22-11-20 20.51
Quando dico politico non faccio un discorso di appartenenza.
Il problema politico che intendo è sovranazionale: lo spettro del debito, le risposte comunitarie che non sono concrete, la difficoltà a fare fronte comune.
Questo perché non siamo soli, ma non siamo neppure uno stato con un portafogli gonfio, e le scelte drastiche, soprattutto riguardanti provvedimenti che possono creare debito, sono piuttosto spaventose per chi governa.
Scelte razionalmente utili sono praticamente impossibili da attuare, per motivi di carattere culturale, economico e logistico.
Culturale perché ogni giorno sentiamo gridare alla dittatura.
Economico perché il portafogli non è molto gonfio.
Logistico perché ogni passo fatto dalla macchina della PA è tutto fuorché snello.
Aggiungo anche politico, perché nei vari comitati scientifici, la medicina del territorio non ha trovato espressione.
E credo che non sia stato un caso, visto che la medicina del territorio, che dovrebbe essere il primo baluardo, è stata lasciata allo sbando per mesi, e avrebbe sicuramente aperto il vaso di Pandora del disinvestimento sulla sanità. Meglio lasciarla fuori.
Politico anche perché, in parallelo all'emergenza, avrebbe dovuto trovare spazio un discorso trasversale atto ad analizzare le criticità croniche, smascherate dall'emergenza, e a gettare le basi per il futuro.
Il discorso green mobility, visto come una bellissima apertura per un futuro più pulito, è stato casuale e dettato dall'applicazione di direttive politiche (e finanziarie) europee: ci sarebbe stato anche senza Covid.
Premesso ciò cosa posso dire?
Che è mancata la cultura, la paura del tracollo finanziario ha avuto il sopravvento, e con la seconda ondata l'aspetto politico è virato dalla rigidità del lockdown primaverile alle mezze misure attuali.
Forse per paura di ripercussioni anche di carattere giuridico? Forse, costituzionalisti sul forum non ne leggo più, ma è plausibile.
Alcuni errori sono stati macroscopici.
È un caso che il picco dei contagi di sia registrato a 15 giorni da riapertura scuole e soprattutto delle elezioni?
È un caso che molte catene di contagio e relativi tracciamento non sia stato possibile ricostruirle, perché i mezzi pubblici sono sempre stipati come carri bestiame?
Probabilmente la scuola andava rivista come organizzazione, anche a turni su 3 fasce orarie, ma ci sono i contratti collettivi, i sindacati, e la penuria di personale.
Le aziende partecipate di trasporti hanno personale in eccesso ma penuria di mezzi.
I supermercati inspiegabilmente non sono stati oggetto di contingentamento degli accessi: perché? Io faccio i salti mortali per fare la spesa fuori ora di punta ed evitare le calche.
Tutto ciò per dire che soluzioni semplici non ci sono, e che quello che è mancato e mancherà è un ragionamento serio sulla nostra macchina della PA, sull'Unione Europea e sull'educazione della popolazione, e ovviamente sulla salute pubblica e sullo stato attuale del SSN.
Adesso speriamo nel vaccino per non investire su tutto il resto?
Intanto, e se ne parla troppo poco, vediamo come andrà con gli anticorpi monoclonali.
Poi vediamo come andrà il vaccino.
Nel mentre ricostruiamo un dibattito politico: siamo come a fine guerra, l'Italie deve ricostruire le proprie basi.
L'Unione Europea anche.
Aggiungo, che le opposizioni non avrebbero saputo fare meglio, ma neanche peggio: gli ostacoli ci sono per tutti, e anche chi è solito gridare si sarebbe trovato di fronte a muri.