03-08-10 16.10
Il grande sogno è quello di mettere ordine nell'improvvisazione jazzistica. e quindi, teminato il chorus, non trovarsi come un pesce fuori dall'acqua. Oppure, peggio, privilegiare le tonalità più semplici o più congegnali ( nel mio caso A+, C+ ,Cminor, E+ e compagnia cantando...). Lo so, lo so bisogna cominciare dalle scale, l'armonia di base ( Pedron ?) e proseguire con lo studio dei voicing. Opera titanica ! Per questo mi urge un piano digitale da abbinare al mio attuale acustico Kawai. Per non fare impazzire il vicinato....Finora mi ha aiutato lo stellone, il bluff e ( diciamolo pure) l'occasionale uditorio per lo più incompetente del genere...Ma a 60 anni ho deciso di dire basta. Solo che mi ci vorrebbe un'altra vita per approfondire la materia adeguatamente...qui non si tratta di piano bar o di mistificazioni computeristiche. Solo che adesso , a differenza di prima, avrei il tempo...Enrico Pieranunzi, che considero uno tra i primi cinque più grandi pianisti jazz a livello mondiale, mi consigliava ,a margine di un concerto, di partire da Jazz theory book di Mark Levine oppure da The jazz piano book dello stesso autore. Ho dato un'occhiata in rete prima di acquistarli: complicatissimi...Qualcuno sa dirmi come partire in maniera più...soft. E inoltre ( lo ripeto qui pur avendo già postato la richiesta nell'apposito thread ) quale piano digitale mi consigliate? Budget 1000 euro. Avrei anche la necessità ( visto il genere ) di una sezione ritmica ( bass and drums) . Grazie in anticipo per i vostri suggerimenti. Ciao03-08-10 20.48
Andiamo con ordine: per la questione del pianoforte, se non hai necessità di avere amplificazione interna, ti consiglio Yamaha CP33.03-08-10 21.39
Però i 2 Levine secondo me sono per chi ha già provato tanto e gli servono per dare quel tocco di classe in più. Secondo me se improvvisa sugli standards deve sentire un po di youtube, diciamo 6 mesi, quando farai altre cose ti viene in mente il pezzo e come lo improvviseresti sei pronto per i Levine, per dare quel tocco di "improvvisazione canonizzata".
04-08-10 00.44
Grazie per i consigli. Ne terrò conto sicuramente. Oggi sono andato per Yamaha cp 33. Esaurito. Così domani molto probabilmente uscirò con un Kawai es 6 . Si vede che il mio destino è indissolubilmente legato a Kawai....Costa un po' di più ma, a mio giudizio, ha un'ottima sezione ritmica integrata. Problema risolto. Forse un po' troppo funky da quanto ho potuto sentire velocemente ma tant'è...Vorrà dire che mi avvicinerò di più al Corea dei Return forever piuttosto che all' Evans trio. Per quanto riguarda i manuali sto riflettendo. Devo metabolizzare una decisione. Nel frattempo mi sto dedicando alla studio di " I will say goodbye" nella stesura completa di Bill Evans. poi intendo procedere con "Never let me go" e "Seascape". Mi sarebbe piaciuto lavorare su " Letter to Evan" ma ho trovato solamente il chorus. Quindi è come se non avessi trovato nulla. E' un po' come la storia dei Real Book. Ti fai tutti i brani e alla fine non hai imparato nulla...Cominciamo con l'analisi dei voicing del sommo maestro..poi vedremo. Vi ringrazio infinitamente. Ciao
04-08-10 02.41
Jarrett secondo me non è un pianista "da studio".
. . . magari se non facesse tutti quei lamenti potrei arrivare a 20.
), McCoy Tyner (se vuoi avvicinarti al Jazz modale) ma anche grandi pianisti meno studiati come ad esempio Red Garland (procurati le registrazioni in trio per sentire veramente - secondo me - come si suonano gli standards) o Tommy Flanagan.
04-08-10 19.09
Con tutto il rispetto per le opinioni altrui è il pianista che meno si avvicina in assoluto alla mia idea di jazz....Ascolta Enrico Pieranunzi ( parlando di taliani ovviamente ) e se non ti piace vorrà dire che, giustamente, abbiamo opinioni diverse. Il Jazz , a mio modo di vedere, non è solamente tecnica,scale, accordi e così via....e non è neppure imitazioni o cabaret. E' anche e soprattutto anima. Infatti Enrico Rava e Miles Davis non sono la stessa cosa. A prescindere dalla tecnica.04-08-10 19.20
. . . magari se non facesse tutti quei lamenti potrei arrivare a 20.05-08-10 00.38
Hai fatto il bene, il P85 ed il P155 sono due strumenti che la Yamaha si sarebbe tranquillamente potuta risparmiare (secondo me).
05-08-10 02.41
!!!! La lista sarebbe lunga.... Wynton Kelly e Ahmad Jamal il più sottovalutato e il più apprezzato tra i pianisti intercettati da Miles Davis...Lennie Tristano, il maestro di Evans...
05-08-10 18.57
Io aggiungerei alla lista John Taylor . . . a me fa impazzire . . . e perchè un orecchio anche al buon Ralph Towner.06-08-10 01.50
Eh già...John Taylor..da non confondere con Cecil Taylor...si vede che sei un romantico
. Tutti i pianisti europei della nuova generazione sono, o sono stati, chi più chi meno,cloni di Evans. E' un fatto culturale .Forse genetico. Non siamo afro-americani . E' le radici del jazz sono afro americane piaccia o meno. A volte si generalizza il termine jazz mentre poi si tratta semplicemente di musica improvvisata tout court. E non è la stessa cosa....ma il discorso si farebbe lungo. Per il momento sto lavorando su " Letter to Evan" . Se non conosci il brano lo puoi trovare su You tube in uno degli ultimi concerti dal vivo di Bill Evans con Marc Johnson (b)e Joe la Barbera (d). Vedremo i risultati. Ma sinceramente non vorrei che il piacere di suonare diventasse una cosa da politecnico..da ingegneri...
06-08-10 10.45
bisogna sempre partire da dietro e conoscere la storia e le tecniche che utilizzavano/utilizzano....quindi erroll garner, bud powell, monk, red garland...e via via a salire oscar peterson...evans .... a mio avviso vanno ascoltati tutti e prendere spunto dalle varie tecniche utilizzate nel corso della storia...ovviamente studiare l'armonia jazzistica è importante.....e vi riporto qui http://www.jazzitalia.net/lezioni.asp per iniziare e approfondire anche vari strumenti va più che bene
10-08-10 15.45
Beh..Erroll garner non conosceva le note e Monk era un geniaccio fuori dal coro con un'armonia del tutto personale e, a mio giudizio, non trasferibile più di tanto.. Per il resto sono d'accordo16-08-10 21.05
Brad Mehldau - Paranoid android per me è jazz... molto jazz
24-08-10 23.27
Brevemente, perchè da come leggo qui, tra opinioni gusti e preferenze " l'affare si ingrossa....
". Ma andiamo con ordine.
24-08-10 23.44
keith Jarrett merita un discorso a parte. Personalmente non mi piace , ma questo poco importa. L'uomo vale poco . Memorabile la sceneggiata a Perugia nel 2007 :25-08-10 20.39
25-08-10 22.53