Il concetto "allargato" di patch sharing

michelet 15-11-15 10.17
@ checosa
Per i sample la risposta si chiama "nord".....campionamenti,editor.aggiornamenti di altissimo livello gratis per tutti con loro non servono k-sound , Melas e affini con relative centinaia di euro da aggiungere al costo dello strumento

.....se riesce Nord a dare un servizio del genere ,non ci possono riuscire Yamaha, Korg, Roland che sono enormemente più grandi ?
I prodotti Clavia hanno prezzi elevati e, tutto sommato, giustificano un supporto di un certo livello.

I colossi come Yamaha fanno scelte diverse a libello commerciale, forniscono il minimo indispensabile in fatto di editor e lasciano una porta aperta a John Melas che ha creato una suite eccellente.
Tuttavia forniscono servizi come Yamahasynth e Motifator di cui in Italia non c'è nemmeno l'ombra. Chi di dovere dovrebbe solo vergognarsi.

Più che altro, ma andiamo fuori dal tema della discussione, il problema non è tanto il supporto post vendita offerto da Clavia o da Yamaha, quanto il fatto che in Italia rimaniamo sempre il fanalino di coda.
checosa 15-11-15 11.20
michelet ha scritto:
I prodotti Clavia hanno prezzi elevati e, tutto sommato, giustificano un supporto di un certo livello.


Vero fino ad un certo punto....un Motif XF8 costa 3890 euri,un MOXF 8 1499,ma vanno aggiunte obbligatoriamente 299 di espansione e 135 di editor.

Un Nordstage 88 EX costa 3499,già espanso e con editor e librerie incluse a vita......quale dei 2 ha un prezzo elevato?

Forse hai ragione sul fatto che si va fuori tema,ma anche la politica delle case produttrici aiuta nella diffusione del software copiato ...ma ti pare che un'espansione obsoleta da 1 gb deve costare 299 euri mentre una pendrive da 16gb ne costa meno di 10 ?
....Possibile che Yamaha non faccia un accordo con Melas per mettere in bundle il suo software su ogni suo prodotto...Melas guadagnerebbe lo stesso perchè verrebbe distribuito in migliaia di pezzi

La pirateria non va giustificata. ma anche diverse politiche dei produttori potrebbero sconfiggerla...se non fosse che alle aziende fa comodo che ci sia perchè fa aumentare la vendita dei loro prodotti potendo disporre di suoni a costo bassissimo e non dovendo far scervellare i propri programmatori che spesso le corredano di suoni imbarazzanti....
anonimo 15-11-15 12.04
Questo setting è quindi proteggibile, nessuno può, dopo aver consultato l'immagine in questione, scriversi la medesima patch su un foglio bianco e distribuirla
kurz4ever 15-11-15 12.11
stiamo tornando a guardare il dito invece della luna...
raga... il problema c'è ed esiste in Italia più che in altri paesi. Sarà che poi i nostri stipendi non sono quelli di un tedesco o di un francese per amore del cielo, ma spesso si è portati a scegliere la scorciatoia... e oltretutto quando si prende una decisione (non ti do la copia di X perchè la licenza non me lo permette) ci si sente anche dare degli stro...i.
Con la musica scaricata/copiata è stato distrutto il mercato della musica da ascolto. E l'effetto netto ottenuto è che oramai c'è di fatto un unico monopolista che distribuisce musica ( e che indirettamente può condizionare il mercato ) e poche case discografiche che possiedono tutti i marchi....
Con i vst si andrà nella medesima direzione (tanto in italia chi li compra se li può scaricare craccati)
Oramai solo il ferro non è copiabile...e quindi l'unico mercato con una certa redditività a lungo termine resterà quello degli stumenti fisici che però richiede un investimento iniziale notevole... risultato netto si distruggono intere nicchie di mercato con annesse aziende e lavoratori.... soprattutto in un paese come l'Italia (in cui la musica è/era davvero parte integrante della nostra educazione), dove ci sono competenze, ci sono capacità, e c'è fame di lavoro.
Sì, lo so che eri partivi dalle patch @michelet, ma mi sono permesso di portare il thread ancora fuori strada....
cecchino 15-11-15 13.04
@ anonimo
Questo setting è quindi proteggibile, nessuno può, dopo aver consultato l'immagine in questione, scriversi la medesima patch su un foglio bianco e distribuirla
No. Intanto basta leggere in una delle prime righe "Adjust the D and R in the ENV as you like" per capire che si tratta di un manuale sull'uso del synth con esempi e non della descrizione di una patch particolare. In ogni caso chi ha scritto il manuale ha il diritto di decidere se tale manuale possa essere riprodotto ed in quale forma.

Invece nessun altro può ricopiarne i parametri su foglio bianco e registrarli come opera propria dell'ingegno perché l'autore del manuale potrà sempre dimostrare di averlo fatto prima di lui (data della pubblicazione del manuale antecedente a quella di deposito dell'ipotetico brevetto).
anonimo 15-11-15 13.20
@ cecchino
No. Intanto basta leggere in una delle prime righe "Adjust the D and R in the ENV as you like" per capire che si tratta di un manuale sull'uso del synth con esempi e non della descrizione di una patch particolare. In ogni caso chi ha scritto il manuale ha il diritto di decidere se tale manuale possa essere riprodotto ed in quale forma.

Invece nessun altro può ricopiarne i parametri su foglio bianco e registrarli come opera propria dell'ingegno perché l'autore del manuale potrà sempre dimostrare di averlo fatto prima di lui (data della pubblicazione del manuale antecedente a quella di deposito dell'ipotetico brevetto).
Sul secondo punto concordo: non si può attribuirsi la paternità di qualcosa che già altri hanno previamente creato...nessuno può attribuirsi la paternità del II V I per esempio

Ti domando invece: potrebbe l'estensione del manuale registrare questa patch (non il manuale, la patch) come "opera dell'ingegno" e chiedere una royalty a chiunque voglia usarla?
anonimo 15-11-15 23.34
@ anonimo
capisco ma dissento: una patch non é altro che un elenco di regolazioni di interruttori e potenziometri (fisici o virtuali)

e, notiamo bene, un sintetizzatore ci viene venduto dalla casa madre con l'implicita licenza di regolarlo come ci aggrada

ergo un terzo violerebbe il diritto che ho acquisito nel momento in cui ho comprato il sintetizzatore in questione se mi proibisse di regolarlo in una certa maniera, ammenoché non gli paghi una royalty

Il problema sta nel fatto che le patch commerciali sono trasparenti: se fossero offuscate, o basate su supporto hardware tipo card etcetera, il problema non si porrebbe

Ma appena la patch diviene un set trasparente di regolazioni dello strumento, uno ha il sacrosanto diritto legale (anche se eticamente e moralmente a mio avviso fa una cosa non bella) di replicare questo setting, di comunicarlo, addirittura di rivenderlo

Basta che non si copi direttamete dal CD/USB/vattelapesca che ha venduto l'autore della patch, ma si scarichi la patch dal tuo sintetizzatore su un supporto vergine

IMHO
Edited 14 Nov. 2015 22:28
Concordo con te, ed il tuo precedente esempio sul sintetizzatore semplificato con pochi parametri, rende bene l'idea.

Qui secondo me si sta facendo confusione sul fatto di mettere sotto copyright il concetto di patch (cosa assurda),
con il lavoro di programmazione volto a fornire una serie di patches.

Nel primo caso, essendo una patch singola prevale secondo me il principio che non si puo' mettere sotto copyright la regolazione di un sintetizzatore, perche' ognuno ha diritto di programmarselo come vuole e potenzialmente su milioni di utenti c'e' anche chi puo' incappare in una combinazione di parametri uguale a quella di una software house.

Secondo caso : la societa "patch universal" produce un CD pieno di patches create con investimenti ed intelletto, con tanto di lista di nomi delle patches e lo mette in commercio.
Registra il CD con copyright e tutela il suo lavoro.

Chiunque riproduce il CD o parte di esso (non certo la singola patch), da evidente segno di aver copiato un opera di intelletto : qui e' facilmente individuabile l'atto di pirateria, e puo essere perseguito (ed e' giusto cosi).

Quindi se sulla singola patch e' da folli masturbarsi la testa su come individuare il plagio e quelle cose li (tenendo conto che i sintetizzatori cambiano, cambiano nomi e tipo di parametri ecc.),
su una collezione di patches di qualsiasi sintetizzatore e' facile e doveroso individuare il plagio e perseguirlo.

Credo che la sostanza sia tutta qui, ed accontenti sia chi teme che si metta il copyright sul volume o sul reverbero, e sia chi pretende a giusta ragione che il suo lavoro venga tutelato.

Non a caso programmatori come Patchman ecc riescono in qualche modo a tutelare il loro lavoro.
E' vero che talvolta sugli annunci si vede qualcosa di anomalo, ma chi mette in circolazione un CD patchman lo fa a suo rischio e pericolo, e lo stesso proprietario del sito di annunci e' obbligato a verificare che l'annuncio non sia in odore di pirateria.

Non a caso, patchman e' viva e vegeta e continua a sfornare ottimi prodotti per i vari strumenti sul mercato.

michelet 15-11-15 23.53
robykaiman ha scritto:
Non a caso programmatori come Patchman ecc riescono in qualche modo a tutelare il loro lavoro.
E' vero che talvolta sugli annunci si vede qualcosa di anomalo, ma chi mette in circolazione un CD patchman lo fa a suo rischio e pericolo, e lo stesso proprietario del sito di annunci e' obbligato a verificare che l'annuncio non sia in odore di pirateria.

Infatti è per quello che continuo a scrivere al Supporto di Mercatino Musicale segnalando annunci palesemente pirata, ma perdo solo tempo.
Mi chiedo poi, quanto poco intelligente dev'essere uno che mette in commercio materiale piratato a prezzi irrisori, come ad esempio 5€ per un banco da 128 Voices per Motif XF... emo
VOlendo, anche su eBay ci sarebbe da fare una bella ripulita... ma siccome il sistema eBay gudagna solo per il fatto di consentire la pubblicazione delle inserzioni di vendita, tutto va bene...
anonimo 15-11-15 23.54
@ anonimo
Concordo con te, ed il tuo precedente esempio sul sintetizzatore semplificato con pochi parametri, rende bene l'idea.

Qui secondo me si sta facendo confusione sul fatto di mettere sotto copyright il concetto di patch (cosa assurda),
con il lavoro di programmazione volto a fornire una serie di patches.

Nel primo caso, essendo una patch singola prevale secondo me il principio che non si puo' mettere sotto copyright la regolazione di un sintetizzatore, perche' ognuno ha diritto di programmarselo come vuole e potenzialmente su milioni di utenti c'e' anche chi puo' incappare in una combinazione di parametri uguale a quella di una software house.

Secondo caso : la societa "patch universal" produce un CD pieno di patches create con investimenti ed intelletto, con tanto di lista di nomi delle patches e lo mette in commercio.
Registra il CD con copyright e tutela il suo lavoro.

Chiunque riproduce il CD o parte di esso (non certo la singola patch), da evidente segno di aver copiato un opera di intelletto : qui e' facilmente individuabile l'atto di pirateria, e puo essere perseguito (ed e' giusto cosi).

Quindi se sulla singola patch e' da folli masturbarsi la testa su come individuare il plagio e quelle cose li (tenendo conto che i sintetizzatori cambiano, cambiano nomi e tipo di parametri ecc.),
su una collezione di patches di qualsiasi sintetizzatore e' facile e doveroso individuare il plagio e perseguirlo.

Credo che la sostanza sia tutta qui, ed accontenti sia chi teme che si metta il copyright sul volume o sul reverbero, e sia chi pretende a giusta ragione che il suo lavoro venga tutelato.

Non a caso programmatori come Patchman ecc riescono in qualche modo a tutelare il loro lavoro.
E' vero che talvolta sugli annunci si vede qualcosa di anomalo, ma chi mette in circolazione un CD patchman lo fa a suo rischio e pericolo, e lo stesso proprietario del sito di annunci e' obbligato a verificare che l'annuncio non sia in odore di pirateria.

Non a caso, patchman e' viva e vegeta e continua a sfornare ottimi prodotti per i vari strumenti sul mercato.

Questa è una buona analisi
maxpiano69 16-11-15 00.00
robykaiman ha scritto:
Quindi se sulla singola patch e' da folli masturbarsi la testa su come individuare il plagio e quelle cose li (tenendo conto che i sintetizzatori cambiano, cambiano nomi e tipo di parametri ecc.), su una collezione di patches di qualsiasi sintetizzatore e' facile e doveroso individuare il plagio e perseguirlo.


Interessante... la domanda a questo punto nasce spontanea, a partire da quale numero di patch si puó parlare di "collezione"?
Edited 15 Nov. 2015 23:10
anonimo 16-11-15 00.29
@ maxpiano69
robykaiman ha scritto:
Quindi se sulla singola patch e' da folli masturbarsi la testa su come individuare il plagio e quelle cose li (tenendo conto che i sintetizzatori cambiano, cambiano nomi e tipo di parametri ecc.), su una collezione di patches di qualsiasi sintetizzatore e' facile e doveroso individuare il plagio e perseguirlo.


Interessante... la domanda a questo punto nasce spontanea, a partire da quale numero di patch si puó parlare di "collezione"?
Edited 15 Nov. 2015 23:10
Questo non e' stato stabilito da nessun legislatore, pero' come in musica esiste un numero di battute dove viene riconosciuto il plagio, sui sintetizzatori si potrebbe fare altrettanto.
Pero' mai nessuno ha fatto proposte di legge in tal senso.
Non le hanno fatte i produttori di synth (perche' ovviamente non sono interessati)
Non le hanno fatte i produttori di patches (perche' sono pochi e difficilmente verrebbero ascoltati).

Insomma : nessuno ha mai chiesto di intervenire in tal senso perche' la programmazione di patches e' di gran lunga meno diffusa della produzione di brani musicali.

Pero' un intero CD scopiazzato e' riconoscibile come plagio.

Poi l'ho detto precedentemente : Se le case madri (korg, Roland ecc) le loro patches le hanno messe su hardware (vedi card M1 ecc) ci sara' anche un motivo, ed il motivo e' che la rivendicazione di questo materiale non e' semplice come si puo' credere, quindi i grossi produttori si sono tutelati a modo loro.

In ogni caso non mi sembra che patchman sia mai fallito, e c'e' da chiedersi il perche'.


maxpiano69 16-11-15 09.35
Perché al mondo, soprattutto in altre culture, per fortuna c'é ancora gente che ritiene corretto pagare il lavoro altrui, a prescindere dal fatto che sia facilmente copiabile o crackabile. Come per il software commerciale (non-open source), se tutti lo copiassero le software house che lo producono cesserebbero presto di esistere.
Edited 16 Nov. 2015 8:37
sterky 16-11-15 09.58
io faccio una domanda, ma se io compro una patch (o un pacchetto, è uguale) e poi di questa patch modifico un pò l'inviluppo, il filtro, ci aggiungo un layer e gli cambio l'effetto. quella patch diventa mia?
in fondo non ha niente a che vedere con l'originale....
michelet 16-11-15 11.31
@ sterky
io faccio una domanda, ma se io compro una patch (o un pacchetto, è uguale) e poi di questa patch modifico un pò l'inviluppo, il filtro, ci aggiungo un layer e gli cambio l'effetto. quella patch diventa mia?
in fondo non ha niente a che vedere con l'originale....
Certo, perché sei partito da una condizione A e aggiungendo un tuo contributo sei arrivato ad una condizione B!
Quello che volevo dire inizialmente è che non è eticamente corretto acquistare un pacchetto di patches a 35€ per poi rivenderlo a più persone per 5€, azzerando di fatto la tua spesa ma nel contempo danneggiando chi le ha create n volte quante le hai rivendute.

Ugualmente danneggia il produttore chi "scambia" i propri banchi di patches (si spera acquistati legalmente) con altri (si spera acquistati altrettanto legalmente) perché gli crea una perdita.

Il succo del mio discorso era questo.

A questo punto, se le modifiche alle patches sono sostanziali, tanto da renderle irriconoscibili se confrontate con quelle di partenza, potresti pensare anche di commercializzarle a tuo nome, salvo poi subire il tristo destino di chi lo fa per lavoro... emo
Se invece le modifiche sono limitate e funzionali alla tua produzione, personalmente suggerirei di tenertele, visto che la somiglianza con le originali sarebbe troppo marcata per definirle diverse.

Adesso non vorrei che entrasse il solito sofista affermando che basta differenziare un parametro per un solo valore e due patches sono diverse... quando è probabile che suonino uguali. emo
anonimo 16-11-15 11.38
@ sterky
io faccio una domanda, ma se io compro una patch (o un pacchetto, è uguale) e poi di questa patch modifico un pò l'inviluppo, il filtro, ci aggiungo un layer e gli cambio l'effetto. quella patch diventa mia?
in fondo non ha niente a che vedere con l'originale....


Lo stesso discorso puo' valere per il termostato elettronico programmabile della caldaia di casa : e' una patch anche la programmazione settimanale o no?.

Vogliamo metterla sotto copyright?

anonimo 16-11-15 11.45
michelet ha scritto:
Adesso non vorrei che entrasse il solito sofista affermando che basta differenziare un parametro per un solo valore e due patches sono diverse... quando è probabile che suonino uguali. emo



No Michele, al di la dei discorsi che ho fatto per la singola patch (relativi solo a quella), sono d'accordo con te che una collezione di preset non puo' e non deve essere piratata.
La copia o contraffazione di un lavoro cosi' grande, e' piu' facilmente riconoscibile (anche quando ci sono piccole modifiche), e chi ha i mezzi per far difendere le proprie ragioni, ha ottime possibilita' di spuntarla legalmente.
.
sterky 16-11-15 12.39
io in realtà la penso come voi, mi sono scaricato komplete 9, lo ho tenuto una settimana, provato e cancellato. non mi interessava e allora non lo ho acquistato. se mi sarebbe interessato non avrei avuto problemi a spendere soldi.
mi sono fatto prestare la licenza di cubase 5, lo ho provato e mi è piaciuto! potrei craccarla subio quella licenza (crack di cubase 5 si trovano ovunque), ma invece mi sa che a natale mi regalerò cubase 8.

quello che io intendevo è che ci sono molteplici situazioni, e che è impossibbile fare una norma, o un copyright, generalizzato. alla fine è il buon senso che conta!
anonimo 16-11-15 13.56
Come molti di voi sanno, io sono anarchico libertario, quindi non é strano che sia abbastanza critico con quello che ritengo un abuso dei sistemi di protezione strutturati (che guarda caso avvantaggiano sempre le mega corporations e mai i piccoli produttori...)

1) già il concetto di "licenza" mi pare un concetto arbitrario: quando ho pagato per un oggetto, di quell'oggetto dispongo liberamente (di quell'oggetto, non di eventuali copie), fatte salve le condizioni di vendita legalmente stabilite (dalla legge o dal consenso comune, non dal produttore)

2) alcuni paragonano il concetto di licenza a quello di affitto, dimenticando che a differenza di un appartamento o di un'automobile, per il produttore creare un milone di copie del bene originale é praticamente gratuito...Inoltre cio' che viene affittato nel caso delle licenze non é il bene stesso (il che farebbe ancora senso) ma una copia del bene stesso...in effetti se io affitto un appartamento, di quell'appartamento godo in esclusiva, mentre se ho un software in licenza, di quel software non godo in esclusiva...

3) I beni mobili vengono in genere venduti, molto difficilmente affittati (scilicet dati in licenza): libri, dischi, abiti, scarpe, titoli finanziari etcetera

4) il concetto di licenza cosi caro all'industria del software é chiaramente un abuso che andrebbe proibito: una volta che il consumatore ha pagato, del bene (fisico) ci fa quello che vuole

5) ma il consumatore quando acquista, accetta le clausole...ed invece no! le clausole vessatorie e contra legem sono nulle in nuce, quindi é come se non fossero mai esistite

Chiarito il grande equivoco della licenza, torniamo alle patches: le patches non sono software, al limite usano un software per produrre una specifica regolazione che sarebbe possibile semplicemente con le ditine sante del consumatore: le patches sono un insieme di regolazioni dello strumento

Una regolazione di uno strumento qualsiasi, che ricordiamoci bene é venduto con l'implicita licenza di essere regolato in assoluta libertà dall'acquirente, non puo' essere in alcun modo registrata né sottoposta a licenza

Ne consegue che il software usato per creare una patch (l'editor) é proteggibile, il CD su cui le patches commerciali risiedono pure, ma la patch in se stessa no...se googlate "synth patch copyrigth" troverete che il consenso su questo é quasi unanime

Come ho già detto, é perfettamente lecito fare una copia (a mano) di un quadro e venderla, se si specifica che é una copia e non l'originale

Mi spiace per i produttori di patches, ma l'unica difesa del loro lavoro é o tecnologica o legata al senso etico e morale del consumatore

emo
Edited 16 Nov. 2015 13:06
kurz4ever 16-11-15 14.26
Sì, ma allora come non puoi proteggere una patch non proteggi neppure un banco di patch (basta spaccarlo in parti più piccole per risolvere).
Comunque non riesco a capire la differenza tra impostazione e programmazione. Con la medesima logica un software è semplicemente una sequenza di impostazioni di una macchina molto complessa...quindi non è proteggibile? Anche io quando compro un pc ho libertà di programmarlo come voglio, ma senza win/mac os/linux (che non è privo di licenza , badate bene) non lavoro. E nonostante questo devo cacciare il grano per i primi due ed adeguarmi alla licenza di distribuzione del sw.
Secondo me la chiave è sempre legata alla complessità dell'oggetto, alla componente innovativa di quanto si registra e all'apporto di chi registra. E come ho già scritto ritengo moralmente corretto accettare l'uso di qualcosa se concordiamo con l'uso che ci concede chi ce la dà... in fin dei conti non stiamo parlando di un bene vitale, ma di qualche cosa che è voluttuaria.