libro jazz

  • MiLord
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10-08-18 21.16

Spectrum ha scritto:
Non ti incaponire... quanto scrivi sono belle verità, in un paese normale... Ma siamo in Italia, anche nel microcosmo paracularo-musicale vige il cosiddetto "un colpo al cerchio.."... se togli la cantante togli il lavoro a chi la "accompagna".. quei disoccupati che dopo anni "sprecati" in conservatorio si arrabattano in qualche modo con le sigle degli standard per portare lacinquantamilalire (rigorosamente in nero) a casa. Tanto ai tavolini mangiano e non se li fila nessuno, qualche errorino ci può anche stare.. .
Eppoi oh... Non vorrai mica mandarli a lavorare, eccheccavolo... Loro fanno tutte le canzoni di Mina e Mogol con le overture arpeggiate in progressioni semidiminuite con salti di quarta al basso, e poi giù di settime maggiori, settimenòne, diminuiti, tredicesima, quattordicesima, tieffeerre... so' giassisti e noi dobbiamo solo inchinarci alla loro mistica meccanica musicale ..

emo
  • anonimo

10-08-18 22.12

MiLord ha scritto:
Ma su che hai capito
Non mi dirai che è la stessa cosa di questa.
Difficile spiegare senza esempi ma io lo so che ci puoi arrivare

Suono una progressione 2 5 1. Io la faccio con la scala pentatonica.



c'è molto di più

intro

tema
  • MiLord
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10-08-18 23.21

@ anonimo
MiLord ha scritto:
Ma su che hai capito
Non mi dirai che è la stessa cosa di questa.
Difficile spiegare senza esempi ma io lo so che ci puoi arrivare

Suono una progressione 2 5 1. Io la faccio con la scala pentatonica.



c'è molto di più

intro

tema
Ok jaam
Eppure nessun maestro ti insegnerà quello che senti nei video che mi hai mandato. Almeno non nei primi decenni emo
Non solo, non ti insegnerà nessuno quel linguaggio se non dopo migliaia di standard suonati semplicemente armonizzando una voce, quindi privo di ogni minima improvvisazione.
Capisco che con le lezioni ci si campa emo. Ma molti studenti, dopo mesi di compitini, vedendo che una volta da soli e fuori da quelle due pagine scritte, non hanno niente di più in mano di quello che avevano prima, a parte qualche brano jazzoso per far stupire i parenti, lasciano.
Io dico che, dipende dal grado di istruzione musicale, ovviamente, si potrebbe iniziare ad analizzare la seconda parte del brano che mi hai inviato. E se è complicato si parte da brano un più semplice, ma non è necessario nella maggior parte delle volte se l'allievo ha già una buona base di armonia.

Vedi, quando dicevo che ho imparato io da autodidatta, è perché i tre maestri che ho avuto, e fidati quotati, per mesi mi davano questi brani. E il mio compito era quello di suonare ciò che praticamente è scritto. Cioè il tema cantato. Nessuna improvvisazione, che era l'unica cosa che chiedevo. Fino ai prossimi standard, che mi spiace ma non riesco a non trovare noiosi emo emo
A volte facevo vedere come improvvisavo io, non dovrei dirlo io ma, ho un buon orecchio musicale, una buona musicalità e tanta passione. Sono portato all'improvvisazione. Non dovrei dirlo io ma è così ehehe. E me lo dicevano, dicevano che andava benissimo quello che facevo e in effetti mi piaceva. Ma appena mettevano le mani loro sul pianoforte inizavo a non capire sempre tutto quello che facevano. Che ci voleva a soffermarsi su quelle 16 battute e spiegarmi cosa stavano suonando? E magari il perché dal punto di vista teorico? Soffermandosi anche una o due lezioni, o quante ne servono?
Mi dicevano che ci sarebbe voluto tempo. Bah.
Per diventare come loro certamente! Per diventare un buon jazzista anche! Per analizzare quelle armonie no.

Mii è venuto il sospetto che tutti questi maestri alla fine si siano imparati a memoria i passaggi dei pianisti famosi e abbiano imparato ad usarli con grande scioltezza. E il jazz è tutto lì. Nessuno ti spiega bene il perché, perché alla fine sembra che improvvisino, ma non fanno altro che copiare i fraseggi più belli e metterli a random emo

Allora ho preso di testa mia un bel brano di Charlie Parker, Confirmation, e ho cercato di analizzare il più possibile il modo in cui lui, durante il brano, improvvisa. E' molto difficile. Ma si può fare e l'ho fatto. Rallentandolo, sezionandolo. Ascoltandolo.
Non era troppo presto emo
Certo un maestro mi potrebbe illuminare molto di più, e mi aiuterebbe a fare ancora più miei quei fraseggi. Che per ora ancora mi risultano difficili e non naturali.
Ma il maestro non lo farà.
Ti darà un altro standard che, ripeto senza voler essere nessuno, dopo anni di conservatorio, si studiano in un'ora a essere buoni, E non ti daranno mai niente.
E questo sia per lavoro, che per la convinzione che sono necessari.
La prova? Ne ho fatti di standard, non me ne vengono in mente ma toh, mi ricordo All the things you are… tutti simili direi. Mai nessuno mi ha dato qualcosa in più nel caso il mio gruppo mi lasci spazio per improvvisare. Ma neanche una nota! emo

Da solo, allenandomi su confirmation e il video che ho postato prima, che mi ha aiutato nel blues, credo di aver fatto passi da gigante rispetto le lezioni.

Per questo ritengo che lo studio degli standard fine a se stesso sia inutile, e serva per dare un contentino all'allievo che si sente subito più colto emo
Se si valuta bene il livello dell'allievo si può iniziare anche analizzando i fraseggi dei grandi maestri, indipendentemente che facciano parte di un brano oppure no.
A mio giudizio, ma per modestissima esperienza personale.
emo
  • anonimo

10-08-18 23.43

hai la fissa dei maestri che per alcune cose sono utili ma per imparare ad improvvisare ci sono i dischi è tutto li, certo è più faticoso che andare dal maestro emo
  • MiLord
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10-08-18 23.46

Jaam ha scritto:
per imparare ad improvvisare ci sono i dischi è tutto li, certo è più faticoso che andare dal maestro

No buon jaam, il maestro dovrebbe essere fondamentale. Se non altro per chiarirti le cose che riesci ad imparare dai dischi. Altrimenti davvero rischi di copiare soltanto il loro fraseggi ma di tuo non ci sarà niente tranne il fatto di saperli utilizzare. Allora è semplice. Mi prendo 10 fraseggi di dieci grandi jazzisti, li copio, e sono jazzista? emo
  • anonimo

11-08-18 00.07

@ MiLord
Jaam ha scritto:
per imparare ad improvvisare ci sono i dischi è tutto li, certo è più faticoso che andare dal maestro

No buon jaam, il maestro dovrebbe essere fondamentale. Se non altro per chiarirti le cose che riesci ad imparare dai dischi. Altrimenti davvero rischi di copiare soltanto il loro fraseggi ma di tuo non ci sarà niente tranne il fatto di saperli utilizzare. Allora è semplice. Mi prendo 10 fraseggi di dieci grandi jazzisti, li copio, e sono jazzista? emo
che vuoi che ti dica quando ero giovane non c'erano maestri e si studiava tirando giù dai dischi e ascoltando, ora tra tutorial e metodi c'è di tutto, io ho studiato come ti sto dicendo i maestri che ho avuto mi sono stati utili a livello armonico, ma nessuno mi ha insegnato ad improvvisare quello che so l'ho imparato ascoltando i dischi e suonandoci sopra per apprendere il linguaggio, poi ci ho messo del mio per cercare di non assomigliare ad altri.

per quanto riguarda i 10 fraseggi che puoi imparare puoi benissimo farlo reggi un brano poi al secondo ti voglio vedere emo

pensi che Petrucciani sia andato a lezione o abbia imparato ascoltando e suonando sopra i dischi? emo
  • anonimo

11-08-18 00.23

Dunque, chi ha fatto le masterclass con me può testimoniare che c’è un metodo chiaro e razionale per imparare, in circa sei mesi, i rudimenti del fraseggio bebop

Da lì, poi si può partire
  • anonimo
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11-08-18 01.01

@ MiLord
Jaam ha scritto:
per imparare ad improvvisare ci sono i dischi è tutto li, certo è più faticoso che andare dal maestro

No buon jaam, il maestro dovrebbe essere fondamentale. Se non altro per chiarirti le cose che riesci ad imparare dai dischi. Altrimenti davvero rischi di copiare soltanto il loro fraseggi ma di tuo non ci sarà niente tranne il fatto di saperli utilizzare. Allora è semplice. Mi prendo 10 fraseggi di dieci grandi jazzisti, li copio, e sono jazzista? emo
Nel vs dialogo, molto interessante e costruttivo, manca un tassello fondamentale: stiamo parlando di un genere musicale nato, sviluppatosi negli Usa, che ancora sforna i migliori artisti di questo genere. E se ciò non avviene in Italia, c'è più di un motivo.
MiLord, sono stato a lezione di jazz anch'io in passato.. facendola breve, confermo che anche i miei maestri, peraltro molto rinomati a livello nazionale, suonano "nello stile di", con tanto di trascrizioni di improvvisazioni dei loro jazzisti di riferimento, alcune di queste trascrizioni me le hanno fatte studiare.
Ma dissento sul punto in cui affermi che certa farina del loro sacco non te la insegnano, semplicemente perché... La farina non c'è! Chi più chi meno, tutti i jazzisti italiani hanno sviluppato il loro stile "alla maniera di", perché in Italia, arrivato a un certo livello di preparazione, o prosegui in america o non ci sono altri modi... se non trascrivere dai dischi! Negli Usa uno studente ha la possibilità di partecipare a migliaia di jam session, con migliaia di altri musicisti in molti casi più preparati, più esperti, da cui poter imparare. Ogni sera può essere un "masterclass" con musicisti sempre nuovi
È un approccio diverso, più aperto, che permette in breve tempo di assimilare un proprio stile... È un sistema che non ha niente a che vedere con la concezione esclusivista che abbiamo in Italia del jazz,che deriva un po' dall'esclusivismo tipico dei conservatori italiani (io le vedo due facce della stessa medaglia).
Per cui non si può pretendere di avere ciò che in Italia non esiste: la collaborazione e il confronto tra musicisti, TUTTI, da quelli in erba a quelli d'esperienza. Negli Usa questo avviene da sempre, quale migliore humus per far emergere uno stile personale?
Come dicevamo, qui si fa a spallate per una serata al ristorante, o allungare il brodo per spillare qualche lezione in più...
Mancano proprio le basi per favorire una emancipazione del proprio sound.
  • benjomy
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11-08-18 01.07

@ anonimo
MiLord ha scritto:
Ma su che hai capito
Non mi dirai che è la stessa cosa di questa.
Difficile spiegare senza esempi ma io lo so che ci puoi arrivare

Suono una progressione 2 5 1. Io la faccio con la scala pentatonica.



c'è molto di più

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Giu il cappello. emo

11-08-18 01.12

MiLord ha scritto:
Non mi dirai che è la stessa cosa di questa.

Chi t'impedisce di suonarla così

emoemo
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14-08-18 00.15

Amministratore ha scritto:
Chi t'impedisce di suonarla così

emo
  • Jerrymusic
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17-08-18 16.22

@ elkikko
Ciao a tutti! Ho sempre suonato musica classica al pianoforte e mi sono diplomato.
Per arricchire la mia cultura mi piacerebbe conoscere qualcosa del jazz.
Sapendo che il jazz è un mondo immenso vorrei trovare una guida tranquilla poco impegnativa, tanto per capire se mi può interessare: cosa mi consigliate?Dopo di che sceglierei una guida come il Jazz theory book per approfondire.
Grazie in anticipo
L'opener aveva chiesto un libro jazz da consultare per farsi una "cultura" jazz...
Potrei consigliare Zenni e la sua storia del jazz, che ritengo completa e supportata dagli ascolti (su CD e online). L'ho studiato in Conservatorio (Palermo - pianoforte jazz) e mi è stato molto utile per capire l'evoluzione del jazz senza schematismi rigidi o campanilistici.

A proposito di quanto si diceva in riferimento ai maestri...
Avere chi ti guida è fondamentale. Ho la fortuna di studiare in un dipartimento jazz d'eccellenza con maestri di prim'ordine (Bonafede, Vasapolli, Maugeri, Giordano etc.) e il fatto di studiare gli standard non lo vedo in maniera negativa.
Purchè ciò avvenga nel filo di un discorso evolutivo della conoscenza del jazz, perchè è chiaro che quest'ultimo vive di una pluralità di sensibilità artistiche, di periodi storici, di commistioni...

Perchè dobbiamo per forza etichettare tutto? Nel momento in cui riusciamo a liberarci dalle definizioni, forse avremo la libertà di esprimere emozioni emozionanti... Non è questo il vero scopo dell'artista?