17-12-23 19.46
Bello anche per me ritrovarvi!
Un paio di anni fa avevo nel mio setup anche un Deep 12 e un Odyssey della famosa casa tedesca, presi durante un attacco di GAS.
I miei ricordi dell'originale ARP erano troppo sfumati, per poter fare confronti, ma il "tedesco" rendeva bene di suo, il suono era autenticamente analogico ed il risultato tutto sommato corrispondeva abbastanza a ciò che mi sarei aspettato da un Odyssey.
Quanto al Deep, invece, ho suonato per troppo tempo su Juno 60 e 106 (preferivo il primo) per non accorgermi subito che il "tedesco" NON è un Juno.
E tuttavia, l' "analogicità" (su DCO) non manca.
Secondo me difetta della potenza e della cattiveria dei Juno soprattutto in su certi suoni, però nel complesso ha un "sound rolandesco" e, anche senza effetti (importante testarlo così) suona bene, anche se l'ho trovato un pochino "debole" sulla forma d'onda a dente di sega (parere personale).
Nel complesso, tuttavia, debbo ammettere che non sono i soliti "giocattolini tedeschi", ma due macchine serie.
Bisogna prenderle per quello che sono, e soprattutto non pretendere che siano reincarnazioni degli originali.
Il Deep, in particolare, penso che sia piuttosto versatile, un buon "work-horse" in svariate situazioni.
Concordo con Josanta sul fatto che due analogici d'epoca della stessa casa non suonano esattamente uguali.
Lo stesso vale (a maggior ragione) per riedizioni come ad esempio il Voyager, che NON è un Model D.
E' un altro Minimoog, originale perchè fatto e così chiamato dalla stessa casa, che suona stupendamente nel "range sonoro" Moog, ma non è il Model D.
E' anche verissimo che i synth bisogna saperli far suonare.
L'Iridium l'ho preso a scatola chiusa, per "fiducia" nella casa Waldorf (avevo anche considerato l'ipotesi di un Blofeld)
L'Hydrasynth, invece, l'ho preso un po' perchè le sue specifiche e la sua complessità mi intrigavano, un po' perchè mi piaceva la qualità della tastiera (con AT poly e ribbon) e un po' per scommessa, dopo averlo testato per pochissimo nel solito negozio.
Entrambi i Synth mi hanno provocato un primo momento di "crisi", durante il quale ho anche considerato di venderli... ma ho resistito ed ho fatto bene.
Con l'Iridium sono entrato abbastanza presto in "sintonia sonora", grazie anche alle forme d'onda aggiuntive che ho caricato in quantità nella sua memoria, oltre alle infinite librerie DX7 (se ci si lavora un po', si riesce a farle suonare quasi come l'originale).
E poi si cominciano a scoprire le svariate possibilità, come caricare le forme d'onda classiche e le 68 wavetables in ogni singolo operatore FM (!), il tutto moltiplicato per 6 oscillatori (in modalità bitimbrica 8 voci), ciascuno dei quali può utilizzare autonomamente una delle 5 forme di sintesi presenti nel Synth, oppure utilizzando gli inviluppi degli algoritmi si può trasformare ogni oscillatore praticamente in un synth indipendente VA. Wavetable o FM.... una roba pazzesca.
Per non parlare della sintesi granulare.....
L'Hydrasynth è altrettanto pazzesco.
Tuttavia ho avuto maggiori difficoltà ad entrarci in sintonia.
E' un synth un po' fuori dai soliti schemi sonori, che va "capito". Una specie di puledro, dotato di una forza che va controllata, dosata, mixata nel giusto modo.
I suoni di fabbrica, per la verità, non mi sono piaciuti (salvo alcuni) e fanno sembrare il, synth "asfittico", "thin", freddo come un cubetto di ghiaccio.
Ma la potenza di questa macchina è tutta lì, sotto il cofano, da tirare fuori e se non la si dosa bene, si rischia addirittura di finire "fuori strada" .
Oltre alle emulazioni dei suoni classici, può fare davvero un sacco di cose mirabolanti, in ambito digitale, con quelle duecento e passa forme d'onda modellabili in svariati modi
Come dice giustamente Deckard, sono due synth fantastici.
E sono solo agli inizi.
Ho ancora tanto da conoscere di queste due macchine; divertimento e soddisfazioni assicurati per i prossimi anni..