti, cosa mi dici del P5 e del ModelD? nei quali a differenza degli OB e JP ho raccolto meno feedback negativi