Scale modali

  • paolo_b3
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25-02-17 18.18

@ anonimo
ciao,
dal secondo 50 al 54. Quando fa quel passaggio conclusivo, se lo eseguo ad orecchio cioè, quel passaggio in scala di DO:
re sol re reb sol reb do sol si

a volte quel si i sembra che suoni male e vada meglio un sib.
Non so se sono riuscito a far capire il mio dubbio. La mia conclusione è che sembra sia dovuto all'intervallo di tempo entro il quale si suonano le due note finali, il SOL e il SI. Se vai fluido smbra stia meglio il SI; in caso contrario sembra stia meglio un SIb, ma sarà solo una mia impressione?
E' un passaggio classico del jazz, ed è proprio come l'hai scritto tu, ma se ti pare ci stia meglio il sib glielo puoi mettere. Io ad esempio lo metterei in acciaccatura al si.
Secondo me cerchi una risposta che ti puoi dare solo tu.
  • anonimo

25-02-17 18.32

@ paolo_b3
E' un passaggio classico del jazz, ed è proprio come l'hai scritto tu, ma se ti pare ci stia meglio il sib glielo puoi mettere. Io ad esempio lo metterei in acciaccatura al si.
Secondo me cerchi una risposta che ti puoi dare solo tu.
grazie per la conferma.
Forse ho letto troppa teoria emo
  • paolo_b3
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26-02-17 18.46

@ anonimo
grazie per la conferma.
Forse ho letto troppa teoria emo
La teoria non è mai troppa. Però non ti aspettare che si possa diventare compositori leggendo il manuale, la vera differenza la fa la ricchezza interiore e quella non si studia.
Dal punto di partenza fino "agli astri" un bel po' di base comunque te la puoi fare con la teoria...
  • anonimo

26-02-17 19.35

@ paolo_b3
La teoria non è mai troppa. Però non ti aspettare che si possa diventare compositori leggendo il manuale, la vera differenza la fa la ricchezza interiore e quella non si studia.
Dal punto di partenza fino "agli astri" un bel po' di base comunque te la puoi fare con la teoria...
Sante parole
  • anonimo

26-02-17 20.16

@ paolo_b3
La teoria non è mai troppa. Però non ti aspettare che si possa diventare compositori leggendo il manuale, la vera differenza la fa la ricchezza interiore e quella non si studia.
Dal punto di partenza fino "agli astri" un bel po' di base comunque te la puoi fare con la teoria...
grazie per i numerosi consigli.
  • anonimo

16-02-20 21.08

-
  • MiLord
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16-02-20 21.25

@ anonimo
-
So che cyrano mi bacchetterà subito perchè non si improvvisa sulle scale. emo
MA volendo considerare questi modi, queli sono i modi più classici usati nel jazz?
I primi due per poter prendere confidenza
  • anonimo

16-02-20 21.47

@ MiLord
So che cyrano mi bacchetterà subito perchè non si improvvisa sulle scale. emo
MA volendo considerare questi modi, queli sono i modi più classici usati nel jazz?
I primi due per poter prendere confidenza
ottimo consiglio, grazie.
Stavo giusto ripassando questi appunti di qualche tempo fa.
  • MiLord
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16-02-20 21.56

mark_c ha scritto:
ottimo consiglio, grazie.
Stavo giusto ripassando questi appunti di qualche tempo fa.

Ringrazio io te ma ahahha
La mia era una domanda non un consiglio. emoemoemo
Chiedevo io quali sono i primi due modi, o comunque i modi più usati nel jazz emo
  • anonimo

17-02-20 08.55

@ MiLord
So che cyrano mi bacchetterà subito perchè non si improvvisa sulle scale. emo
MA volendo considerare questi modi, queli sono i modi più classici usati nel jazz?
I primi due per poter prendere confidenza
Ionian (maj7), Lydian (maj7), Dorian (m7) e Mixolidian (7).

Ma non serve a nulla.

Basta sapere tre cose:

1) il centro tonale
2) la scala maggiore (o minore) del centro tonale
3) le note dell'accordo

E poi suonare sugli accordi.
  • zaphod
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17-02-20 09.02

MiLord ha scritto:
Chiedevo io quali sono i primi due modi, o comunque i modi più usati nel jazz

tutti e nessuno.
Trovo molto più utile ragionare ad accordo.
Mi spiego. Pensa ad un accordo come ad un quadro: se devi dipingere il mare, puoi usare vari toni di blu, un po' di verde, del bianco... ma non userai il rosso (evitare commenti sul tramonto emo); se dipingerai un fuoco, userai dei rossi, gialli, bianchi, ma verde e blu, probabilmente no...
Ecco, un accordo ti dà già indicazioni sulle note da suonare. Inizialmente ti atterrai maggiormente alle note di questo accordo, poi scoprirai che ne suoneranno bene anche altre (non foss'altro per dare varietà, e perchè gli accordi li devi concatenare, allora cercherai note di passaggio). E da un quadro come tanti inizierai a spostarti verso un Picasso...
Il limite è il tuo gusto: è una sfortuna, perchè è più difficile da insegnare; ma anche una fortuna, perchè sarà quello che ti distinguerà da altri pianisti. Altrimenti suoneremmo tutti uguale.
Nella mia modesta opinione, i modi servono più a chi deve analizzare quello che ha suonato un musicista, che al musicista stesso. Ad esempio, molti associano la scala frigia a Chick Corea. Ma lui non è solo modo frigio... emo

edit: M° Cyrano mi ha anticipato emo
  • anonimo

17-02-20 10.04

A mio modestissimo avviso, per imparare l'improvvisazione tonale i modi non servono assolutamente a nulla.

Quello che serve è:

1) Capire il concetto di regioni armoniche e relative cadenze attraverso le dominanti secondarie
2) Capire per ogni regione armonica quali sono le note degli accordi e qual'è la scala maggiore (o minore) di tale regione armonica
3) Stessa cosa per le modulazioni.

Esempio: All the things you are

Prima sezione

Fm7 | Bb7 | Eb7 | Abmaj7
Dbmaj7 || Dm7 - G7 | Cmaj7

Abbiamo una prima parte in Ab, quindi basta sapere la scala di Ab. Nessun bisogno di sapere mille modi.

Suoneremo le note degli accordi, eventualmente tensioni diatoniche o cromatiche, e collegheremo se necessario le note degli accordi con note provenienti dalla scala maggiore di Ab. Tutto qui

Poi si passa in C, stesso discorso. Suonare sulle note defi accordi, ensioni diatoniche o cromatiche, e collegheremo se necessario le note degli accordi con note provenienti dalla scala maggiore di C.

Come si vede chiaramente, i modi non servono. Il concetto scala-accordo non serve.

Note degli accordi, tensioni diatoniche e cromatiche e scala maggiore del centro tonale.
  • anonimo

17-02-20 10.17

@ anonimo
A mio modestissimo avviso, per imparare l'improvvisazione tonale i modi non servono assolutamente a nulla.

Quello che serve è:

1) Capire il concetto di regioni armoniche e relative cadenze attraverso le dominanti secondarie
2) Capire per ogni regione armonica quali sono le note degli accordi e qual'è la scala maggiore (o minore) di tale regione armonica
3) Stessa cosa per le modulazioni.

Esempio: All the things you are

Prima sezione

Fm7 | Bb7 | Eb7 | Abmaj7
Dbmaj7 || Dm7 - G7 | Cmaj7

Abbiamo una prima parte in Ab, quindi basta sapere la scala di Ab. Nessun bisogno di sapere mille modi.

Suoneremo le note degli accordi, eventualmente tensioni diatoniche o cromatiche, e collegheremo se necessario le note degli accordi con note provenienti dalla scala maggiore di Ab. Tutto qui

Poi si passa in C, stesso discorso. Suonare sulle note defi accordi, ensioni diatoniche o cromatiche, e collegheremo se necessario le note degli accordi con note provenienti dalla scala maggiore di C.

Come si vede chiaramente, i modi non servono. Il concetto scala-accordo non serve.

Note degli accordi, tensioni diatoniche e cromatiche e scala maggiore del centro tonale.
oggi li studio, grazie 1000
  • MiLord
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21-02-20 09.55

Scusate ho letto solo ora!
Thanks come al solito a cyrano e zaphod.
Sì mi è chiaro il vostro concetto. La moltitudine di accordi forse aiuta.
Sono io che insisto nella sezione sbagliata emo
Parlo di jazz ma tutto quello che vorrei sapere sul jazz mi serve per applicarlo a brani come "red baron" o "stratus" di Billy Cobham emo
Oppure restando su quel genere, che può essere anche più moderno, sul funk, dove spesso si improvvisa su due accordi o come nel caso di stratus addirittura uno.
Alla fine su quelli suono pentatoniche arricchiìte da cromatismi e intervalli di quarta che fanno effetto emo però uno che fa jazz chissà perchè, fa qualcosa di diverso che prende da chissà dove.
A me interessa il sapore jazz dei fraseggi, chiamiamolo bepop o da altri stili che comunque derivano dal jazz. Per questo penso che i modi e le scale siano utili. Perchè immagino che per due accordi non passino tutti i modi e le scale ma soltanto alcuni. O comunque solo alcuni sono più usati.
In questo caso, con un solo accordo mi viene difficile fare il vostro ragionamento.
Comunque mi esercito molto sull'improvvisazione, suonando continuamente e ascoltando continuamente indipendentemente dal modo di pensare qualcosa di discreto viene fuori emo
  • anonimo

21-02-20 10.00

@ MiLord
Scusate ho letto solo ora!
Thanks come al solito a cyrano e zaphod.
Sì mi è chiaro il vostro concetto. La moltitudine di accordi forse aiuta.
Sono io che insisto nella sezione sbagliata emo
Parlo di jazz ma tutto quello che vorrei sapere sul jazz mi serve per applicarlo a brani come "red baron" o "stratus" di Billy Cobham emo
Oppure restando su quel genere, che può essere anche più moderno, sul funk, dove spesso si improvvisa su due accordi o come nel caso di stratus addirittura uno.
Alla fine su quelli suono pentatoniche arricchiìte da cromatismi e intervalli di quarta che fanno effetto emo però uno che fa jazz chissà perchè, fa qualcosa di diverso che prende da chissà dove.
A me interessa il sapore jazz dei fraseggi, chiamiamolo bepop o da altri stili che comunque derivano dal jazz. Per questo penso che i modi e le scale siano utili. Perchè immagino che per due accordi non passino tutti i modi e le scale ma soltanto alcuni. O comunque solo alcuni sono più usati.
In questo caso, con un solo accordo mi viene difficile fare il vostro ragionamento.
Comunque mi esercito molto sull'improvvisazione, suonando continuamente e ascoltando continuamente indipendentemente dal modo di pensare qualcosa di discreto viene fuori emo
Capisco il tuo ragionamento, ma l'ossatura di qualunque sistema improvvisativo occidentale è la creazione di frasi melodiche basate sulla tensione/risoluzione sui gradi dell'accordo.

Questa va saputa prima di poter passare ad un'improvvisazione modale, se no sarebbe come voler affrontare il cubismo o l'astrattismo senza saper dipingere una semplice mela.

Detto questo, i procedimenti modali sono molti, tra i quali:

1) creazione dell'inciso melodico, sua ripetizione e variazione

2) serialismo

3) Fraseggi quartali

4) uso delle pentatoniche (compreso il side slipping e le terze minori)

5) astrattismo e spigolosità
  • MiLord
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21-02-20 10.03

Ho editato il messaggio ma sei stato fulmineo, io ti ringrazio!
Cyrano ha scritto:
1) creazione dell'inciso melodico, sua ripetizione e variazione

ok questo lo faccio
Cyrano ha scritto:
3) Fraseggi quartali

Questi li faccio!
Cyrano ha scritto:
4) uso delle pentatoniche (compreso il side slipping e le terze maggiori)

Eeeee a voglia emo

Cyrano ha scritto:
2) serialismo

ma che... emoemoemoemoemoemoemo

Cyrano ha scritto:
5) astrattismo e spigolosità

mi sa che mi manca soprattutto questa emo

No aspè side-slipping?
ma che... emoemoemoemoemoemoemo
  • MiLord
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21-02-20 10.06

Ah ora mi informo emo
side-slipping
  • anonimo

21-02-20 10.07

Compendio:

maj7: ionian e lydian, bebop maggiore
m7: dorian, aeolian, phrygian, bebop 7 sul V grado del centro tonale (sul Dm7, scala bebop di G7)
m7(b5): locrian, bebop 7 sul V grado del centro tonale (sul Bm7(b5), scala bebop di G7)
7: mixolidian, bebop7
7alt: diminuita
dim7: diminuita
7(b9): modo ebreo (scala minore armonica discendente del IV grado: su G7(b9), scala di C minore armonica discendente), phrygian a partire dal bVII grado (G7(b9) si può usare F phrygian)

Poi si possono trovare altre varianti
  • MiLord
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21-02-20 10.15

@ anonimo
Compendio:

maj7: ionian e lydian, bebop maggiore
m7: dorian, aeolian, phrygian, bebop 7 sul V grado del centro tonale (sul Dm7, scala bebop di G7)
m7(b5): locrian, bebop 7 sul V grado del centro tonale (sul Bm7(b5), scala bebop di G7)
7: mixolidian, bebop7
7alt: diminuita
dim7: diminuita
7(b9): modo ebreo (scala minore armonica discendente del IV grado: su G7(b9), scala di C minore armonica discendente), phrygian a partire dal bVII grado (G7(b9) si può usare F phrygian)

Poi si possono trovare altre varianti
Per qualche motivo non riesco a darvi i thanks, provvederò di sicuro!
Premetto che non mi piace niente di quello che suona, ho cercato side-slipping e ho trovato questo video.
Immagino che tu non sia d'accordo

Grazie cyrano
  • anonimo

21-02-20 10.21

@ MiLord
Ho editato il messaggio ma sei stato fulmineo, io ti ringrazio!
Cyrano ha scritto:
1) creazione dell'inciso melodico, sua ripetizione e variazione

ok questo lo faccio
Cyrano ha scritto:
3) Fraseggi quartali

Questi li faccio!
Cyrano ha scritto:
4) uso delle pentatoniche (compreso il side slipping e le terze maggiori)

Eeeee a voglia emo

Cyrano ha scritto:
2) serialismo

ma che... emoemoemoemoemoemoemo

Cyrano ha scritto:
5) astrattismo e spigolosità

mi sa che mi manca soprattutto questa emo

No aspè side-slipping?
ma che... emoemoemoemoemoemoemo
Prendiamo le pentatoniche, per esempio come usarle su Dm7.

1) Innanzitutto si devono sviluppare i cosiddetti "patterns alla McCoy". Praticamente sono fraseggi che evitano di suonare la pentatonica "su e giù" ma creano incisi dove alcune note vengono saltate, il moto si alterna tra ascendente e discendente etc. Più facile ascoltare McCoy o un qualunque tutorial su Youtube che spiegarlo per iscritto.

2) Quali pentatoniche?

- Dmin, o Fmaj (ovviamente)
- Cmaj
- ma anche Gmaj e Amin
- ed anche le cosiddette "pentatoniche alterate"

3) Side slipping: mantenendo lo stesso tipo di pattern, spostarsi fulmineamente mezzo tono sopra o sotto (esempio: da Dm a D#m o Dbm) e poi tornare sulla pentatonica base. Importantissime due cose:

- Per dare struttura ed intelligibilità, usare patterns simili sia nella pentatonica base che in quella "slippata"

- suonare con estrema intenzione e decisione, se no sembra che si stia sbagliando

4) Terze minori: Dm Fm Abm Cbm, anche qui patterns consistenti e ben intelligibili