24-07-23 13.20
Ho letto i vostri commenti con attenzione, perchè sono uno di quelli che segue Silvestro per ricavarne nuovi modi di ragionare o di visualizzare la musica e mi interessava sapere il vostro parere.
Personalmente ho trovato illuminante un video in cui Silvestro ci pone di fronte ad una realtà che qui viene ignorata, ma che ho sempre sostenuto anch'io (e ho trovato conferma anche in un docente di conservatorio, che ha detto la stessa cosa, ma evito nomi):
Siamo nati in Italia, la nostra generazione (parlo della mia, classe post anni 80) ha ascoltato nell'infanzia Mtv con il suo pop da backstreet boys, Lenny Kraviz, Elisa, Laura Pausini, Nek et Similia.
Tra audiocassette e genitori un pò più "colti" si arrivava a sentire di tanto in tanto Stevie Wonder e roba americana più "impegnata", ma ammettiamolo, se la nostra infanzia è fatta di cultura pop di un certo tipo, e magari in aggiunta si è vissuti (come nel mio caso) in una città come Napoli, come possiamo pretendere che a 18 anni, d'improvviso, dobbiamo avere gli stessi spunti melodici di un'americano che nelle strade si becca jazzisti e bluesman a più non posso.
è semplice cultura. Se poi avete avuto la fortuna di nascere in una "jazz family", buon per voi, ma per gran parte dei musicisti che ho visto in conservatorio, non è cosi.
In un video di 30 minuti Silvestro spiega che scimmiottare gli Americani a tutti i costi è una follia, perchè non esce fuori ciò che abbiamo realmente nella nostra testa, la nostra cultura fatta (per Napoli) di tarantelle e melodie italiane. Ci sforziamo di tirar fuori musicalmente una cultura che non è nostra, con risultati alti, ma di livello inferiore anche al quindicenne che suona jazz a New Orleans o New York (parer mio, ovviamente).
Non avete notato che pur di apparire americani abbiamo iniziato ad utilizzare il loro gergo come "Bro" "Yes man" e quant'altro? Io trovo ridicolo tutto questo...
Questione insegnamento: Non mi soffermo troppo su errori di "forma" (come sesta minore piuttosto che settima doppio bemolle) perchè è palese che Silvestro si rivolge a chi "già suona" (Almeno nei suoi video youtube), ergo siamo in grado di capire che la sua "scorciatoia" o "errore" poco fa al sunto da cui dobbiamo apprendere qualcosa.
Piuttosto mi aggrego alla domanda: Chi c'è in Italia che fa un lavoro "intellegibile" (perlomeno) come quello di Silvestro?
Wtfbach è lontanissimo dall'essere oggetto di mia critica per i contributi al forum, ma credo che Silvestro risponda cosi a chiunque gli vada contro in maniera "teorica", perchè il 99% di chi lo critica, son persone che insegnano peggio, che non danno neanche un minimo contributo reale alla crescita di uno studente, e si limitano a descrivere "ciò che dovrebbe essere/esistere" ma che, in fin dei conti, non contribuiscono a creare.
Piccola nota a margine: Il soggetto della mia tesi di laurea è stato Barry Harris, Il suo insegnamento è stato fondamentale per la mia crescita (anche solo per quanto concerne la visione generale della musica o dei propri limiti), ma nessun metodo è perfetto: anche lui aveva le sue fissazioni e un odio mai nascosto per il modale di Miles Davis e il Rock&Roll Pre e Post Beatles.
In generale credo che Silvestro abbia preso nelle sue mani un impegno enorme: Dare coraggio a ragazzi spaesati che vivono il jazz come un incubo, dove alla domanda "Cosa devo fare per imparare il jazz" ricevono ovunque la risposta "Eh, ascolta molto jazz". Ragazzi che si demoralizzano nel vedere con quanta semplicità gli Americani tirano fuori un'improvvisazione, e alla ricerca di una risposta ricevono nuovamente "Ascolta molto jazz".
E dopo una depressione che li sta allontanando leggono all'interno di un Forum "Il jazz e lo swing è una cosa che hai, non lo sviluppi".
Silvestro rappresenta, nelle sue imperfezioni, una luce a cui si aggrappano 78 mila iscritti, sintomo di un paese senza buoni professori evidentemente... non vedo perchè criticarlo.