Non tutto va così male...

  • filigroove
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27-07-21 23.45

@ d_phatt
Io, in effetti, nella mia ignoranza mi sono sempre chiesto che senso avessero i critici senza esperienza vera e diretta "sul campo"...in effetti quando uno sa cosa significa sudare sangue sullo strumento cambia tutto.

Ma forse mi sbaglio, non ho la pretesa di essere nel giusto, forse c'è qualche pezzo che mi manca.
La stessa importanza dei giornalisti sportivi del dopo partita.
  • d_phatt
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27-07-21 23.48

@ filigroove
La stessa importanza dei giornalisti sportivi del dopo partita.
In effetti è un paragone calzante...
  • markelly2
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27-07-21 23.57

@ CoccigeSupremo
markelly2 ha scritto:
Anche se talvolta il critico un po' "se la tira", forte di una evidente inusitata cultura.
Così almeno è come la vedo io.


Il punto é proprio questo: di che cultura parliamo quando citiamo un critico?
Nella musica Fayenz non c'é stato attivamente. Non c'é straccio di prova che sappia suonare uno strumento, non ha un titolo di conservatorio ne classico ne moderno, non ha una band, non l'ho mai visto dietro un pianoforte a suonare una scala.

Per quanta musica abbia ascoltato o ricerche abbia fatto, quanta cavolo di credibilità puó avere uno che parla di Hiromi in quel modo mentre Chick Corea ed Anthony Jackson l hanno definita "tra i più grandi musicisti che si siano mai seduti al pianoforte".

A mio parere un critico qualsiasi, a fronte di pareri simili dati da personaggi di quel calibro, dovrebbero solo tacere o limitarsi come detto poc anzi da qualcun altro, limitarsi a raccontare la storia del jazz mantenendone vivo il ricordo.

I pareri ce li possiamo fare benissimo da soli, e senza quel tripudio di arroganza e saccenza tipico dei critici.

A mio avviso, come detto da una band nel documentario "blues" di scorsese, "i critici sono quanto di più inutile al mondo. In musica non hanno prodotto nulla, non hanno mai inciso un disco e non sanno suonare nulla... eppure sono lì che dicono cosa é buono e cosa non lo é. Perfettamente inutili.

Io la penso allo stesso modo.

Quindi anche, che so, Cristina D'Avena può dare giudizi studiati e ponderati, fare analisi storiche e sociali, mettere in relazione correnti artistiche e divulgare cultura, perché dopotutto lei su un palco ci sta da ben cinquantaquattro anni. emo

Eh no, non è un'equazione automatica, che un grande musicista sia anche un brillante musicologo.
  • d_phatt
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28-07-21 00.00

@ markelly2
Quindi anche, che so, Cristina D'Avena può dare giudizi studiati e ponderati, fare analisi storiche e sociali, mettere in relazione correnti artistiche e divulgare cultura, perché dopotutto lei su un palco ci sta da ben cinquantaquattro anni. emo

Eh no, non è un'equazione automatica, che un grande musicista sia anche un brillante musicologo.
E se diciamo che magari per fare il critico serve uno che sia contemporaneamente un bravo musicista e un brillante musicologo?
  • markelly2
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28-07-21 00.08

@ d_phatt
E se diciamo che magari per fare il critico serve uno che sia contemporaneamente un bravo musicista e un brillante musicologo?
Quasi impossibile.
Al massimo potrà saper suonare uno strumento, ma non suonare sui palchi: o ti occupi dell'una o dell'altra cosa. Entrambe le professioni richiedono molto tempo e grandi energie.
  • giosanta
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28-07-21 00.09

Punti di vista rispettabilissimi tuttavia, a questo punto, per esempio, dovremmo rottamare l'opera omnia di Cesare Brandi perché non mi risulta sia passato alla storia come pittore o scultore.
Poi, scusatemi, quando noi stessi formuliamo un giudizio su un artista come qualche bit fa, non siamo dei "critici"?
  • filigroove
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28-07-21 00.24

markelly2 ha scritto:
Quindi anche, che so, Cristina D'Avena può dare giudizi studiati e ponderati, fare analisi storiche e sociali, mettere in relazione correnti artistiche e divulgare cultura

Ah perché i critici fanno questo? 🤣
Scherzi a parte, diffondere cultura e farlo con passione è ovviamente positivo sempre. Dare giudizi con cognizione di causa, fare paragoni, focalizzare l’attenzione su particolari, è, se non altro, lecito. Ciò che non mi piace è non avere la modestia di sospendere il proprio giudizio, o avere la presunzione di trasformare ciò che non si comprende in ciò che tutti dovrebbero evitare.
È una tentazione che hanno in tanti (tutti?), io per primo ed è per questo che mi fa incazzare, perché, si sa, non si odia niente come i propri difetti negli altri.
Prendere e assolutizzare i propri giudizi spesso sommari (dài è di questo che si tratta) e addirittura farne un mestiere è … non saprei definirlo, pensate voi al peggio.
  • markelly2
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28-07-21 00.26

@ giosanta
Punti di vista rispettabilissimi tuttavia, a questo punto, per esempio, dovremmo rottamare l'opera omnia di Cesare Brandi perché non mi risulta sia passato alla storia come pittore o scultore.
Poi, scusatemi, quando noi stessi formuliamo un giudizio su un artista come qualche bit fa, non siamo dei "critici"?
Forse il critico diventa più inutile, quando non tesse lodi sperticate del nostro idolo preferito. emo
emo
  • markelly2
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28-07-21 00.30

filigroove ha scritto:
Prendere e assolutizzare i propri giudizi spesso sommari

Forse tu ti riferisci a quegli pseudo giornalisti che si improvvisano esperti di musica, con una formazione non all'altezza, e che oggi impazzano sul web.
Io non parlo di quelli.
  • d_phatt
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28-07-21 00.51

giosanta ha scritto:
Poi, scusatemi, quando noi stessi formuliamo un giudizio su un artista come qualche bit fa, non siamo dei "critici"?

Assolutamente sì, in un certo senso. Poi io mi riferivo a chi il critico lo fa di mestiere, o comunque come parte del suo mestiere, ma capisco quello che intendi.
  • paolo_b3
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28-07-21 07.19

@ markelly2
I migliori critici dell'arte, danno giudizi basati su una conoscenza storica enorme, che normalmente noi non abbiamo, inoltre sanno esprimersi con parole e toni ricercati, accattivanti, se non addirittura letterari, come Polillo appunto.
Il più delle volte sono giudizi studiati, ponderati, giustificati. Qualche volta condivisibili, ma non per forza da accettare senza approfondire.
Il compito principale del critico è infondere interesse verso un artista o una corrente artistica, non certo pavoneggiarsi in una sua presunta supponenza. Anche se talvolta il critico un po' "se la tira", forte di una evidente inusitata cultura.
Così almeno è come la vedo io.
Ben venga lo studio della storia dell'arte, ma poi i giudizi li do da solo. Un brano lo ascolto, un quadro lo guardo e le emozioni che provo sono un fatto mio.
Anche perchè le poche volte che ho letto critiche che si occupavano di artisti in attività, di opere appena realizzate, ho avuto come la sensazione che il giudizio, diciamo, "fosse interessato", vedi Gino Castlaldo sui Maneskin
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28-07-21 07.34

@ paolo_b3
Ben venga lo studio della storia dell'arte, ma poi i giudizi li do da solo. Un brano lo ascolto, un quadro lo guardo e le emozioni che provo sono un fatto mio.
Anche perchè le poche volte che ho letto critiche che si occupavano di artisti in attività, di opere appena realizzate, ho avuto come la sensazione che il giudizio, diciamo, "fosse interessato", vedi Gino Castlaldo sui Maneskin
Se un critico giudica in malafede, non fa certo onore alla categoria. Ma allora non è che l'intera categoria è da biasimare.

A voi che piacciono tanto i paragoni calcistici (emo): avete smesso di guardare le partite dopo lo scandalo calciopoli?
  • giosanta
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28-07-21 09.49

markelly2 ha scritto:
Se un critico giudica in malafede, non fa certo onore alla categoria. Ma allora non è che l'intera categoria è da biasimare.

Il dato vero è che ora con internet tutti possomo pre-vedere tutto e quindi, giustamente, esercitiamo il nostro esercizio critico su uno spettro molto ampio.
Prima evidentemente, dovendo necesariamente scegliere preventivamente tra i tanti teatri / mostre / cinema/ arene / librerie / club esistenti si andava a leggere sul giornale cosa pensava di ... Tizio o Caio.
Ruolo per certi versi antipatico, si senz'altro, tuttavia un filtro, perlomeno allora, indispensabile, inevitabile.
Ribadisco inoltre che grazie alla rete noi stessi diventiamo critici attivi, come facciamo su queste pagine; ad esempio in agosto andrò a vedere "Esca Jazz", e dopo con gli amici ma probabilmente anche parlandone con voi, eserciterò il mio sacrosanto esercizio "critico" perchè se tu, artista, ti proponi al pubblico, io, pubblico, ti valuto, punto. Ed estendo la mia valutazione, secondo i miei insindacabili parametri, a chiunque abbia il piacere di ascoltarlo: a voce, in rete, sul giornale o alla radio, in funzione del mio ruolo, spazio o funzione.
Certo io (io "X") su queste pagine vengo letto da dieci persone (tuttavia molto competenti), Castaldo (o chi per esso) da molte di piu ma, salvo comprovata mala fede per interessi personali, la sostanza non cambia.
Se questo non ti piace suoni, dipingi, scolpisci, reciti, declami nel chiuso della tua stanza.
  • filigroove
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28-07-21 10.57

@ giosanta
markelly2 ha scritto:
Se un critico giudica in malafede, non fa certo onore alla categoria. Ma allora non è che l'intera categoria è da biasimare.

Il dato vero è che ora con internet tutti possomo pre-vedere tutto e quindi, giustamente, esercitiamo il nostro esercizio critico su uno spettro molto ampio.
Prima evidentemente, dovendo necesariamente scegliere preventivamente tra i tanti teatri / mostre / cinema/ arene / librerie / club esistenti si andava a leggere sul giornale cosa pensava di ... Tizio o Caio.
Ruolo per certi versi antipatico, si senz'altro, tuttavia un filtro, perlomeno allora, indispensabile, inevitabile.
Ribadisco inoltre che grazie alla rete noi stessi diventiamo critici attivi, come facciamo su queste pagine; ad esempio in agosto andrò a vedere "Esca Jazz", e dopo con gli amici ma probabilmente anche parlandone con voi, eserciterò il mio sacrosanto esercizio "critico" perchè se tu, artista, ti proponi al pubblico, io, pubblico, ti valuto, punto. Ed estendo la mia valutazione, secondo i miei insindacabili parametri, a chiunque abbia il piacere di ascoltarlo: a voce, in rete, sul giornale o alla radio, in funzione del mio ruolo, spazio o funzione.
Certo io (io "X") su queste pagine vengo letto da dieci persone (tuttavia molto competenti), Castaldo (o chi per esso) da molte di piu ma, salvo comprovata mala fede per interessi personali, la sostanza non cambia.
Se questo non ti piace suoni, dipingi, scolpisci, reciti, declami nel chiuso della tua stanza.
Certo che cambia, cambia tutto. Perché tu non sei un critico, sei uno che dà un giudizio personale, il critico assolutizza o vorrebbe farlo. La sua missione è collocare, dare la giusta (secondo lui) importanza a questo o a quello e consegnarla alla storia, tipo Polillo o, persino peggio, Marsalis (che è anche un musicista coi controc., così parliamo anche dei musicisti che fanno i critici).
Ma ragazzi, la storia della critica è la storia dell’ottusità per lo più.

  • giosanta
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28-07-21 12.02

filigroove ha scritto:
Certo che cambia, cambia tutto.

Sollevi questioni derimenti che, giustamente, meriterebbero una trattazione enciclopedica.
Io in prima istanza facevo riferimento ad una questione di soglia. Si, il mio giudizio è personale ma gia in questo contesto di competenti e/o appassionati comincia ad avere un peso, si allarga, si espande. Potrebbe in teoria diventare un blog, un canale You tube ecc. ecc.. Realmemente, e qui sono io e non piu "X" i ragazzi che da anni organizzano "Esca Jazz", vista la lunga frequentazione dell'evento, mi chiedono cosa penso di questo e di quello, "ti è piaciuto?, "chi inviteresti?", "lo hai trovato fuori luogo?" ecc. ecco allora che, poco pochissimo, quasi nulla per carità e in ogni modo in rapporto ad un microcontesto, in qualche maniera e mio malgrado "peso", sia pure su una bilancia da orefice. Se trasferissi poi queste considerazione nei canali di cui sopra assumerei, mi piaccia o meno quel ruolo in maniera ancora piu accentuata.
Tornando ad essere "X" allora la chiave, la "differenza" si colloca nella presenza, o meno, di un "secondo me" e/o nel fatto che qualcuno mi paghi per quei "pareri"?
filigroove ha scritto:
...La sua missione è collocare, dare la giusta (secondo lui) importanza a questo o a quello e consegnarla alla storia...

Bella domanda caro amico.
La storia la fanno i critici? Non saprei. Nutro qualche dubbio in luogo della loro marginalità. La storiografia è fatta di testi: chi li legge? In ogni caso gia il fatto di "leggere" presuppone, a mio avviso, un esercizio critico speculare da parte del lettore. Infatti, riferendomi al tuo esempio, Polilllo secondo me glissa con leggerezza su artisti che io ritengo importantissimi, ma tant'è. In ogni caso questo, sempre a mio modesto giudizio, non mina il telaio conoscitivo che propone, perlomeno in termini di collocazione socio-storica.
filigroove ha scritto:
...così parliamo anche dei musicisti che fanno i critici...

Altra "quaestio" dalle implicazioni profonde. in teoria una competenza diretta dovrebbe essere considerata rassicurante. Io viceversa nutro profondi dubbi in merito, per non dire che la considero addirittura una condizione fuorviante. Ma non essendo un musicista non vado oltre perchè potrebbe apparire una posizione in qualche modo obbligata.
Ovviamente sempre ipotizzando, per assurdo, che qualcuno degni di considerazione quello che dico.
  • markelly2
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28-07-21 13.38

giosanta ha scritto:
in teoria una competenza diretta dovrebbe essere considerata rassicurante. Io viceversa nutro profondi dubbi in merito, per non dire che la considero addirittura una condizione fuorviante

Concordo.
Come già detto, non è automatico che essere riconosciuto come una eccellenza su uno strumento, renda capace di giudizi oculati che vadano oltre i propri gusti e interessi, fosse anche in assoluta buonafede.
  • filigroove
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28-07-21 14.08

@ markelly2
giosanta ha scritto:
in teoria una competenza diretta dovrebbe essere considerata rassicurante. Io viceversa nutro profondi dubbi in merito, per non dire che la considero addirittura una condizione fuorviante

Concordo.
Come già detto, non è automatico che essere riconosciuto come una eccellenza su uno strumento, renda capace di giudizi oculati che vadano oltre i propri gusti e interessi, fosse anche in assoluta buonafede.
Aggiungici anche relazioni personali coi colleghi.
  • paolo_b3
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28-07-21 15.02

markelly2 ha scritto:
A voi che piacciono tanto i paragoni calcistici

Faccio finta di non aver letto...emo

Anzi no... emo il paragone più calzante sarebbe stato "scommettereste ancora sul calcio dopo lo scandalo del Calcioscommesse?"

Comunque, in ogni caso, preferisco giudicare un'opera in base alle mie sensazioni, senza vizi mentali rappresentati dal giudizio di un altro, per cui mi astengo scrupolosamente da leggere le critiche. Questo è il mio parere, fermo, ma che non vuole impedire agli altri di fare ciò che ritengono più opportuno.

A corollario però mi permetto di aggiungere che se il tuo lavoro è vendere pareri, non c'è da stupirsi se li vendi al miglior offerente.emo
  • d_phatt
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28-07-21 16.06

giosanta ha scritto:
Ovviamente sempre ipotizzando, per assurdo, che qualcuno degni di considerazione quello che dico.

Nel mio caso, senz'altro.

paolo_b3 ha scritto:
Comunque, in ogni caso, preferisco giudicare un'opera in base alle mie sensazioni, senza vizi mentali rappresentati dal giudizio di un altro, per cui mi astengo scrupolosamente da leggere le critiche. Questo è il mio parere, fermo, ma che non vuole impedire agli altri di fare ciò che ritengono più opportuno.

Alla fine è quello che penso anche io. Ma senz'altro rispetto il lavoro di chi recensisce e critica (con la giusta misura), e chi è interessato a ciò che scrivono i critici.
  • giosanta
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28-07-21 16.20

d_phatt ha scritto:
Nel mio caso, senz'altro.

Fai male...
d_phatt ha scritto:
Alla fine è quello che penso anche io. Ma senz'altro rispetto il lavoro di chi recensisce e critica (con la giusta misura), e chi è interessato a ciò che scrivono i critici.

Senz'altro. Per quanto mi riguarda la curiosità, l'interessa mi spinge a sapere dopodichè, visto che i dischi non me li regalano, compro quello che piace a me.
In ambito progressive, ad esempio, ho sempre apprezzato sommamente gruppi fuori dal "mainstream" conclamato, quali i VDGG, i Gentle Giant o i Soft Machine. E potrei continuare.