Sottogeneri Jazz moderni

  • Raptus
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24-12-21 16.37

Qual è secondo voi il miglior nipote attuale del Jazz?
Nel decennio appena passato 2010-2021 abbiamo visto l'esplodere di sottogeneri della musica elettronica che hanno avuto chiare influenze jazz (Nu Jazz, Electro Swing, Pop Jazz, Lo Fi ) quale genere secondo voi è il più apprezzabile? Perché e soprattutto quale genere avrà un vero futuro?
Secondo me:

- Nu Jazz: genere che forse più si lega al jazz e meno all'elettronica, è una nicchia e continua ad essere una nicchia.
Futuro: non ne avrei proprio idea

- Electro Swing: nato come costola retrò della corrente house elettronica di fine decennio 2000 ha avuto un boom tra il 2008 e il 2014.
Apprezzabile perché: ha riportato in auge ritmiche e sonorità altrimenti scomparse, soprattutto i primi tempi quando era una "novità" ha rappresentato una alternativa valida alla musica da ballo.
Futuro: ultimamente a causa della popolarità ormai globale è diventato mainstream (la pubblicità della Tim ve la ricordate?), ha perso molto appeal, se non si rinnova probabilmente ritornerà ad essere una nicchia

- Pop Jazz: ha avuto un boom nello stesso periodo dell'electro swing in cui si è vista una rivisitazione di molte sonorità retrò, a partire dalla famosissima Amy Winehouse (e tutte le sue cloni), Caro Emerald etc. Futuro: probabilmente qualche altro artista jazz stanco dei pochi numeri si cimenterà in questo percorso, un evergreen

- Lo Fi: genere di nicchia esploso su internet durante la pandemia, una sorta di fusione tra l'hip hop e lo smooth jazz. Lo considero il miglior prodotto attuale in quanto potrebbe portare avanti l'anima vera del jazz (improvvisazione) fondendolo con componenti moderne. Futuro: finché ci sarà la pandemia e secondo me anche oltre mi sa che sarà il genere di punta dei primi anni 2020. Una valida alternativa a tutti i generi commerciali attuali.

Voi che ne dite?
  • d_phatt
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27-12-21 18.10

Thanks per il topic interessante e per i sottogeneri 1) e 4), di cui non avevo mai sentito parlare.

Ovviamente qui tralasciamo per un attimo il discorso "non ha molto senso parlare di generi e sottogeneri", che personalmente condivido, ma è fuori luogo.

L'electro swing e il "pop jazz" come tu lo definisci hanno il merito di rimettere nelle orecchie della gente della musica che non sia latrato canino processato con autotune. E già è un grande passo in avanti, senza pretendere la Messa in Si Minore o Bill Evans.

A me tavolta piace ascoltare musica più "facile", a patto che sia decente, spesso è anche istruttivo sentire come arrangiano o producono i pezzi.
Quello che mi spezza le gambe e mi porta a spegnere è l'eccessiva ripetitività di alcuni brani, la stessa Back To Black per esempio: grande voce, bella melodia, c'è tiro, ha un bel giro di pianoforte particolarizzato da quel La bemolle di passaggio al basso che gli dà un tocco particolare...
Ma è troppo ripetitiva, arrivato a metà brano mi stufo e chiudo.

Per quanto riguarda cose moderne più "serie", a volte sento delle cose bellissime e in qualche modo fresche, altre volta roba che stento a capire. Purtroppo nel jazz odierno, quello di alto livello, la barriera d'accesso è talvolta elevatissima perché costruiscono musica partendo da un secolo di evoluzione del jazz e se non sei un addetto ai lavori, pur avendo le orecchie "aperte", qualche volta è troppo difficile capire.

Una cosa che la dice lunga su quanto potenzialmente può diventare di nicchia: ho studiato pianoforte per anni, esperienza di conservatorio, ascolto jazz da quando avevo 15 anni, ho molti jazzisti intorno a me, ho sempre avuto interesse per ogni tipo di musica, sia a livello di ascolto che di studio, e ascoltato il prog più estremo, eppure a volte questo ancora non basta per capire certi brani "spinti", e allora per forza di cose rimarranno sempre roba per pochi addetti ai lavori, un po' come molta ricerca scientifica odierna.
  • violino999
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27-12-21 19.07

@ d_phatt
Thanks per il topic interessante e per i sottogeneri 1) e 4), di cui non avevo mai sentito parlare.

Ovviamente qui tralasciamo per un attimo il discorso "non ha molto senso parlare di generi e sottogeneri", che personalmente condivido, ma è fuori luogo.

L'electro swing e il "pop jazz" come tu lo definisci hanno il merito di rimettere nelle orecchie della gente della musica che non sia latrato canino processato con autotune. E già è un grande passo in avanti, senza pretendere la Messa in Si Minore o Bill Evans.

A me tavolta piace ascoltare musica più "facile", a patto che sia decente, spesso è anche istruttivo sentire come arrangiano o producono i pezzi.
Quello che mi spezza le gambe e mi porta a spegnere è l'eccessiva ripetitività di alcuni brani, la stessa Back To Black per esempio: grande voce, bella melodia, c'è tiro, ha un bel giro di pianoforte particolarizzato da quel La bemolle di passaggio al basso che gli dà un tocco particolare...
Ma è troppo ripetitiva, arrivato a metà brano mi stufo e chiudo.

Per quanto riguarda cose moderne più "serie", a volte sento delle cose bellissime e in qualche modo fresche, altre volta roba che stento a capire. Purtroppo nel jazz odierno, quello di alto livello, la barriera d'accesso è talvolta elevatissima perché costruiscono musica partendo da un secolo di evoluzione del jazz e se non sei un addetto ai lavori, pur avendo le orecchie "aperte", qualche volta è troppo difficile capire.

Una cosa che la dice lunga su quanto potenzialmente può diventare di nicchia: ho studiato pianoforte per anni, esperienza di conservatorio, ascolto jazz da quando avevo 15 anni, ho molti jazzisti intorno a me, ho sempre avuto interesse per ogni tipo di musica, sia a livello di ascolto che di studio, e ascoltato il prog più estremo, eppure a volte questo ancora non basta per capire certi brani "spinti", e allora per forza di cose rimarranno sempre roba per pochi addetti ai lavori, un po' come molta ricerca scientifica odierna.
Da appassionato di musica jazz, il jazz contemporaneo è difficile da digerire. Anni fa ho assistito ad un concerto del gruppo di Rava con Petrella trombonista. Pur riconoscendo l'elevato tasso tecnico di tutti i musicisti, la mia impressione è stata per la prima mezz'ora, che si fossero trovati per caso e stessero facendo le prove, per tentare di suonare tutti il solito pezzo. Rava e Petrella, facevano a gara tra di loro a suonare le note più improbabili e dissonanti, rispetto all'armonia suonata dagli altri strumenti. Conclusione :unico pezzo applaudito con vigore dal pubblico è stato Besame Mucho, eseguito come bis, e che qualcuno tra il pubblico ha anche ballato... Il tutto eseguito dentro la cornice eccezionale del cortile di Palazzo Pitti a Firenze. Francamente ho provato a ascoltare con attenzione, tentando di individuare l'uso di scale jazz, ma ci sono riuscito pochissime volte. Mi chiedo quindi che cosa possono aver capito persone che sono fuori dalla musica jazz. Grazie di eventuali commenti di persone più competenti di me su questo argomento.
  • markelly2
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27-12-21 19.20

@ Raptus
Qual è secondo voi il miglior nipote attuale del Jazz?
Nel decennio appena passato 2010-2021 abbiamo visto l'esplodere di sottogeneri della musica elettronica che hanno avuto chiare influenze jazz (Nu Jazz, Electro Swing, Pop Jazz, Lo Fi ) quale genere secondo voi è il più apprezzabile? Perché e soprattutto quale genere avrà un vero futuro?
Secondo me:

- Nu Jazz: genere che forse più si lega al jazz e meno all'elettronica, è una nicchia e continua ad essere una nicchia.
Futuro: non ne avrei proprio idea

- Electro Swing: nato come costola retrò della corrente house elettronica di fine decennio 2000 ha avuto un boom tra il 2008 e il 2014.
Apprezzabile perché: ha riportato in auge ritmiche e sonorità altrimenti scomparse, soprattutto i primi tempi quando era una "novità" ha rappresentato una alternativa valida alla musica da ballo.
Futuro: ultimamente a causa della popolarità ormai globale è diventato mainstream (la pubblicità della Tim ve la ricordate?), ha perso molto appeal, se non si rinnova probabilmente ritornerà ad essere una nicchia

- Pop Jazz: ha avuto un boom nello stesso periodo dell'electro swing in cui si è vista una rivisitazione di molte sonorità retrò, a partire dalla famosissima Amy Winehouse (e tutte le sue cloni), Caro Emerald etc. Futuro: probabilmente qualche altro artista jazz stanco dei pochi numeri si cimenterà in questo percorso, un evergreen

- Lo Fi: genere di nicchia esploso su internet durante la pandemia, una sorta di fusione tra l'hip hop e lo smooth jazz. Lo considero il miglior prodotto attuale in quanto potrebbe portare avanti l'anima vera del jazz (improvvisazione) fondendolo con componenti moderne. Futuro: finché ci sarà la pandemia e secondo me anche oltre mi sa che sarà il genere di punta dei primi anni 2020. Una valida alternativa a tutti i generi commerciali attuali.

Voi che ne dite?
Avevo inteso che volessi parlare solo di quei sottogeneri che hai elencato tu.

Dunque in generale, potremmo mettere quel jazz diciamo "intellettuale" che fanno artisti tipo Enrico Pieranunzi e in parte Brad Mehldau.

Oppure il jazz nordico degli artisti scandinavi, come ad esempio il compianto Esbjörn Svensson.
  • anonimo
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27-12-21 20.10

violino999 ha scritto:
jazz contemporaneo


se mettete anche dei link a brani di esempio per quello che scrivete, insegnate anche a me: grazie emo
  • vin_roma
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27-12-21 21.27

violino999 ha scritto:
Mi chiedo quindi che cosa possono aver capito persone che sono fuori dalla musica jazz. Grazie di eventuali commenti di persone più comp

Megalomania ipocrita, autoconvinti di essere sopra tutti o ...grandi prendi perculo...

Spero che l'ultima ipotesi sia solo una mia supposizione ma ...boh.
Col jazz nostrano ho spesso storto il muso.

L'estate del 2020, il giorno dopo la morte di Morricone ero in macchina e in Radio RAI sentii l'intervista ad un noto jazzista italiano e nell'occasione suonò ("suonò" forse è un termine troppo importante) un brano di Ennio...
Dopo solo 10 secondì abbandonò il seminato e se ne andò per i fatti suoi, lontano, lontano al punto che dissi "mò Morricone si risveglia e j'ammolla du' pizze!"
Note inutili, fuori contesto, degne di un egoista che della musica non ha capito niente ...un jazzista italiano insomma...
  • wildcat80
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27-12-21 21.44

Post interessante che seguo volentieri! Thanks!
  • d_phatt
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28-12-21 00.28

@ vin_roma
violino999 ha scritto:
Mi chiedo quindi che cosa possono aver capito persone che sono fuori dalla musica jazz. Grazie di eventuali commenti di persone più comp

Megalomania ipocrita, autoconvinti di essere sopra tutti o ...grandi prendi perculo...

Spero che l'ultima ipotesi sia solo una mia supposizione ma ...boh.
Col jazz nostrano ho spesso storto il muso.

L'estate del 2020, il giorno dopo la morte di Morricone ero in macchina e in Radio RAI sentii l'intervista ad un noto jazzista italiano e nell'occasione suonò ("suonò" forse è un termine troppo importante) un brano di Ennio...
Dopo solo 10 secondì abbandonò il seminato e se ne andò per i fatti suoi, lontano, lontano al punto che dissi "mò Morricone si risveglia e j'ammolla du' pizze!"
Note inutili, fuori contesto, degne di un egoista che della musica non ha capito niente ...un jazzista italiano insomma...
Eh, purtroppo c'è anche quel discorso lì, quello di "pisciare fuori dal vaso" cercando di fare gli originali e gli "strani" ad ogni costo, anche quando la musica non lo suggerisce e non lo richiede, correndo il pericolo di rovinarla.

Non mi riferisco a nessuno in particolare ora, ma l'ho visto succedere anche a gente estremamente brava, o almeno così a me è sembrato di vedere certe volte.

D'altra parte va detto che in una carriera lunga una vita è molto difficile non sbagliare mai (parlo di intenzione, modo, ecc, non di note).

La musica senza buone intenzioni non è buona musica, e di sicuro essere molto bravi o molto famosi (o entrambi) non dovrebbe far sentire giustificati a fare qualsiasi cosa, anche se inappropriata. Purtroppo non sempre è così...
  • maxpiano69
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28-12-21 08.34

@ markelly2
Avevo inteso che volessi parlare solo di quei sottogeneri che hai elencato tu.

Dunque in generale, potremmo mettere quel jazz diciamo "intellettuale" che fanno artisti tipo Enrico Pieranunzi e in parte Brad Mehldau.

Oppure il jazz nordico degli artisti scandinavi, come ad esempio il compianto Esbjörn Svensson.
Anch'io avevo inteso che il thread fosse relativo solo ai generi elencati nel post di apertura, che personalmente non frequento e comunque ritengo contaminazioni jazz (o presunte tali) nel pop/altro e non viceversa, quindi per me non sono da considerarsi come "sottogeneri del jazz".

Il jazz contemporaneo per me è più quello cui fanno riferimento gli esempi di markelly che sto citando o tra gli stranieri penso anche ad Esperanza Spalding e magari altri che adesso non mi vengono in mente, perchè come per tutti generi, al giorno d'oggi è diventato difficile districarsi nella marea di offerta musicale (ufficiale o indipendente) che ci sommerge, a parte pochi grandi ci sono tante proposte magari anche valide che però fanno fatica ad emergere.
  • giosanta
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28-12-21 09.11

violino999 ha scritto:
... Anni fa ho assistito ad un concerto del gruppo di Rava con Petrella trombonista. Pur riconoscendo l'elevato tasso tecnico di tutti i musicisti, la mia impressione è stata per la prima mezz'ora, che si fossero trovati per caso e stessero facendo le prove, per tentare di suonare tutti il solito pezzo. Rava e Petrella, facevano a gara tra di loro a suonare le note più improbabili e dissonanti, rispetto all'armonia suonata dagli altri strumenti. Conclusione :unico pezzo applaudito con vigore dal pubblico è stato Besame Mucho

Alimentano il loro personaggio: ha ragione Vincenzo Romano.
Adoro Bollani perchè si muove esattamente nella direzione opposta dei succitati mistici sacerdoti del nulla.

vin_roma ha scritto:
Megalomania ipocrita, autoconvinti di essere sopra tutti o ...grandi prendi perculo...

Si. Ma il vizio non è solo italico.

d_phatt ha scritto:
Eh, purtroppo c'è anche quel discorso lì, quello di "pisciare fuori dal vaso" cercando di fare gli originali e gli "strani" ad ogni costo, anche quando la musica non lo suggerisce e non lo richiede, correndo il pericolo di rovinarla.

Faccio mia questa considerazione.
Aggiungo che secondo me è difficile catalogare delle "derivazioni" quando il "derivato" è tutt'altro che univoco. Count Basie che arrangia Sinatra e Kind of Blues sono entambi, ed a pieno titolo, Jazz...
  • markelly2
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28-12-21 10.17

d_phatt ha scritto:
Ma è troppo ripetitiva, arrivato a metà brano mi stufo e chiudo.

Condivido.

Per me, oggi

STROFA
STROFA
RITORNELLO
STROFA
RITORNELLO
BRIDGE
RITORNELLO ad lib

è quasi sempre sinonimo di noiosa commercialata emo

  • 1paolo
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28-12-21 10.23

Non so se sono fuori tema ma a me piacciono molto: Weather Report, Steps Haed, Yellow jackets, i primi lavori di Sting con Marsalis & c, Miles Davis con Marcus Miller (Tutu) etc.. posso dire jazz rock? ..
  • toniz1
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28-12-21 10.36

@ anonimo
violino999 ha scritto:
jazz contemporaneo


se mettete anche dei link a brani di esempio per quello che scrivete, insegnate anche a me: grazie emo
il jazz e dintorni non e' per nulla il mio genere... per cui se qualche anima pia volesse inserire 2-3 link per ognuno dei 4 generi indicati all'inizio allargherebbe la mia conoscenza...
piu' o meno ho intuito... ma nel mio caso al momento rischio di "fare di tutta un'erba un fascio" emo emo thx
  • markelly2
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28-12-21 10.56

@ 1paolo
Non so se sono fuori tema ma a me piacciono molto: Weather Report, Steps Haed, Yellow jackets, i primi lavori di Sting con Marsalis & c, Miles Davis con Marcus Miller (Tutu) etc.. posso dire jazz rock? ..
Puoi dire jazz rock, ma forse non puoi dire jazz moderno emo
  • d_phatt
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28-12-21 11.58

@ markelly2
d_phatt ha scritto:
Ma è troppo ripetitiva, arrivato a metà brano mi stufo e chiudo.

Condivido.

Per me, oggi

STROFA
STROFA
RITORNELLO
STROFA
RITORNELLO
BRIDGE
RITORNELLO ad lib

è quasi sempre sinonimo di noiosa commercialata emo

Ma già con una struttura molto classica tipo questa si possono fare tantissime cose belle e interessanti (e anche orribili o noiose), dipende dal contenuto di quelle strofe e di quei ritornelli, se ci sono variazioni, giochi strumentali fatti da menti e mani esperte, arrangiamenti fini, io non ho nulla in contrario, anzi...
Io non mi riferivo tanto a quello (anche se chiaramente in parte c'è anche quel discorso), ma proprio alle scelte musicali (almeno laddove di si può parlare di "scelte") viste nota per nota, battuta dopo battuta, anche all'interno di una sequenza di più strofe composte dagli stessi accordi.
Se ci pensi anche gli standard jazz, se pensiamo ai lead sheet, sono quasi tutte melodie con accordi su due strutture, A e B.
  • d_phatt
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28-12-21 12.05

giosanta ha scritto:
Adoro Bollani

E' un grande, può suonare di tutto, sa far ridere (e pure tanto, io ogni volta che rivedo il video di Copacabana mi cappotto), come se non bastasse oltre a essere un grande jazzista ha pure una formazione classica completa, che gli ha dato delle basi e delle possibilità che molti jazzisti non hanno...lui è veramente un esempio per tante cose, e al di là di tutto è un vero artigiano, sa fare tanto.
  • d_phatt
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28-12-21 12.10

@ markelly2
Puoi dire jazz rock, ma forse non puoi dire jazz moderno emo
Sotto un certo punto di vista è comunque roba recente, se pensiamo agli anni '40...però certo, anche lì per certe cose come i WR iniziano a passare più di 50 anni...emo

Tornando al discorso "cose di oggi", a me sono piaciute diverse cose degli Snarky Puppy, di Cory Henry (anche se non mi piace tutto quello che fa - detto chiaramente con il massimo rispetto, non so neanche fare i peti come lui), poi vabbè c'è Joey De Francesco che è tutt'ora in piena attività ed è relativamente recente, lui insieme a quell'altro demonio di Frank Vignola potrei stare a sentirli per ore.
  • d_phatt
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28-12-21 12.19

Link

Anche loro due non saranno esattamente dei 18enni appena usciti dalle superiori, ma sono attuali, esistono adesso e li seguo. L'anno scorso, non sapendo cosa fare durante il lockdown, del brano nel link ho trascritto tutte le tastiere (aiutandomi con il video per quegli accordi molto densi, un impazzimento, che gli piasse...). Non ho trascritto la parte di basso e questo ha sicuramente limitato la mia comprensione armonica del brano, però...ce ne vuole per fare musica come questa, e tuttavia è ancora piuttosto comprensibile e orecchiabile, seppur raffinatissima.
  • markelly2
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28-12-21 12.19

d_phatt ha scritto:
Se ci pensi anche gli standard jazz, se pensiamo ai lead sheet, sono quasi tutte melodie con accordi su due strutture, A e B

Difatti ho sottolineato che il mio pensiero è riferito a oggi.
A quell'epoca, nel jazz non si facevano strutture semplici per vendere di più. Forse in certi ambiti, servivano a fare ballare, ma comunque parliamo degli albori della musica, era tutto nuovo.
Io mi riferisco al pop commerciale e al suo triste target.
  • d_phatt
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28-12-21 12.27

@ markelly2
d_phatt ha scritto:
Se ci pensi anche gli standard jazz, se pensiamo ai lead sheet, sono quasi tutte melodie con accordi su due strutture, A e B

Difatti ho sottolineato che il mio pensiero è riferito a oggi.
A quell'epoca, nel jazz non si facevano strutture semplici per vendere di più. Forse in certi ambiti, servivano a fare ballare, ma comunque parliamo degli albori della musica, era tutto nuovo.
Io mi riferisco al pop commerciale e al suo triste target.
Ah ok, scusa.
In realtà forse avrei bisogno di qualche esempio di quello che tu intendi per "pop commerciale", perché forse (parlo da ignorante) potrebbero farne parte cose molto carine, tipo questa. Niente di speciale sotto determinati punti di vista, però ben fatta.