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C’è una base da conoscere per poi suonare, e per quella non servono insegnati mirabolanti ma studio, una volta appresa quella poi si passa a discutere di cose interessanti ma senza quella ci si trova di fronte ad un muro, se ci fate caso è la stessa cosa che spiega Silvestro in alcuni video dove dice “se non sapete prima questo e poi questo non guardate questo video, non sarete in grado di capirlo” poi se uno vuole farsi una suonata tra amici allora non serve andare al conservatorio, però come dice un mio amico “non esiste musica più brutta del iazz suonato male”20-07-23 18.55
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Un famoso pianista della zona molto tempo fa a lezione mi disse “hai un lavoro? Bene lascia state la musica”20-07-23 22.39
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Intendiamoci, mica sono d’accordo con tutto quello che dice Silvestro e neanche mi interessa, mi piacciono delle cose che fa mentre suona quindi scelgo dei passaggi interessanti li rallento e “rubo”, li analizzo in modo da poterli usare in tutte le tonalità21-07-23 10.48
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I conservatori jazz hanno bisogno di soldi e quindi fanno entrare quasi tutti, poi se uno non ce la fa molla, non ci vedo nulla di scandaloso. quando sono nati i dipartimenti jazz era diverso, erano pochi e c’era molta richiesta, il test di entrata era molto difficile, miei amici musicisti non sono riusciti ad entrare a Bologna al tempo.21-07-23 12.01
Ricordo una tizia diplomata al conservatorio classico (se sei diplomato puoi andare direttamente al biennio saltando il triennio, cosa senza senso), non sapeva una mazza di jazz (era li per i crediti) e mi chiese se le insegnavo giant steps, che risate21-07-23 12.25
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Tornando agli esercizi: secondo me è mille volte meglio imparare a suonare bene il blues in Bb con le shells di bud powell ed una bella linea bebop improvvisata, piuttosto che fare mille armonizzazioni esoteriche, “sapori”, conoscere l’ “armonia funzionale” e mille voicing e “relazioni scala/accordo” poi ridursi a malcagare un solo fatto da qualche scoreggetta diatonica ed un diluvio meccanico di pentatoniche.21-07-23 12.55