09-05-19 13.35
Ho letto con interesse questa discussione (e l'altra responsabile del "fattaccio" da cui è scaturita).
Da, veramente, ultimo arrivato, vorrei condividere una riflessione che mi avete ispirato.
E se mi permettete vorrei usare un paragone a me vicino, visto che nella vita sono un ingegnere edile-architetto.
Durante il mio corso di studi mi sono imbattuto negli scritti di
Cesare Brandi, uno dei maggiori critici e storici al mondo per la teoria del restauro architettonico. Per farla breve, nel definire cosa è e come si ottiene un "buon" intervento di restauro, il dibattito si è naturalmente spostato su cosa è e come riconoscere un'opera d'arte. Quando cioè un manufatto (ma il discorso si applica non solo all'architettura, ma alle arti figurative in generale) può essere considerato meritevole di essere chiamato Arte, e perciò degno di tutela e conservazione.
Ebbene, la soluzione del Brandi, su cui mi trovo sostanzialmente d'accordo, è che un'opera è Arte solo, e nell'esatto momento in cui, qualcuno la riconosce come tale. Badate, "qualcuno" non implica particolari competenze o conoscenze tecniche, è l'uomo, in generale, che ha voce in capitolo in questo riconoscimento. Soprattutto, spesso tale riconoscimento avviene in epoche diverse da quelle in cui l'opera è stata creata, ma non per questo ha meno forza che se fosse avvenuto immediatamente.
Così, con il tempo, abbiamo universalmente riconosciuto come Arte opere che ai contemporanei trasmettevano indifferenza, se non addirittura considerate brutte.
Ad esempio, sono Arte gli acquedotti o i ponti romani, andando oltre il loro banale scopo funzionale. O il razionalismo, ed il brutalismo, dapprima considerati anche essi bieca espressione funzionale dello studio degli spazi e delle tecniche costruttive, e solo dopo elevati e studiati come buona architettura. O la Tour Eiffel, che non solo era brutta, tutta di acciaio scadente che arruginisce pure, ma nemmeno serviva ad un beneamato.. Ma anche il cubismo, rappresentazione multidimensionale, ma astratta ed "irrealistica", e per questo all'epoca considerata, senza appello, brutta. E ancora, Van Gogh e gli espressionisti, i surrealisti, ma anche avvicinandoci ai nostri giorni, Andy Wahrol, Lucio Fontana, o i fumetti, il cinema horror e la Street Art.
Tornando in campo musicale, è oggi considerata (almeno da alcuni, se non da molti) buona musica il Blues, il Bebop, il Woogie, il Jazz. Ma anche Pop, elettronica e dance 70-80, o l'Hip Hop. Tutta roba che era decisamente "fuori canone", brutta, insignificante, per molti altri.
Chiaro che esistono produzioni dettate solo da ragioni commerciali, e non dico che se qualcosa piace a molti debba per forza piacere a me o sia "bello" a prescindere. Gangam Style è stato per anni il video più visto di YouTube, per dire, non per questo lo reputo Arte. Magari qualcun altro sì.
Io credo che sia in fondo nella natura umana cambiare, evolvere, stravolgere addirittura, il concetto di Arte e l'Arte stessa. Ma ciò non toglie, per me, valore alle opere e alle Arti precedenti. Ne' si sostituisce ad esse. E mi sento dunque meno assolutista nel categorizzare qualcosa come Bello/Bene, Brutto/Male, basandomi solo sul mio gusto, esperienza, competenza o su considerazioni puramente tecniche.
Scusate la digressione.