JPJ ha scritto:
E' facilissimo farsi licenziare, non avendo fatto mai un cazzo di niente per anni, facendosi pagare da una persone come me paga 600 euro al mese per un part time... 600 euro per 20 ore alla settimana!),
Scusami, ma ne parli come se ti avesse rubato i soldi .
Se non faceva il suo lavoro e l'hai pagata, avevi solo da licenziarla prima.
Se faceva il suo lavoro e prendeva lo stipendio, non puoi dire che non faceva un cazzo.
Cosa pretendete, che la gente lavori gratis?.
Che vi sia devota?.
Il rapporto tra datore di lavoro e dipendente e' un rapporto alla pari : il primo usufruisce del lavoro della persona (e trae beneficio per la sua azienda), ed il secondo ne percepisce compenso (e trae beneficio per campare).
La cosa finisce li.
E' vero che la domanda e' superiore all'offerta e trovar lavoro non e' cosa facile, ma un datore di lavoro non e' un benefattore, cosi' come un lavoratore non e' un ladro di stipendi : entrambi hanno bisogno di una collaborazione, che si esaurisce nello scambio tra il lavoro fornito ed il compenso erogato.
Se ognuno fa il suo dovere, queste etichette non devono esistere, e vale anche il vice versa : il datore di lavoro non e' uno strozzino, e il lavoratore non e' uno schiavo sfruttato.
Se uscissimo da questi schemi classisti, se ognuno facesse il suo sacrosanto dovere senza piagnucolare, forse tante cose andrebbero meglio.
Poi se la tua commessa non ha rilevato l'attivita' avra' avuto le sue motivazioni e penso che vadano rispettate, e non e' una giustificazione per dire con tono quasi soddisfatto "lascero' per strada una persona con un figlio a carico".
Che tu sia costretto a farlo perche' hai fatto le tue scelte (andare in Inghilterra), e lei le sue (non rilevare l'azienda) e' una cosa,
ma il fatto che lei non si sia sentita di rilevare l'attivita' non giustifica l'apparente soddisfazione che dimostri per il fatto
che la persona perdera' il lavoro.
Il tuo mi sembra il tipico atteggiamento dell'imprenditorino che ha sempre visto i propri lavoratori come parte contrapposta e mai come una risorsa.
600 euro al mese per un part time : se gli stipendi sono questi, e' inutile lamentarsi
"Purtroppo" chi lavora vuol essere pagato, cosi' come un imprenditore "pretende" che il suo prodotto abbia un prezzo.
Esistono prezzi di mercato per il costo del lavoro, e vanno rispettati, cosi' come anche il prodotto messo in vendita da un imprenditore ha un prezzo e non va messo in discussione.
Se poi nel fare impresa, ci sono altri problemi (fisco, burocrazia, concorrenza sleale ecc.), non e' corretto prendersela con il lavoratore, come unica fonte dei guai di chi fa impresa : si affrontino gli altri problemi, distibuendo le giuste colpe ai veri colpevoli.
E' la grossa limitazione di quella decerebrata di "emma confindustriale", che per anni ha volutamente ignorato le altre problematiche, per lamentarsi istericamente ed unicamente del costo del lavoro.
Il costo del lavoro e' anche potere di acquisto, e se ci si lamenta di questo, non ci si deve lamentare se poi i clienti non spendono, ed il prodotto non si vende.
Qualche paese europeo queste cose le ha capite da tempo, e cosi' facendo e' rimasto praticamente immune dalla crisi.