28-12-23 21.20
È successo da quasi un anno, ma nel raccontarla ieri mi è tornata in mente e approfitto del riposo forzato a cui mi costringe l'influenza per riportarla anche qui.
L'anno scorso a metà gennaio suoniamo dal vivo per fare la "colonna sonora" di uno spettacolo teatrale. Lo spettacolo era pensato per essere molto breve, durata inferiore all'ora, perché dopo era prevista un'altra rappresentazione, anch'essa piuttosto breve, successiva alla prima.
Avevamo soltanto tre brani in scaletta, più uno per i saluti finali, anche se erano abbastanza corposi come minutaggio, diciamo circa 5/6 minuti ciascuno.
Avevamo già fatto questa stessa cosa ad ottobre, ma il fonico quella volta era uno che conoscevamo da prima, mentre in questa replica invernale ce n'era un altro che veniva da fuori e che conoscevamo per la prima volta. Si è rivelato molto esperto e bravo, parlandoci scopro che è un chiacchierone come me e mi racconta tante cose, mi dice dell'enorme Midas analogico che si scarrozzava in giro in gioventù, e scopro anche che facendo questo lavoro da quasi trent'anni in varie occasioni ha lavorato anche con nomi grossi.
Qual'è il punto di tutto questo racconto? Che facciamo un check e poi una prova di un'oretta, dopodiché come faccio sempre corro al banco per sapere le impressioni del tecnico e lo trovo visibilmente emozionato, non in lacrime, ma quasi commosso.
"Magari sempre così!" mi fa. E io, capendo male, un po' imbarazzato faccio:
"Ti ringrazio tanto, se tutto gira per il verso giusto il risultato può essere buono, ma adesso ad essere sinceri ci sono state anche diverse imprecisioni dovute al fatto che non provavamo queste cose da più di tre mesi". E mi risponde:
"No, non è questo...è che ormai mi capita di mixare musica veramente dal vivo si e no dieci volte all'anno...ormai faccio tutte serate in cui arriva gente a fare rap o trap sulle basi, roba che ti farebbe venire voglia cambiare mestiere per sempre..."
No comment.