Songwriting, il momento del dubbio

  • Gixson
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22-09-13 13.15

Da qualche mese sto collaborando con dei musicisti inglesi. Li ho contattati, dopo una lunghissima ed estenuante selezione tramite svariati canali internet come Youtube, Reverbnation, Myspace ecc... proponendogli alcuni miei pezzi, creati già in partenza per questo scopo.
A loro i pezzi sono piaciuti molto, tant'è che hanno accettato subito la proposta di collaborazione. Con l'entusiasmo a mille, da allora i pezzi, in partenza 3, sono diventati una ventina. Come progettato in partenza, i testi saranno realizzati necessariamente dalla band, o almeno da uno di loro (ma questa è un'altra storia).

Giusto per non lasciare dubbi e rispondere in anticipo a domande che sorgono spontanee, dico subito che lo scopo finale sarà quello di attirare l'attenzione di discografici inglesi con dei concerti che i ragazzi faranno in giro per il regno unito (come si usa da quelle parti).

Il motivo del thread riguarda un certo dubbio che mi è sorto di recente (nonostante l'entusiasmo dei musicisti inglesi), in specifico riguardano il linguaggio, l'evoluzione del modo di scrivere canzoni ecc...
Chiusa parentesi, tornando al dubbio, potrei racchiudere il tutto in una sola domanda: una canzone deve per forza essere alternativa e innovativa nel linguaggio (stiamo parlando di canzoni pop rock molto mainstream) oppure, al di là di tutto, quello che conta è il risultato finale e soprattutto la risposta del pubblico? Insomma, è ancora accettabile oggi pensare di scrivere canzoni di getto, d'istinto, seguendo per lo più l'orecchio e il cuore più che la ragione, la razionalità? E'ancora buona la regola secondo cui se suona bene allora va bene, oppure oggi più che mai bisogna attenersi ad un certo linguaggio musicale più attuale? Un'ultima domanda, secondo voi, si tratta più di una questione di genere musicale o di periodo storico?

La prima serie di venti canzoni scritta per i brit boys è uscita proprio così, d'istinto, senza tenere conto del linguaggio musicale, dello stile ecc... però sono piaciute parecchio. Non so se essere contento e saltellare di gioia, oppure iniziare a pensare che i ragazzi inglesi non hanno buon gusto per le canzoni (c'è da dire che tecnicamente sono molto bravi e preparati, anche se giovani, quindi non stiamo parlando di ragazzini che strimpellano... giusto per avere un quadro della situazione). Intanto ho già iniziato a scrivere pezzi nuovi, ma questa volta prestando più attenzione al linguaggio e cercando di essere molto più rock che pop. Essendo abituato a scrivere d'istinto però, mi risulta difficile entrare nell'ottica del 'linguaggio" musicale descritto sopra. Pensavo che la "firma", quello che viene riconosciuto come stile musicale, dipendesse per lo più dal timbro vocale del cantante oltre che dal modo di arrangiare del gruppo.

In pratica il dubbio (magari è solo la crisi dei quaranta) del titolo riguarda l'importanza o meno nel creare un linguaggio musicale a monte, piuttosto che crearlo tramite arrangiamenti e interpretazione. Mi piacerebbe sentire le vostre opinioni, i vostri "trucchi" per creare un vostro distinguibile linguaggio musicale. emo
Edited 12 Ott. 2013 10:29
  • anonimo
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23-09-13 00.38

Per quanto possa valere la mia opinione, sono stato un songwriter anch'io fino a pochi anni fa. Non essendo iscritto alla siae, purtroppo, i miei brani se li sono presi i produttori. Da allora ho nel cassetto circa una quarantina di brani, scritti di pugno e arrangiati con chitarra e/o piano acustici.

Il riscontro del pubblico non l'ho mai calcolato sinceramente, ho sempre scritto di getto le mie emozioni del momento, positive, negative, propositive, empatiche, etc.
Il risultato è stato: alcuni brani più orecchiabili, altri meno. Il brano più orecchiabile della categoria degli orecchiabili - e anche il più semplice a livello compositivo ma per questo forse più immediato - è stato quello che amici e conoscenti ricordano a distanza di oltre 20 anni! E forse, ora che mi ci fai pensare, è stato quello scritto più velocemente degli altri. Quindi la mia teoria al momento è: più componi di getto senza mentalizzare, maggiore sarà la fetta di pubblico che sarà in grado di recepire.

Non credo ci sia un modello preimpostato da seguire... anzi, penso che così facendo appariresti come una fotocopia di qualcun'altro... il pubblico se ne accorge, eccome!
Edited 22 Set. 2013 22:39
  • Gixson
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23-09-13 14.26

Spectrum ha scritto:
Quindi la mia teoria al momento è: più componi di getto senza mentalizzare, maggiore sarà la fetta di pubblico che sarà in grado di recepire.


Mi viene in mente Elton John che in un intervista disse che quando compone, una volta iniziato il tema di una melodia, deve necessariamente completare l'idea nel giro di 30 minuti, altrimenti la stessa viene scartata. Però stiamo parlando di un artista col DONO. Pensa invece a Beethoven (scusate il confronto blasfemo, ma è giusto per dare l'idea) che un'idea musicale prima di considerarla definitiva la rigirava mille volte. In questo caso, del come nascono i pezzi (al di là di tutti i discorsi stilistici, di studio ecc...), non credo ci sia un modo giusto e uno sbagliato. Il modo giusto, di solito (e comunque per quanto riguarda me stesso), è quello che mi riesce meglio.

p.s. a proposito di DONO e soprattutto di GIOCO MUSICALE, rispondo qui vista la chiusura del 3d. Il mio tono volutamente saccente da chi sta sul piedistallo non rappresenta il mio carattere, quello che sono realmente: era solo una provocazione all'autore del 3d, perché da come ho interpretato il suo messaggio è come se avessi letto: "cari allievi, oggi il gran Maestro vi propone un gioco...". Quella si che è roba da piedistallo... e tutto il resto emo emo
Edited 23 Set. 2013 12:35
  • anonimo
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23-09-13 15.43

Gixson ha scritto:
Però stiamo parlando di un artista col DONO.


Magari potrò apparire cinico, ma ti dico la verità, penso che il presunto "dono" che si attribuisce spesso a chicchessia (e mi riferisco a tutti i settori artistici) sia un pò una bufala, così come colui che ha l'orecchio assoluto dalla nascita, etc etc. Le trovo argomentazioni pari a quelle di chi ha facoltà medianiche. C'è chi ci crede, io no.
Non credo neanche alle leggende metropolitane secondo cui Bach, Mozart, etc etc (ci siamo capiti)

Penso che alla base di tutto ci siano principalmente questi 3 fattori, in ordine di importanza:
1) una predisposizione naturale all'orecchio musicale, cosa che hanno 9 persone su 10
2) una famiglia che ti supporta e ti motiva fin da piccolo, senza ovviamente obbligarti
3) la fortuna di incappare in un pedagogo musicale che sa insegnare e coinvolgere senza annoiare

Queste sono le basi - secondo me - di un percorso artistico che deve essere concepito inizialmente come quadro di motivazioni psicologiche, fin dall'infanzia ovviamente. Che poi diventi genio musicale o ultimo violino dell'orchestra regionale, quello è un altro par di maniche. E' chiaro che dall'adolescenza in poi ci sarà una selezione naturale tra quelli che si volgono allo strumento e quelli che si volgono alle gonnelle o simili "distrazioni" che personalmente ritengo, nel caso, ampiamente giustificate emo
  • renatus
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24-09-13 00.20

Regola numero dello scrivere canzoni:
"Se ti piace qualcosa perché pensi che piacerà ad altri è sicuro che non piacerà a nessuno".
  • Gixson
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24-09-13 10.24

E' chiaro che se trovi un buon maestro, sei predisposto alla musica e in famiglia ti sostengono senza romperti la chitarra in testa (o quello che è), parti avvantaggiato rispetto ad altri meno fortunati. In pratica sarebbe come affermare che un bambino ricco avrà maggiori possibilità per il suo futuro rispetto ad uno povero (è un'ovvietà).
Pensa a Lennon, Cobain, Gallagher (quello degli Oasis) e tanti altri, con una situazione familiare disastrosa, nessuna o quasi motivazione fin da piccoli, oltre ad aver iniziato l'approccio musicale da adolescenti (13-14-15 anni) e da autodidatta, quindi con fattore 3 totalmente assente. Come lo spieghi? Forse hai saltato un altro fattore, quello più importante: il fattore X emo ... un'altra cosa essenziale che non hai menzionato è il fattore caratteriale, non sto parlando delle attitudini, parlo del temperamento.

... continuo dopo... impegno urgente...



  • Topone
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24-09-13 13.25

è stato chiuso? peccato!emo
  • vin_roma
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24-09-13 14.47

X gixson:

la tua sintesi sul 3d "gioco musicale" (cari allievi, oggi il gran maestro vi propone...) è perfetta!

tocca anche dire però che Leo Corradi è un jazzista e neanche l' ultimo arrivato (anche se x me è uno che fa troppe note, tutte studiate e dopo 3 minuti che l' ascolto "giro csnale).

Per quanto riguarda il linguaggio musicale penso che non si possa creare a tavolino. deve essere quello che ti esce, tanto che se pure lo programmi sarà sempre il tuo modo, convincente o meno.

mio pensiero ovviamente.
Edited 24 Set. 2013 12:47
  • Gixson
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24-09-13 15.26

Spectrum ha scritto:
Queste sono le basi - secondo me - di un percorso artistico che deve essere concepito inizialmente come quadro di motivazioni psicologiche, fin dall'infanzia ovviamente


Da quello che si legge nelle biografie dei padri del rock, blues ecc... e dai grandi dei decenni successivi, sembrerebbe invece che durante l'infanzia l'ultima cosa a cui pensavano fosse proprio la musica e/o l'arte in generale. Ovvio invece che nel campo della musica colta un percorso artistico motivato fin dall'infanzia è praticamente d'obbligo.

E' chiaro che dall'adolescenza in poi ci sarà una selezione naturale tra quelli che si volgono allo strumento e quelli che si volgono alle gonnelle o simili "distrazioni" che personalmente ritengo, nel caso, ampiamente giustificate



Ma non credo, penso che vai troppo sul personale: una cosa non esclude l'altra. Credo che la maggior parte delle rock star abbiano trombato come dei grilli da adolescenti senza per questo rinunciare alla musica. Anzi, per molti la stessa band era un mezzo che attirava flotte di ragazzine. Pensa solo ai Beatles periodo cavern club: ogni sera suonavano, ogni sera trombavano ragazze diverse e intanto mettevano le basi per quello che tutto il mondo conosce.


A parte questo, ho letto sopra che per il fatto di non essere iscritto alla siae avresti regalato le tue canzoni a produttori. due cose: di queste canzoni, i produttori, cosa ne hanno fatto? la siae non tutela la paternità delle canzoni (serve solo per i proventi e cose simili), per la paternità esistono, soprattutto oggi, mille altri modi che ci permettono di mettere al sicuro le nostre canzoni da produttori ladri. Personalmente utilizzo il sistema di marcatura temporale con firma digitale (oltre a questo, solo perché sono paranoico, mi spedisco in allegato gli mp3 delle canzoni tramite posta elettronica certificata).
Edited 24 Set. 2013 13:27
  • anonimo
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24-09-13 17.45

Gixson ha scritto:
Da quello che si legge nelle biografie dei padri del rock, blues ecc... e dai grandi dei decenni successivi, sembrerebbe invece che durante l'infanzia l'ultima cosa a cui pensavano fosse proprio la musica e/o l'arte in generale. Ovvio invece che nel campo della musica colta un percorso artistico motivato fin dall'infanzia è praticamente d'obbligo.


C'è un grosso fraintendimento. Non mi riferivo a generi musicali in particolare ma alla figura del musicista a tutto tondo, formato da un'accademia o conservatorio, il cui percorso è mediamente sui 10 anni, periodo che si allunga se si scelgono poi specializzazioni quali direzione d'orchestra o altro. Per affrontare un percorso del genere sin da piccoli occorrono basi motivazionali e colpi di fortuna che vanno oltre il personale interesse.
L'industria pop si avvale di tali musicisti più di quanto pensi, a cominciare dai Beatles e i R. Stones per finire ai Coldplay (googla "Davide Rossi Coldplay", e capirai il concetto che voglio esprimere).
Ti ho portato degli esempi illustri ma credimi se ti dico che di produttori artistici negli studi ne trovi quanti ne vuoi e il percorso formativo è quello, non si scappa.

Gixson ha scritto:
A parte questo, ho letto sopra che per il fatto di non essere iscritto alla siae avresti regalato le tue canzoni a produttori. due cose: di queste canzoni, i produttori, cosa ne hanno fatto? la siae non tutela la paternità delle canzoni (serve solo per i proventi e cose simili), per la paternità esistono, soprattutto oggi, mille altri modi che ci permettono di mettere al sicuro le nostre canzoni da produttori ladri. Personalmente utilizzo il sistema di marcatura temporale con firma digitale (oltre a questo, solo perché sono paranoico, mi spedisco in allegato gli mp3 delle canzoni tramite posta elettronica certificata).


E' successo una ventina d'anni fa, quando alla siae potevi iscriverti previo esame come paroliere, melodista o compositore. Prerogativa era un esame di accertamento delle competenze musicali e una cifra annuale che mi pare andasse sulle 300 mila lire e per ogni brano depositato dovevi versare altri soldi. Tentai all'epoca di iscrivermi alla Gema perché non c'era obbligo di esame e le tariffe erano inferiori, ma c'erano delle beghe perché cmq dovevi passare dalla siae lo stesso per gli eventuali proventi.
Si ragiona di quando la Creative Commons era fantascienza e i primi cellulari pesavano 3kg. emo
Edited 24 Set. 2013 16:02
  • Gixson
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24-09-13 19.13

Spectrum ha scritto:
(googla "Davide Rossi Coldplay", e capirai il concetto che voglio esprimere).
Ti ho portato degli esempi illustri ma credimi se ti dico che di produttori artistici negli studi ne trovi quanti ne vuoi e il percorso formativo è quello, non si scappa



Adesso non so più se stiamo parlando di songwriting, di Dono o altro emo , in ogni caso è già stato detto che per coprire certi ruoli nel campo della musica bisogna per forza essere molto "studiati", e il produttore è uno di questi.
In pratica, il produttore sta al songwriter come il correttore di bozze sta allo scrittore, solo che il primo (il produttore o correttore) deve per forza aver studiato la materia alla perfezione, mentre il secondo no, perché è spinto più dal dono che dagli studi fatti... o non fatti.

Per come la vedo io e per esperienza personale, è necessario imparare almeno l'essenziale utile per scrivere canzoni in modo consapevole: accordi, scale, forma musicale di base, note accidentali, trasformazione del tema ecc...). Sono nozioni che si imparano in poco tempo, poi basta molta pratica e tanto talento. Di sicuro i grandi artisti autodidatta citati sopra sono stati, per lo meno, "indottrinati" dal George Martin della situazione. Si tratta di poche nozioni, ma comunque essenziali, per come la vedo io.
Edited 24 Set. 2013 17:16
  • Gilberto
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25-09-13 10.42

Di sicuro l'arrangiamento, il lavoro in generale del produttore e non per ultimo il cantante contribuiscono al rendersi riconoscibili in termini di stile. Oltre a questo però, utilizzare certe soluzioni armonico/melodiche praticamente in tutte le canzoni, abitua l'ascoltatore ad associare quelle sonorità a quell'artista.


Ho paura però che questo non sia proprio il sito adatto per trattare questo genere di argomenti. Questo più che altro è un sito frequentato da tastieristi/pianisti... pianobaristi.

Purtroppo in italia non ce ne sono, devi per forza orientarti in siti inglesi o americani (ma visto che collabori con ragazzi inglesi credo che non avrai problemi con l'inglese) dove l'argomento songwriting è molto discusso.


Qui dentro ci sono tanti bravi, bravissimi musicisti esecutori, ma quello che tu cerchi è molto lontano da questo tipo di ambiente musicale. Il motto adatto, azzeccatissimo all'aria che si respira qui dentro può essere sintetizzato in questa frase presa proprio da un intervento di una discussione, quella del pianobar:


"ho suonato quel poco che ricordavo: purtroppo senza spartiti ho poca memoria"



Buona fortuna
Edited 25 Set. 2013 9:40
  • Gixson
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25-09-13 13.23

Gilberto ha scritto:
"ho suonato quel poco che ricordavo: purtroppo senza spartiti ho poca memoria"



emo emo


hahahaha...questa frase me la scrivo sulla parete del mio studio, da leggere e rileggere durante i periodi di sconforto e di dubbi come questo emo

In effetti mi sento già meglio adesso emo
  • anonimo
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25-09-13 17.41

Gilberto ha scritto:
Purtroppo in italia non ce ne sono, devi per forza orientarti in siti inglesi o americani


Il solito menagramo esterofilo. emo



@ Gixson: guarda qui, è un buen retiro per ampliare le conoscenze sul songwriting.

  • vin_roma
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25-09-13 18.08

Spectrum ha scritto:

@ Gixson: guarda qui, è un buen retiro per ampliare le conoscenze sul songwriting.

E' un forum forse un po' troppo accademico...
  • vin_roma
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25-09-13 18.08

scusate, doppio post!
Edited 25 Set. 2013 16:10
  • Gixson
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25-09-13 18.15

Spectrum ha scritto:
@ Gixson: guarda qui, è un buen retiro per ampliare le conoscenze sul songwriting.



Vade retro emo

Nuuuu.... è ill solito sito palloso di accademici o pseudo tali. In effetti googleando in giro e cercando Songwriting forum si trovano tante discussioni (in inglese) tra songwriters. In italia invece pare abbiano tutti un po' la puzza sotto il naso, si atteggiano da grandi maestri e poi nel mondo valgono come una cacca di piccione (ovviamente con le dovute distinzioni).

Comunque, come mi capita nei momenti di "crisi", mettere nero su bianco, soprattutto in un contesto "pubblico", i miei dubbi è già un grande passo avanti per risolverli. E' un po' come quanto si vomita e poi ci si sente meglio: l'importante è non tenere dentro nulla emo

Mi rendo conto, a mente fredda, dì conoscere già le risposte alle mie stesse domande riguardo a dubbi su linguaggio e stile musicale. Il problema però è che ogni tanto, forse troppo spesso, metto in discussione quello che faccio. Se non stessi collaborando con i musicisti inglesi sarei già pronto a cestinare tutto i llavoro degli ultimi mesi, ma loro stessi sono la conferma che è meglio insistere su questa strada.



Edited 25 Set. 2013 16:16
  • michelet
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02-10-13 11.52

Premetto di non aver letto molto approfonditamente le altre risposte, proprio per non venirne influenzato.

Se lo scopo del tuo prodotto è meramente commerciale, deve valere la logica del "give the people what they want" e quindi dovrai confezionare musica e testi in base alle esigenze del pubblico a cui ti rivolgi.
Anzi, a tal proposito, dovresti farti dare una mano per i testi (e gli arrangiamenti) proprio dai musicisti inglesi che, sicuramente avranno il polso della situazione.

Se invece il tuo intendimento è quello di confezionare un prodotto di nicchia, magari raffinato, ma comunque per un pubblico non oceanico, tieni tutto com'è ma non aspettarti un successo planetario.

Tutto dipende se desideri fare qualcosa per il pubblico o per te.

Voglio dire, anche se forse il paragone non è perfettamente calzante (e qui spero che il buon vinroma mi venga incontro) Ennio Morricone è conosciuto e famoso per le sue splendide musiche per film, tuttavia è quasi sconosciuta dal grandissimo pubblico la sua produzione di musica contemporanea.
Per quanto Ennio Morricone con falsa modestia affermi che la "sua" musica è proprio quella contemporanea (che per inciso ben pochi ascoltano ed apprezzano, i motivi ve li lascio immaginare) i colossali guadagni li ha fatti e continua a farli con la musica per film... emo
Edited 2 Ott. 2013 9:53
  • Gixson
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02-10-13 13.08

Dall'inizio ho cercato un gruppo che oltre a delle caratteristiche specifiche, fosse in grado anche di scrivere i testi, e non solo per il fatto di scrivere della quotidianità anglosassone (che solo loro possono conoscere così profondamente), ma soprattutto per renderli parte attiva delle canzoni come co autori, senza essere limitati alla sola esecuzione delle canzoni. Ho pensato che più sono coinvolti con i pezzi e maggiore sarà l'entusiasmo e la carica nell'interpretarli. Stesso discorso per gli arrangiamenti.


michelet ha scritto:
Se invece il tuo intendimento è quello di confezionare un prodotto di nicchia, magari raffinato, ma comunque per un pubblico non oceanico, tieni tutto com'è ma non aspettarti un successo planetario.

Tutto dipende se desideri fare qualcosa per il pubblico o per te.

Voglio dire, anche se forse il paragone non è perfettamente calzante (e qui spero che il buon vinroma mi venga incontro) Ennio Morricone è conosciuto e famoso per le sue splendide musiche per film, tuttavia è quasi sconosciuta dal grandissimo pubblico la sua produzione di musica contemporanea.
Per quanto Ennio Morricone con falsa modestia affermi che la "sua" musica è proprio quella contemporanea (che per inciso ben pochi ascoltano ed apprezzano, i motivi ve li lascio immaginare) i colossali guadagni li ha fatti e continua a farli con la musica per film



Onestamente ancora oggi non mi è ben chiaro questo concetto. Dal mio punto di vista, le canzoni così dette "di nicchia", che fa tanto hipster (come si intende oggi), si distinguono da quelle cosi dette "per il pubblico" semplicemente per il fatto che alle prime l'attenzione è data esclusivamente alla parte tecnica, mentre per le seconde la parte essenziale è l'orecchiabilità, il fatto che Devono piacere al vasto pubblico.

Ora, riflettendo profondamente e onestamente, vien da se che, dei musicisti col medesimo livello di preparazione musicale saranno in grado sicuramente di scegliere, al di là di tutto, di fare musica di nicchia sfruttando la loro capacità tecnica, ma allo stesso tempo gli stessi non potranno mai "decidere" a tavolino di fare musica per il grande pubblico, quella che vende, perché in quel caso sono necessarie capacità che vanno oltre lo studio e la tecnica (che poi la tecnica e lo studio aiutano sono d'accordo, ma è un altro discorso).

Un paio di anni fa arrivai addirittura (durante l'ennesima discussione su questo tema) a proporre 10,000 euro a chiunque avesse dimostrato con i fatti che scrivere, per esempio, Wonderwall degli Oasis fosse oggettivamente più semplice rispetto ad un pezzo qualunque progressive e cose simili.
Non vi sembra quindi ovvio, elementare che fin quando la questione mainstream vs progressive/sperimentale non è dimostrata nero su bianco sarebbe meglio evitare questi confronti?

Non credo, nonostante le sue affermazioni di oggi, che Morricone abbia deciso, ai tempi, di fare cagate per guadagnare. Che gli piaccia o no, quello che lo ha reso famoso al mondo è il suo Dono, e non tanto la sua capacità tecnica (che chiunque può raggiungere con anni di studio). La vecchiaia è una brutta bestia, soprattutto quando ti rincoglionisce.
Edited 2 Ott. 2013 12:36