Il concetto "allargato" di patch sharing

anonimo 14-11-15 21.52
@ kurz4ever
...ho già fatto i calcoli sopra se leggi bene
e 128^20 = 1.3937966*10^42 / 1miliardo = 1,3937966*10^33
in un anno ci sono 31536000 secondi... quindi il calcolo è presto fatto:
4.4197*10^25 anni... dici che trovi un computer che vada più veloce di così, tipo 10 volte... diciamo un cluster tipo IBM blue Gene, potente come 10000 PC moderni... ok allora il tempo cala a 4.4197*10^21 anni ...mmm mi sa che ce vorrà un pò...
nel frattempo mi faccio una birra emo
Edited 14 Nov. 2015 18:08
ma scusa, quanti calcoli al secondo fa un computer (contando che deve solo popolare una tabella con un numero?)

Io pensavo che un PC facesse miliardi di operazioni al secondoemo
cecchino 14-11-15 22.09
Lavoriamo solo sugli ordini di grandezza per semplicità.
Il record mondiale dei cluster HPC è dell'ordine di grandezza delle decine di Petaflop (quindi 10ˆ16 operazioni al secondo).
Dividendo 10ˆ42 combinazioni per 10ˆ16 otteniamo 10ˆ26 secondi.
In un anno ci sono qualcosa per 10ˆ7 secondi, allarghiamoci e mettiamo 10ˆ8
10ˆ26 / 10ˆ8 = 10ˆ18 anni (avendo a disposizione tutto per te il primo supercomputer della lista Top500)
Mettiti tranquillo emoemoemo
Ah, sì, e per brevettare qualcosa o registrarlo come opera dell'ingegno devi dimostrare il tuo contributo creativo all'opera e la sua novità rispetto all'esistente emo
Edited 14 Nov. 2015 21:11
anonimo 14-11-15 22.25
@ cecchino
Lavoriamo solo sugli ordini di grandezza per semplicità.
Il record mondiale dei cluster HPC è dell'ordine di grandezza delle decine di Petaflop (quindi 10ˆ16 operazioni al secondo).
Dividendo 10ˆ42 combinazioni per 10ˆ16 otteniamo 10ˆ26 secondi.
In un anno ci sono qualcosa per 10ˆ7 secondi, allarghiamoci e mettiamo 10ˆ8
10ˆ26 / 10ˆ8 = 10ˆ18 anni (avendo a disposizione tutto per te il primo supercomputer della lista Top500)
Mettiti tranquillo emoemoemo
Ah, sì, e per brevettare qualcosa o registrarlo come opera dell'ingegno devi dimostrare il tuo contributo creativo all'opera e la sua novità rispetto all'esistente emo
Edited 14 Nov. 2015 21:11
a proposito, ho appena registrato le posizioni del volume MIDI di tutti gli strumenti musicali esistenti su 128 steps.

d'ora in poi se volete settare il volume del vostro strumento su una qualsiasi delle sue 128 posizioni dovete pagarmi le royaltiesemo
anonimo 14-11-15 22.34
comunque per fare un esempio semplice senza impestarsi col calcolo combinatorio:

1) prendiamo una macchina semplicissima, con un oscillatore su 1 ottava con una sola forma d'onda, un filtro digitale a 128 steps non risonante e basta (lo so che é una macchina penosa ma é solo per fare un esempio teorico)

2) in questo caso avrei semplicemente 128 differenti settings

3) secondo il ragionamento di alcuni fra noi, ognuno di questi settings sarebbe lecitamente sottoponibile a copyright

4) ergo io li registro tutti e 128 e nessuno puo' più suonare quella macchina senza pagarmi le royalties

lo vediamo che il concetto non sta in piedi?

Una serie di regolazioni non é materia che il copyright possa coprire

emo
kurz4ever 14-11-15 22.42
@ anonimo
ma scusa, quanti calcoli al secondo fa un computer (contando che deve solo popolare una tabella con un numero?)

Io pensavo che un PC facesse miliardi di operazioni al secondoemo
eh usando la cpu circa 1-2 miliardi (non è che scrivere una cosa in una locazione di memoria sia sufficiente, c'è anche il ciclo, e il controllo e supponendo di scrivere l'algoritmo in un linguaggio efficiente come il c o il c++) per il tuo mac (e comunque excel non è pensato per essere così ottimizzato), usando la GPU probabilmente un ordine di grandezza di più, ma un miliardo è 1*10^9... 1*10^42 è moooooolto di più........ emo
kurz4ever 14-11-15 22.46
cecchino ha scritto:
10ˆ26 / 10ˆ8 = 10ˆ18 anni (avendo a disposizione tutto per te il primo supercomputer della lista Top500)
Mettiti tranquillo emoemoemo

emo pensa che bevuta!!!
cecchino ha scritto:
Ah, sì, e per brevettare qualcosa o registrarlo come opera dell'ingegno devi dimostrare il tuo contributo creativo all'opera e la sua novità rispetto all'esistente emo

Sì, hai ragione.... ero partito a razzo a fare i conti senza l'osservazione più ovvia
kurz4ever 14-11-15 22.48
@ anonimo
comunque per fare un esempio semplice senza impestarsi col calcolo combinatorio:

1) prendiamo una macchina semplicissima, con un oscillatore su 1 ottava con una sola forma d'onda, un filtro digitale a 128 steps non risonante e basta (lo so che é una macchina penosa ma é solo per fare un esempio teorico)

2) in questo caso avrei semplicemente 128 differenti settings

3) secondo il ragionamento di alcuni fra noi, ognuno di questi settings sarebbe lecitamente sottoponibile a copyright

4) ergo io li registro tutti e 128 e nessuno puo' più suonare quella macchina senza pagarmi le royalties

lo vediamo che il concetto non sta in piedi?

Una serie di regolazioni non é materia che il copyright possa coprire

emo
Citando cecchino:
"per brevettare qualcosa o registrarlo come opera dell'ingegno devi dimostrare il tuo contributo creativo all'opera e la sua novità rispetto all'esistente"
Questo stabilisce un limite ragionevole...
anonimo 14-11-15 22.59
@ kurz4ever
Citando cecchino:
"per brevettare qualcosa o registrarlo come opera dell'ingegno devi dimostrare il tuo contributo creativo all'opera e la sua novità rispetto all'esistente"
Questo stabilisce un limite ragionevole...
bravo, qui ti volevo!

e quanti parametri di controllo devono esserci perché si possa parlare di contributo creativo?

2?10?100? e chi lo decide?

emo
cecchino 14-11-15 23.15
Ma il concetto di brevetto sul software (scusate, ma continuo a considerare una patch come una sequenza di istruzioni fornite al processore della tastiera, come ho già spiegato più su) è oggetto da anni di discussioni e diatribe. Tanti anni fa, quando ero borsista, creammo un sistema per il controllo di una serie di stazioni sperimentali usando hardware commerciale ma riscrivendo completamente il software di gestione. La situazione non era molto dissimile da quella di una patch: hardware commerciale acquistabile da chiunque, con il suo firmware interno non modificabile, strumenti collegati anche loro dotati di firmware proprietario e collegati digitalmente (come nel MIDI) oppure collegati per via analogica (come certi synth analogici a controllo numerico). La parte originale stava nel comandare gli strumenti nel modo giusto e nell'ordine giusto per fargli tirar fuori i dati voluti nella sequenza e nel formato opportuni per processarli e realizzare il "suono" (l'esperimento).
All'epoca non fu possibile brevettare il software, la normativa italiana non era ancora abbastanza matura e brevettare tutto il sistema non era possibile (sarebbe stato come brevettare la patch di Impressioni di Settembre includendo il Moog nell'opera dell'ingegno) perciò ci limitammo a depositare il software presso la SIAE come opera originale (e pure lì furono dolori). In seguito si è arrivati a battaglie senza quartiere per evitare che ditte con dimensioni sufficientemente grandi (fate voi i nomi) potessero brevettare procedure software impedendo di fatto a chiunque altro di creare programmi diversi ma che partendo dalle stesse premesse raggiungessero gli stessi obiettivi. Specie nel periodo della nascita e dell'esplosione del software open source quello della brevettabilità del software era uno degli argomenti più dibattuti.
Personalmente dopo un quarto di secolo da quell'esperienza sono attualmente contrario al brevetto software (e della patch) ma vedendolo come una vera e propria opera dell'ingegno ritengo che vada tutelata secondo la legge sul diritto d'autore, proprio come una composizione musicale.
P.S. il sistema nel suo complesso fu poi oggetto di una pubblicazione scientifica interna, non riproducibile senza il consenso degli autori emo
Edited 14 Nov. 2015 22:19
kurz4ever 14-11-15 23.17
@ anonimo
bravo, qui ti volevo!

e quanti parametri di controllo devono esserci perché si possa parlare di contributo creativo?

2?10?100? e chi lo decide?

emo
....e quante misure servono per definire un plagio?
La valutazione deve essere fatta caso per caso... il buon senso, insomma
cecchino 14-11-15 23.23
@ anonimo
bravo, qui ti volevo!

e quanti parametri di controllo devono esserci perché si possa parlare di contributo creativo?

2?10?100? e chi lo decide?

emo
Per i brevetti attualmente ci sono delle procedure di valutazione. Dove lavoravo qualche anno fa si faceva prima una valutazione interna e successivamente si passava alla trafila con l'ufficio brevetti etc.
Per le opere dell'ingegno le cose variano a seconda del tipo di opera, se musicale c'è un limite minimo di sequenze identiche nella melodia, ma qui di solito la valutazione non viene fatta al momento del deposito ma è oggetto di perizie solo in caso di contenzioso. Per le patch adotterei un sistema analogo.
anonimo 14-11-15 23.27
capisco ma dissento: una patch non é altro che un elenco di regolazioni di interruttori e potenziometri (fisici o virtuali)

e, notiamo bene, un sintetizzatore ci viene venduto dalla casa madre con l'implicita licenza di regolarlo come ci aggrada

ergo un terzo violerebbe il diritto che ho acquisito nel momento in cui ho comprato il sintetizzatore in questione se mi proibisse di regolarlo in una certa maniera, ammenoché non gli paghi una royalty

Il problema sta nel fatto che le patch commerciali sono trasparenti: se fossero offuscate, o basate su supporto hardware tipo card etcetera, il problema non si porrebbe

Ma appena la patch diviene un set trasparente di regolazioni dello strumento, uno ha il sacrosanto diritto legale (anche se eticamente e moralmente a mio avviso fa una cosa non bella) di replicare questo setting, di comunicarlo, addirittura di rivenderlo

Basta che non si copi direttamete dal CD/USB/vattelapesca che ha venduto l'autore della patch, ma si scarichi la patch dal tuo sintetizzatore su un supporto vergine

IMHO
Edited 14 Nov. 2015 22:28
cecchino 14-11-15 23.35
E poi ovviamente c'è il problema del tipo di licenza con il quale la patch è stata rilasciata...
Se si tratta di licenza commerciale, non c'è scappatoia che tenga, quello che si compra non è la patch ma la sua licenza d'uso e non si può redistribuire. Basta citare i crediti all'autore originale ovunque lo si riutilizzi.
All'estremo opposto c'è la licenza open source "alla BSD" che prevede di poter modificare il programma ed addirittura includerlo in un software commerciale.
In mezzo c'è tutta una serie di sfumature possibili. Da quello che vedo in giro ci sono molte condivisioni di patch pubblicate su forum e siti di sharing senza particolari restrizioni associate al singolo file (ma in qualche caso con l'indicazione generale del sito che le patch non possono essere usate per l'inclusione in software commerciale).
Dato che spesso la stessa patch viene postata in vari siti con prescrizioni diverse (o addirittura senza alcuna prescrizione) in questo caso rivalersi per l'uso commerciale di tali patch è virtualmente impossibile.
No, Cyrano, non sono d'accordo con te, usando il concetto di regolazioni come lo intendi tu non si potrebbe proteggere alcuna opera dell'ingegno. Specialmente cose come il software open source per il quale il sorgente del programma è appunto trasparente.
Edited 14 Nov. 2015 22:45
anonimo 15-11-15 00.05
@ cecchino
E poi ovviamente c'è il problema del tipo di licenza con il quale la patch è stata rilasciata...
Se si tratta di licenza commerciale, non c'è scappatoia che tenga, quello che si compra non è la patch ma la sua licenza d'uso e non si può redistribuire. Basta citare i crediti all'autore originale ovunque lo si riutilizzi.
All'estremo opposto c'è la licenza open source "alla BSD" che prevede di poter modificare il programma ed addirittura includerlo in un software commerciale.
In mezzo c'è tutta una serie di sfumature possibili. Da quello che vedo in giro ci sono molte condivisioni di patch pubblicate su forum e siti di sharing senza particolari restrizioni associate al singolo file (ma in qualche caso con l'indicazione generale del sito che le patch non possono essere usate per l'inclusione in software commerciale).
Dato che spesso la stessa patch viene postata in vari siti con prescrizioni diverse (o addirittura senza alcuna prescrizione) in questo caso rivalersi per l'uso commerciale di tali patch è virtualmente impossibile.
No, Cyrano, non sono d'accordo con te, usando il concetto di regolazioni come lo intendi tu non si potrebbe proteggere alcuna opera dell'ingegno. Specialmente cose come il software open source per il quale il sorgente del programma è appunto trasparente.
Edited 14 Nov. 2015 22:45
dunque tu vuoi dire che di tutti i suoni per cui qualcuno ha creato una patch mi é vietato l'utilizzo?

ma capiamo che a questa stregua potremmo "registrare" una patch per un televisore al plasma e far pagare il telespettatore che vuole regolarsi la sua televisione in un certo modo?

Registriamo le temperature possibili in un fornello e facciamo pagare le royalties a chi vuole cucinare a quella temperatura?

Registriamo le combinazioni di apertura dell'accelleratore e marcia ingranata e facciamo pagare le royalties agli automobilisti che le adottano?

Non dimentichiamoci che quando compriamo un synth compriamo implicitamente la licenza di regolarlo come vogliamo
cecchino 15-11-15 00.24
Infatti nessuno ti impedisce di acquistare una patch e regolare il tuo synth con essa a tuo piacimento.
Nessuno ti impedisce nemmeno di regolare casualmente il tuo synth con gli stessi identici valori dei parametri che qualcun altro ha usato in una patch che tiene per sé o che ha distribuito con una licenza qualunque (anche se abbiamo visto, numeri alla mano, che la probabilità che ciò avvenga anche con un numero limitato di parametri è veramente scarsa).
Quello che non puoi fare è acquistare quella patch e rivenderla o redistribuirla come se l'avessi prodotta tu, perché questo va a danno del diritto di proprietà intellettuale dell'autore.
Il fatto che i parametri siano relativamente pochi non è così influente. Tu puoi programmare un computer per generare tutte le combinazioni possibili di quattro sole parole, ma il fatto che, con una probabilità infinitesima ma non nulla, una di quelle combinazioni sia "m'illumino d'immenso" non farà di te un poeta.
P.S. mi dispiace che la discussione abbia preso ormai un andamento che di tecnico ha forse poco, di questo mi scuso con Michele.
Edited 14 Nov. 2015 23:26
michelet 15-11-15 00.35
Visto che sono stato io ad aprire il thread, vorrei fornire alcune precisazioni perché ho l'impressione che - a torto o a ragione, per il puro gusto dialettico di dare torto e fare inutili sofismi - stiamo discutendo di argomenti afferenti la pirateria delle patches e il diritto d'autore, ma non dell'oggetto del thread.

Il punto nodale del mio thread, di natura etica, come forse all'inizio qualcuno aveva intuito anche se poi la discussione è deviata, è:
- il non rispetto dell'opera di ingegno altrui che ci fa considerare i banchi di patches commerciali come figurine liberamente scambiabili;
- il trarre del guadagno illecito vendendo le suddette patches commerciali, tramite mercatini on line, a prezzi evidentemente che dimostrano l'essere copia e non originali, visto che gli originali si acquistano direttamente solo dal produttore o da distribuori autorizzati;
- il trarre del guadagno illecito vendendo patches non commerciali, spacciandole per proprie.

Personalmente sono questi gli atteggiamenti, tra i molti, vorrei venissero limitati, partendo anche da noi stessi.
cecchino 15-11-15 01.23
@ michelet
Visto che sono stato io ad aprire il thread, vorrei fornire alcune precisazioni perché ho l'impressione che - a torto o a ragione, per il puro gusto dialettico di dare torto e fare inutili sofismi - stiamo discutendo di argomenti afferenti la pirateria delle patches e il diritto d'autore, ma non dell'oggetto del thread.

Il punto nodale del mio thread, di natura etica, come forse all'inizio qualcuno aveva intuito anche se poi la discussione è deviata, è:
- il non rispetto dell'opera di ingegno altrui che ci fa considerare i banchi di patches commerciali come figurine liberamente scambiabili;
- il trarre del guadagno illecito vendendo le suddette patches commerciali, tramite mercatini on line, a prezzi evidentemente che dimostrano l'essere copia e non originali, visto che gli originali si acquistano direttamente solo dal produttore o da distribuori autorizzati;
- il trarre del guadagno illecito vendendo patches non commerciali, spacciandole per proprie.

Personalmente sono questi gli atteggiamenti, tra i molti, vorrei venissero limitati, partendo anche da noi stessi.
Ma infatti tutti i miei "sofismi" sono in realtà diretti a difendere l'idea che, in questo caso come in molti altri, il diritto d'autore, o proprietà intellettuale, a seconda della definizione preferita, vanno tutelati.
La regola base di tutto ciò è la licenza di rilascio, decisa dall'autore che essendo detentore della proprietà intellettuale dispone liberamente ed esclusivamente dell'utilizzo dell'opera/prodotto. Spesso l'autore cede il proprio diritto all'azienda per la quale lavora, ed in tal caso è la ditta a stabilire le condizioni d'uso.
Se questa licenza permette il riutilizzo per qualsiasi fine, anche lo scambio e l'inserimento del prodotto in un contenitore più grande per rivenderlo sarà lecito, altrimenti no. Se la licenza è di tipo virale, il prodotto sarà modificabile e redistribuibile anche commercialmente purché soggetto alla stessa licenza insieme a tutti i suoi derivati.
Se la licenza prevede che la licenza d'uso (scusa il bisticcio) possa essere trasferita, si può anche rivendere il prodotto stesso sul mercatino, purché la licenza d'uso sia effettivamente poi ceduta all'acquirente e non sia più nella disponibilità del venditore.
Esempio: quando ho venduto la Mo6 ho chiesto a Melas se fosse lecito trasferire la licenza dei suoi prodotti per tale tastiera, da me regolarmente acquistati, al nuovo acquirente della Mo6. Ci avrei guadagnato qualche decina di € in più, ma lui mi ha risposto di no ed il software è ancora installato sul mio portatile, inutilizzato insieme alla sua bella regolare licenza. La versione di Cubase venduta in bundle con le tastiere Yamaha invece si può trasferire.

Se poi la licenza semplicemente non c'è, purtroppo a livello legale c'è poco da fare e pur in presenza di una pratica eticamente criticabile, ed assolutamente da evitare, l'illecito non sussiste.

Il problema è che molti ritengono la licenza un inutile orpello da seguire alla lettera solo quando fa comodo. Specie quando il guadagno in termini esclusivamente monetari (prezzo d'acquisto) non c'è, ma ci sono altri vantaggi non previsti dal detentore originale dei diritti. Spesso si confonde, del tutto in buona fede, l'acquisto di un prodotto con l'acquisto della proprietà di tale prodotto ("L'ho pagato perciò ne faccio quel che voglio"). Ma questo vale solo per oggetti come un'automobile, una lavatrice, un... synth emo. Per le opere dell'ingegno ciò che si acquista (a meno di clamorosi autogol dell'autore) non è la proprietà del prodotto ma una licenza d'uso.
Edited 15 Nov. 2015 0:24
michelet 15-11-15 08.17
@ cecchino
Ma infatti tutti i miei "sofismi" sono in realtà diretti a difendere l'idea che, in questo caso come in molti altri, il diritto d'autore, o proprietà intellettuale, a seconda della definizione preferita, vanno tutelati.
La regola base di tutto ciò è la licenza di rilascio, decisa dall'autore che essendo detentore della proprietà intellettuale dispone liberamente ed esclusivamente dell'utilizzo dell'opera/prodotto. Spesso l'autore cede il proprio diritto all'azienda per la quale lavora, ed in tal caso è la ditta a stabilire le condizioni d'uso.
Se questa licenza permette il riutilizzo per qualsiasi fine, anche lo scambio e l'inserimento del prodotto in un contenitore più grande per rivenderlo sarà lecito, altrimenti no. Se la licenza è di tipo virale, il prodotto sarà modificabile e redistribuibile anche commercialmente purché soggetto alla stessa licenza insieme a tutti i suoi derivati.
Se la licenza prevede che la licenza d'uso (scusa il bisticcio) possa essere trasferita, si può anche rivendere il prodotto stesso sul mercatino, purché la licenza d'uso sia effettivamente poi ceduta all'acquirente e non sia più nella disponibilità del venditore.
Esempio: quando ho venduto la Mo6 ho chiesto a Melas se fosse lecito trasferire la licenza dei suoi prodotti per tale tastiera, da me regolarmente acquistati, al nuovo acquirente della Mo6. Ci avrei guadagnato qualche decina di € in più, ma lui mi ha risposto di no ed il software è ancora installato sul mio portatile, inutilizzato insieme alla sua bella regolare licenza. La versione di Cubase venduta in bundle con le tastiere Yamaha invece si può trasferire.

Se poi la licenza semplicemente non c'è, purtroppo a livello legale c'è poco da fare e pur in presenza di una pratica eticamente criticabile, ed assolutamente da evitare, l'illecito non sussiste.

Il problema è che molti ritengono la licenza un inutile orpello da seguire alla lettera solo quando fa comodo. Specie quando il guadagno in termini esclusivamente monetari (prezzo d'acquisto) non c'è, ma ci sono altri vantaggi non previsti dal detentore originale dei diritti. Spesso si confonde, del tutto in buona fede, l'acquisto di un prodotto con l'acquisto della proprietà di tale prodotto ("L'ho pagato perciò ne faccio quel che voglio"). Ma questo vale solo per oggetti come un'automobile, una lavatrice, un... synth emo. Per le opere dell'ingegno ciò che si acquista (a meno di clamorosi autogol dell'autore) non è la proprietà del prodotto ma una licenza d'uso.
Edited 15 Nov. 2015 0:24
Non mi riferivo ai tuoi sofismi, ma a quelli di Cyrano... emo
anonimo 15-11-15 09.13
@ michelet
Non mi riferivo ai tuoi sofismi, ma a quelli di Cyrano... emo
emo

Sono il primo a dire che rivendere (o distribuire) una cosa che è costata fatica a chi l'ha creata è moralmente riprovevole

Quello che volevo dire è che, mentre la vendita di una copia di CD di patches tale e quale è forse facile da perseguire, vaglielo a spiegare a un giudice che una regolazione particolare di uno strumento (nato per essere regolato) infrange una licenza d'uso....

L'analogia sarebbe: immaginiamo che io comprassi un libro che mi insegna come regolare i pomelli di un synth per ottenere una serie di suoni...può chi ha scritto tale libro proibirmi di rivelare ad altri tali regolazioni? No, può solo proibirmi di fotocopiare il libro per uso non personale...ma non di scrivermi tali regolazioni su un documento word e rivendere tale documento

Eppure mi sembra un concetto facile e tutt'altro che sofistico...

emo
Edited 15 Nov. 2015 10:20
checosa 15-11-15 09.47
Per i sample la risposta si chiama "nord".....campionamenti,editor.aggiornamenti di altissimo livello gratis per tutti con loro non servono k-sound , Melas e affini con relative centinaia di euro da aggiungere al costo dello strumento

.....se riesce Nord a dare un servizio del genere ,non ci possono riuscire Yamaha, Korg, Roland che sono enormemente più grandi ?