esercizi jazz

  • pentatonic
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11-12-22 22.34

Ho trovato molto utile il canale YouTube di Valerio Silvestro
  • WTF_Bach
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12-12-22 02.07

@ pentatonic
Ho trovato molto utile il canale YouTube di Valerio Silvestro
Canale abbastanza interessante, ma che pecca di alcune ingenuità che possono portare sulla “cattiva strada”.
  • Sbaffone
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12-12-22 14.27

@ WTF_Bach
Dimenticavo una cosa basilare: sempre tutto in tutte le tonalità.
in equilibrio con un piede sulla palla emo
  • FranzBraile
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12-12-22 14.58

@ pentatonic
Ho trovato molto utile il canale YouTube di Valerio Silvestro
Silvestro??? Ma daiiiiiiii
dai un'occhiata a QUESTO !
  • Raptus
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12-12-22 15.03

@ WTF_Bach
Canale abbastanza interessante, ma che pecca di alcune ingenuità che possono portare sulla “cattiva strada”.
Quali sarebbero le ingenuità?
  • d_phatt
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12-12-22 15.06

@ Sbaffone
in equilibrio con un piede sulla palla emo
Io per sicurezza lo faccio anche con gli studi trascendentali, tutti in tutte le tonalità almeno una volta al giorno emo
  • Raptus
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12-12-22 17.11

@ FranzBraile
Silvestro??? Ma daiiiiiiii
dai un'occhiata a QUESTO !
Non mi piace molto pianowithjhonny, se dobbiamo parlare anglosassone suggerisco pianogroove.com e openjazzstudio che sono molto più "accademici"
  • WTF_Bach
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12-12-22 17.23

@ Raptus
Quali sarebbero le ingenuità?
Già uno che parla “scale per improvvisare” parte col piede sbagliato. Poi l’approccio “misticheggiante” sui “colori”, sulle “sensazioni”…

Ma in mezzo c’è un sacco di roba buona.
  • WTF_Bach
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12-12-22 17.26

@ d_phatt
Io per sicurezza lo faccio anche con gli studi trascendentali, tutti in tutte le tonalità almeno una volta al giorno emo
Con una mela in equilibrio sulla testa…

Comunque non stavo scherzando: se si fa un esercizio II V I, va fatto in tutte le tonalità. Se si studia un voicing, va studiato in tutte le tonalità. Se si impara uno standard, va imparato in tutte le tonalità.
  • benjomy
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12-12-22 18.03

WTF_Bach ha scritto:
1) armonia - partendo dalle basi sino a capire profondamente le relazioni tra le regioni tonali, le tonicizzazioni, le modulazioni, le sostituzioni etcetera

2) voicings

3) ritmo e swing

4) arrangiamento per piano solo

5) come si accompagna

6) improvvisazione

7) tecnica strumentale

8) repertorio
Quota il testo selezionato Emoticons. Preview.

9) fare sempre una lista delle cosa da fare emo
  • Raptus
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12-12-22 18.03

@ WTF_Bach
Già uno che parla “scale per improvvisare” parte col piede sbagliato. Poi l’approccio “misticheggiante” sui “colori”, sulle “sensazioni”…

Ma in mezzo c’è un sacco di roba buona.
Diciamo che ha un approccio molto orientato al risultato e meno accademico, anche se devo dire che pure al conservatorio ho sentito parlare di "scale per improvvisare" perché comunque si inizia sempre da qualcosa e spesso molti musicisti (anche avanzati) ne usano solo un sottoinsieme, cioè quelle che hanno studiato di più.

Tu hai il metro del "professore" infatti il mio prof è uguale a te, dalla prima lezione ci ha messo di fronte lo schema di cosa occorre imparare che praticamente è lo stesso elenco per punti che avevi messo tu.

Ecco secondo me questo approccio funziona solo in due casi:

- con lo studente di 18 anni che fa solo quello nella vita
- con un pianista medio-esperto che in realtà si è già formato parecchio di suo

per tutti gli altri casi occorre un approccio diverso.
  • benjomy
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12-12-22 18.09

Raptus ha scritto:

per tutti gli altri casi occorre un approccio diverso.

per tutti gli altri c'è il punto 1).. imprescindibile
si parte da lì.. e ci vuiole tempo
  • WTF_Bach
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12-12-22 18.51

@ Raptus
Diciamo che ha un approccio molto orientato al risultato e meno accademico, anche se devo dire che pure al conservatorio ho sentito parlare di "scale per improvvisare" perché comunque si inizia sempre da qualcosa e spesso molti musicisti (anche avanzati) ne usano solo un sottoinsieme, cioè quelle che hanno studiato di più.

Tu hai il metro del "professore" infatti il mio prof è uguale a te, dalla prima lezione ci ha messo di fronte lo schema di cosa occorre imparare che praticamente è lo stesso elenco per punti che avevi messo tu.

Ecco secondo me questo approccio funziona solo in due casi:

- con lo studente di 18 anni che fa solo quello nella vita
- con un pianista medio-esperto che in realtà si è già formato parecchio di suo

per tutti gli altri casi occorre un approccio diverso.
In effetti di solito i miei allievi hanno già un minimo di competenza sia tecnica che teorica.

Va da se che chi cominciasse da zero dovrebbe fasi un annetto/due di esercizietti di tecnica, teoria basica e solfeggio.

Per ciò che riguarda le scale: non solo è un approccio inefficace, ma è pure dannoso.

A improvvisare si impara seguendo tre assi strategici: l’ascolto, l’analisi e la comprensione della tensione/risoluzione - con tutto il suo sviluppo che più volte ho suggerito (tripartizione della frase, target notes sul tempo forte, alternanza moto congiunto/arpeggio, cambio di direzione, cambio di accordo usando le note comuni/lead notes etc).

Ma il jazz non è solo improvvisazione - è armonia, voicing ed arrangiamento. Parlare di “colori” significa sminuire il significato della trama armonico-contrappuntistica e creare degli schiaccia bottoni che vivono di inversions premasticate e poco più.
  • WTF_Bach
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12-12-22 19.03

Esempi di armonizzazione fatte pensando al moto delle parti, alle relazioni armoniche ed alla gestione della tessitura:

Stella by starlight

It could happen to you
  • d_phatt
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12-12-22 19.36

@ WTF_Bach
Con una mela in equilibrio sulla testa…

Comunque non stavo scherzando: se si fa un esercizio II V I, va fatto in tutte le tonalità. Se si studia un voicing, va studiato in tutte le tonalità. Se si impara uno standard, va imparato in tutte le tonalità.
Ovviamente la mia era solo una battuta che giocava sull'esagerare in maniera volutamente spropositata (e fuori contesto) un concetto, ma non oso neanche iniziare a mettere in dubbio ciò che dici. Anzi, tra l'altro mi è capitato di leggere vari tuoi interventi in topic al riguardo (anche nei tuoi stessi vecchi topic, e anche altri interventi su altri aspetti della musica) e penso che siano delle gocce di oro colato cadute in questo forum.

Perché (pur parlando da non jazzista, beninteso) rendono evidente ciò che manca a tante persone (magari di loro ottimi jazzisti, suppongo grazie a un grande istinto musicale) che tentano di spiegare i vari aspetti del jazz...magari suonano bene (e non è per niente poco...), ma quando li sento parlare, spesso mi sembra che manchi la quadra, una visione che riesca a formalizzare e sintetizzare certi concetti in una maniera che sia chiara, razionale e inseribile in modi ben precisi all'interno del contesto più generale che è la musica tutta.

Altro che scale su accordi, sarebbero da incorniciare certe cose che hai scritto sui metodi e requisiti di apprendimento, sulla struttura delle frasi, su classificazioni rigorose dei tipi di voicing, sullo studio degli standard in base alle regioni armoniche, gli esempi di arrangiamenti "risolti" su vari standard, per non parlare delle riflessioni sui caratteri più generali dell'armonia (in tutto ciò anche tanti altri meravigliosi interventi di altri iscritti al forum)...

Sono cose che pur da non jazzista (e a dirla tutta ogni tanto mi chiedo se sono ancora un musicista) ho letto (sarebbe meglio dire divorato) con estremo interesse, perché mi hanno aiutato a capire a grandi linee come funziona quella musica, a intravedere uno schema razionale delle cose.

Penso che se tu dovessi scrivere un libro con una esposizione organizzata e ragionevolmente completa di quei concetti, una tale opera prenderebbe a calci nel culo i libri di Levine (molto fuorvianti per una mente impreparata) e la maggior parte dei testi scritti sul jazz.
  • Sbaffone
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12-12-22 19.40

per quella che è la mia esperienza, senza un maestro che ti faccia capire cos'è il jazz, come va suonato, l'intenzione nelle frasi ecc., la strada è difficile, puoi essere bravo armonicamente ma se non hai capito la musica che stai suonando sarai sempre fuori contesto.
  • WTF_Bach
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12-12-22 19.41

@ d_phatt
Ovviamente la mia era solo una battuta che giocava sull'esagerare in maniera volutamente spropositata (e fuori contesto) un concetto, ma non oso neanche iniziare a mettere in dubbio ciò che dici. Anzi, tra l'altro mi è capitato di leggere vari tuoi interventi in topic al riguardo (anche nei tuoi stessi vecchi topic, e anche altri interventi su altri aspetti della musica) e penso che siano delle gocce di oro colato cadute in questo forum.

Perché (pur parlando da non jazzista, beninteso) rendono evidente ciò che manca a tante persone (magari di loro ottimi jazzisti, suppongo grazie a un grande istinto musicale) che tentano di spiegare i vari aspetti del jazz...magari suonano bene (e non è per niente poco...), ma quando li sento parlare, spesso mi sembra che manchi la quadra, una visione che riesca a formalizzare e sintetizzare certi concetti in una maniera che sia chiara, razionale e inseribile in modi ben precisi all'interno del contesto più generale che è la musica tutta.

Altro che scale su accordi, sarebbero da incorniciare certe cose che hai scritto sui metodi e requisiti di apprendimento, sulla struttura delle frasi, su classificazioni rigorose dei tipi di voicing, sullo studio degli standard in base alle regioni armoniche, gli esempi di arrangiamenti "risolti" su vari standard, per non parlare delle riflessioni sui caratteri più generali dell'armonia (in tutto ciò anche tanti altri meravigliosi interventi di altri iscritti al forum)...

Sono cose che pur da non jazzista (e a dirla tutta ogni tanto mi chiedo se sono ancora un musicista) ho letto (sarebbe meglio dire divorato) con estremo interesse, perché mi hanno aiutato a capire a grandi linee come funziona quella musica, a intravedere uno schema razionale delle cose.

Penso che se tu dovessi scrivere un libro con una esposizione organizzata e ragionevolmente completa di quei concetti, una tale opera prenderebbe a calci nel culo i libri di Levine (molto fuorvianti per una mente impreparata) e la maggior parte dei testi scritti sul jazz.
Grazie mille per le tue parole, che mi confondono.

Ma non credo che scriverò un libro di jazz, piuttosto un bel libro su come evadere le tasse o menare i migranti potrebbe vendere di più.
  • WTF_Bach
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12-12-22 19.42

@ Sbaffone
per quella che è la mia esperienza, senza un maestro che ti faccia capire cos'è il jazz, come va suonato, l'intenzione nelle frasi ecc., la strada è difficile, puoi essere bravo armonicamente ma se non hai capito la musica che stai suonando sarai sempre fuori contesto.
Parole sante. Non occorrono due lezioni la settimana, basta un’oretta al mese.
  • WTF_Bach
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12-12-22 19.44

@ benjomy
WTF_Bach ha scritto:
1) armonia - partendo dalle basi sino a capire profondamente le relazioni tra le regioni tonali, le tonicizzazioni, le modulazioni, le sostituzioni etcetera

2) voicings

3) ritmo e swing

4) arrangiamento per piano solo

5) come si accompagna

6) improvvisazione

7) tecnica strumentale

8) repertorio
Quota il testo selezionato Emoticons. Preview.

9) fare sempre una lista delle cosa da fare emo
10) Questa è la base. Senza una lista numerata non si otterrà mai nulla. emo
  • d_phatt
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12-12-22 19.50

@ WTF_Bach
Grazie mille per le tue parole, che mi confondono.

Ma non credo che scriverò un libro di jazz, piuttosto un bel libro su come evadere le tasse o menare i migranti potrebbe vendere di più.
Di questi tempi...

Comunque il fatto che sia possibile trovare molta più chiarezza nei tuoi post su un forum che in molti libri la dice lunga.