21-03-21 15.45
Volevo scrivere due righe sulla questione vaccino offrendo un punto di vista differente, che è quello della difficoltà a fare ricerca.
I farmaci devono essere sperimentati.
Senza scendere nei tecnicismi, abbiamo diversi livelli:
- test in vitro che fondamentale valutano l'efficacia della molecola oggetto di studio contro il target designato
- sperimentazioni su modello animale
- sperimentazioni cliniche sull'uomo
I test in vitro sono fondamentali per verificare l'efficacia di una molecola, ma che si realizzano in una situazione artificiale, fuori dagli organismi, per cui viene completa bypassata tutta la farmacocinetica cioè tutto quello che accade alla molecola dalla somministrazione all'arrivo al sito di azione: è un dettaglio non da poco, perché ad esempio molti principi attivi naturali, hanno azione dimostrata in vitro, ma nella realtà non vi arrivano proprio, perché la somministrazione per via orale rende i principi attivi molto poco disponibili e attivi.
Ma è un primo passo fondamentale per capire se una sostanza funziona, la via di somministrazione ideale poi si studia in un secondo momento.
Gli studi su modello animale invece forniscono risultati maggiormente indicativi, non sempre rappresentativi 1:1, perché la fisiologia degli organismi animali non rispecchia quella umana.
Esempio tipico di grossa differenza: i cortisonici ai gatti andrebbero somministrati alla sera, mentre all'uomo al mattino, perché così facendo si rispettano i ritmi circadiani dell'asse ipotalamo/ipofisi/surrene. L'uomo è un animale diurno, le sue attività di caccia e approvvigionamento in natura si esplicano al mattino e comunque con la luce diurna (tanto che i picchi del cortisolo sono proprio al mattino presto, attorno all'ora di pranzo più un picco meno accentuato nel tardo pomeriggio, tutto in prossimità dei pasti guardacaso), mentre nel gatto, che è un felino e quindi un predatore crepuscolare, il picco massimo è all'imbrunire e durante la notte (questo spiega la simpatica attività notturna dei nostri amichetti).
In campo di ricerca biomedica si utilizzano molto frequentemente i modelli murini, cioè topi selezionati per avere alcune caratteristiche molto vicine all'uomo.
Al di là della non applicabilità al 100% dei risultati dei test in vivo su modello animale, ciò che frena molto questo tipo di ricerca è il risvolto etico: fare sperimentazione animale è diventato impossibile, in Italia praticamente nessuno usa stabulari animali, praticamente in Europa il grosso delle ricerche chirurgiche su modello animale si riescono a fare in Svizzera e Lussemburgo.
Arriviamo alle sperimentazioni cliniche (fase 2 e 3 sull'uomo).
E qui inizio davvero ad essere polemico.
I modelli matematici e le simulazioni software non sono ancora così affidabili, i test in vitro offrono solo spunti preliminari, i test sugli animali non offrono risultati attendibili al 100% e l'opinione pubblica rema contro, però vogliamo farmaci sicuri senza testarli su di noi.
Allora ci va bene che le multinazionali sperimentiano su disperati in tutto il terzo mondo, pagando con un piatto di minestra, gente alla disperazione che probabilmente non capisce neanche cosa sta facendo, ma che venderebbe un rene per avere qualcosa da mettere in tavola? L'etica ci impone la salvaguardia degli animali, ma chissenefrega dei brasiliani e degli argentini?
Vogliamo essere coerenti ed etici? Benissimo, facciamo come ho fatto io e come hanno fatto tanti: andiamo con la serenità e la consapevolezza a offrire la nostra partecipazione ad una sperimentazione su larga scala, facoltativa e non obbligatoria.
La leggenda che il consenso informato sia una manleva deve finire: il consenso per il vaccino mette nero su bianco ciò che sappiamo in materia, mettendo ovviamente in guardia sul fatto che possono esserci fenomeni ancora sconosciuti.