Primi passi nell'industria musicale

  • damar21
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29-09-23 18.58

Ciao a tutti! Mi presento: sono un ragazzo che da un un po' di anni prova a far musica (pop/cantautorale), sostanzialmente scrivo i miei testi, li metto in musica e provo a registrarli. Negli ultimi tempi mi sono cimentato con svariate DAW e sono riuscito ad autoprodurre 5 demo di discreta qualità. Siccome la qualità non è comunque delle migliori (a causa sia dell'attrezzatura limitata, sia della mia scarsa competenza a livello di produzione/registrazione/tecnica sonora) prima di pensare alla pubblicazione dei miei brani su Spotify e vari mi sarebbe piaciuto portarli ad un livello di qualtà più alto. Qualche giorno fa quindi sono stato in uno studio di registrazione a colloquio con un producer a pagamento (non si tratta di un'etichetta discografica, lui è produttore e basta). Ho fatto ascoltare i miei pezzi, mi sono fatto fare un preventivo per produzione+registrazione voci+mastering dei brani e ho messo il discorso un attimo in stand-by perchè sto cercando di farmi un'idea su come funziona il complesso meccanismo dell'industria musicale.
Ho provato ad informami in internet e mi si è aperto un mare di dubbi, provo ad elencarli:
- innanzitutto mi interesserebbe capire quali sono le differenze effettive tra un produttore musicale come lui ed un'etichetta discografica. A quanto ho capito l'etichetta discografica dovrebbe provvedere a tutte le mansioni di distribuzione/marketing/booking/supporto per gli artisti che sceglie, ma ho visto che in diversi casi si occupa anche direttamente della produzione dei brani di un'artista (magari emergente come me)facendosi carico delle spese, è corretto? Invece io essendomi rivolto ad un produttore dovrò pagarlo per fare produrre i miei pezzi. Quindi è sorto questo primo grande dilemma: avendo già in mano queste demo autoprodotte mi converrebbe provare ad inviarle così come sono alle etichette discografiche (parlo ovviamente di etichette indipendenti alla portata) per poi eventualmente farmi produrre da loro (in modo da avere sostegno a livello economico e non dover sborsare cifre esorbitanti emo) oppure è più conveniente farmi aiutare da un produttore a pagamento e poi provare a bussare dopo alla porta delle etichette con i brani già prodotti "professionalmente" alla mano (e magari già pubblicati sulle varie piattaforme digitali)?
- trattandosi di canzoni già completate a livello di testo (che non ho intenzione di ritoccare) e con un'idea piuttosto chiara a livello di arrangiamento (che traspare già dalle demo che ho autoprodotto) se dovessi scegliere di lavorare con questo producer ed eventualmente con altri musicisti (esempio: richiedo ad un chitarrista di suonare delle parti di assolo complesse che non so fare io) da un punto di vista "legale" cosa ne uscirebbe? Provo a spiegarmi meglio: questi pezzi sarebbero di proprietà mia esclusiva o risulterebbero anche le firme del produttore e, in questo caso, del chitarrista? (tipo: artista: X scritto da: X e Y, arrangiato da: X e Y e Z, prodotto da: Y, suonato da: X Y Z). Questo sia per capire un domani come verrebbero ripartiti eventuiali compensi dagli ascolti sia per una questione di effettiva "paternalità" delle mie canzoni (avendoli scritti io non voglio che risultino scritti anche da terze parti).
- per quanto riguarda la questione diritti d'autore/SIAE cosa devo fare? A) dovrò fare l'iscrizione alla SIAE nel momento in cui avrò il master fatto e finito in mano, prima di distribuirlo sulle varie piattaforme? B) faccio il deposito dell'opera inedita già delle mie demo autoprodotte (prima di mandarle in giro ad etichette varie)? Nel primo caso il producer e gli eventuali altri musicisti risulterebbero essi stessi autori del brano? E nel caso le percentuali di guadagno sulla riproduzione di questi miei brani come vengono stabilite?
Scusate il poema, ma sto cercando di farmi un'idea precisa di come è meglio agire, non ho voglia di farmi "intortare" emo . Ogni consiglio è ben accetto.
Grazie a chi risponderà, ciao!
  • alefunk

30-09-23 05.03

@ damar21
Ciao a tutti! Mi presento: sono un ragazzo che da un un po' di anni prova a far musica (pop/cantautorale), sostanzialmente scrivo i miei testi, li metto in musica e provo a registrarli. Negli ultimi tempi mi sono cimentato con svariate DAW e sono riuscito ad autoprodurre 5 demo di discreta qualità. Siccome la qualità non è comunque delle migliori (a causa sia dell'attrezzatura limitata, sia della mia scarsa competenza a livello di produzione/registrazione/tecnica sonora) prima di pensare alla pubblicazione dei miei brani su Spotify e vari mi sarebbe piaciuto portarli ad un livello di qualtà più alto. Qualche giorno fa quindi sono stato in uno studio di registrazione a colloquio con un producer a pagamento (non si tratta di un'etichetta discografica, lui è produttore e basta). Ho fatto ascoltare i miei pezzi, mi sono fatto fare un preventivo per produzione+registrazione voci+mastering dei brani e ho messo il discorso un attimo in stand-by perchè sto cercando di farmi un'idea su come funziona il complesso meccanismo dell'industria musicale.
Ho provato ad informami in internet e mi si è aperto un mare di dubbi, provo ad elencarli:
- innanzitutto mi interesserebbe capire quali sono le differenze effettive tra un produttore musicale come lui ed un'etichetta discografica. A quanto ho capito l'etichetta discografica dovrebbe provvedere a tutte le mansioni di distribuzione/marketing/booking/supporto per gli artisti che sceglie, ma ho visto che in diversi casi si occupa anche direttamente della produzione dei brani di un'artista (magari emergente come me)facendosi carico delle spese, è corretto? Invece io essendomi rivolto ad un produttore dovrò pagarlo per fare produrre i miei pezzi. Quindi è sorto questo primo grande dilemma: avendo già in mano queste demo autoprodotte mi converrebbe provare ad inviarle così come sono alle etichette discografiche (parlo ovviamente di etichette indipendenti alla portata) per poi eventualmente farmi produrre da loro (in modo da avere sostegno a livello economico e non dover sborsare cifre esorbitanti emo) oppure è più conveniente farmi aiutare da un produttore a pagamento e poi provare a bussare dopo alla porta delle etichette con i brani già prodotti "professionalmente" alla mano (e magari già pubblicati sulle varie piattaforme digitali)?
- trattandosi di canzoni già completate a livello di testo (che non ho intenzione di ritoccare) e con un'idea piuttosto chiara a livello di arrangiamento (che traspare già dalle demo che ho autoprodotto) se dovessi scegliere di lavorare con questo producer ed eventualmente con altri musicisti (esempio: richiedo ad un chitarrista di suonare delle parti di assolo complesse che non so fare io) da un punto di vista "legale" cosa ne uscirebbe? Provo a spiegarmi meglio: questi pezzi sarebbero di proprietà mia esclusiva o risulterebbero anche le firme del produttore e, in questo caso, del chitarrista? (tipo: artista: X scritto da: X e Y, arrangiato da: X e Y e Z, prodotto da: Y, suonato da: X Y Z). Questo sia per capire un domani come verrebbero ripartiti eventuiali compensi dagli ascolti sia per una questione di effettiva "paternalità" delle mie canzoni (avendoli scritti io non voglio che risultino scritti anche da terze parti).
- per quanto riguarda la questione diritti d'autore/SIAE cosa devo fare? A) dovrò fare l'iscrizione alla SIAE nel momento in cui avrò il master fatto e finito in mano, prima di distribuirlo sulle varie piattaforme? B) faccio il deposito dell'opera inedita già delle mie demo autoprodotte (prima di mandarle in giro ad etichette varie)? Nel primo caso il producer e gli eventuali altri musicisti risulterebbero essi stessi autori del brano? E nel caso le percentuali di guadagno sulla riproduzione di questi miei brani come vengono stabilite?
Scusate il poema, ma sto cercando di farmi un'idea precisa di come è meglio agire, non ho voglia di farmi "intortare" emo . Ogni consiglio è ben accetto.
Grazie a chi risponderà, ciao!
Dopo aver parlato con persone del settore, letto interviste, guardato documentari sull'argomento e osservato come funzionano effettivamente le cose ti posso dire che a mio avviso le etichette ti verranno a cercare loro se e quando avrai già un certo seguito. In particolare mi pare che guardino molto ai social. In alternativa puoi provare a registrare in uno studio serio un piccolo demo da mandare loro, ma ho visto che comunque poche hanno un contatto specifico per cercare nuove proposte.

Se fai musica acustica ti consiglio di registrare dei brani chitarra e voce, o piano e voce, o comunque ci siamo intesi e postarli un po' ovunque, partendo dai canali social che già utilizzi e dove già hai contatto con conoscenti e familiari. Su instagram per esempio puoi mettere i tuoi reel e dopo un periodo di tempo cambiare decisamente il tuo account da personale a pagina dell'artista. Su facebook ti crei la pagina artista e chiedi i like dalla pagina personale. Infine se riesci a fare dei live è ottimo, è la cosa che ti porta più facilmente fan e interessati e che ti può far notare di più.

Per il resto ogni brano di cui riesci a dimostrare la paternità è tuo ed escclusivamente tuo, SIAE o non SIAE.

Però dalle domande che hai posto ti vedo molto acerbo, prima di pensare in grande se fossi in te cercherei di capire a che punto sono realmente, proponendo quindi sì da subito ovunque la mia musica, ma senza farmiin partenza tante idee, anche se col tempo si può migliorare.

Dovresti domandarti:

sono un bravo cantante? La mia voce è ha dei tratti distintivi?

sono un bravo strumentista?

i miei pezzi sono arrangiati bene e sono interessanti? Sono orecchiabili? Rispecchiano il gusto contemporaneo? Sono "nuovi"? Hanno caratteristiche particolari o suonano come tanti altri?

Spero di averti aiutato in qualche modo.
  • damar21
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30-09-23 10.08

Innanzitutto grazie mille per la risposta!
alefunk ha scritto:
Però dalle domande che hai posto ti vedo molto acerbo, prima di pensare in grande se fossi in te cercherei di capire a che punto sono realmente, proponendo quindi sì da subito ovunque la mia musica, ma senza farmiin partenza tante idee, anche se col tempo si può migliorare.

Dovresti domandarti:

sono un bravo cantante? La mia voce è ha dei tratti distintivi?

sono un bravo strumentista?

i miei pezzi sono arrangiati bene e sono interessanti? Sono orecchiabili? Rispecchiano il gusto contemporaneo? Sono "nuovi"? Hanno caratteristiche particolari o suonano come tanti altri?

Sono tutte domande più che lecite che ho avuto tempo di pormi, ormai sono un po' di anni che ho queste canzoni in mano e ho potuto lavorarci con tutta la calma del mondo.
Prendo lezioni di canto da tempo, proprio perché sapevo e so di dover migliorare molto, e in linea generale ho lavorato e sto lavorando parecchio in tal senso.
Sinceramente penso che i pezzi siano validi, ho avuto modo di farli ascoltare ad amici ed a gente che lavora in ambito musicale (chiedendo sempre onestà e schiettezza) e ho avuto apprezzamenti.
Quindi vorrei provare a fare questo passo, anche perché se continuo a rimandare non lo farò mai (gli anni passano ahimè).
Solo vorrei capire qual è la strada migliore per uno effettivamente acerbo come me, anche perchè districarsi tra questioni di produzione, SIAE, etichette e quantaltro per chi non ha mai vissuto direttamente questo mondo è tutt'altro che semplice.
(tipo, tornando al mio dubbio di prima: meglio affidarsi ad un producer a pagamento adesso (per migliorare arrangiamenti,qualità sonora ed aggiungere nuove idee) o tentare direttamente, demo autoprodotte alla mano, con etichette alla portata?)
Il producer da cui sono stato è stato molto schietto dicendomi che nel mondo della musica ogni artista, a partire da chi di fatto ancora non lo è e parte da 0, deve essere il manager di sè stesso, quindi per poter iniziare voglio raccogliere più pareri possibili.
La mia era una richiesta di informazioni a 360° proprio in quell'ottica (informazioni che penso possano tornare utili a tanti altri nella mia situazione).

alefunk ha scritto:
Per il resto ogni brano di cui riesci a dimostrare la paternità è tuo ed escclusivamente tuo, SIAE o non SIAE.

Ok, ma come la dimostro la paternità? E se su quel determinato brano ci hanno messo le mani anche il producer (nella produzione e nell'arrangiamento) e eventuali altri musicisti (suonando/arrangiando) cosa risulta? Il brano (avendolo scritto,strutturato e cantandolo) è mio, o automaticamente diventa anche loro?

alefunk ha scritto:
Se fai musica acustica ti consiglio di registrare dei brani chitarra e voce, o piano e voce, o comunque ci siamo intesi e postarli un po' ovunque, partendo dai canali social che già utilizzi e dove già hai contatto con conoscenti e familiari. Su instagram per esempio puoi mettere i tuoi reel e dopo un periodo di tempo cambiare decisamente il tuo account da personale a pagina dell'artista. Su facebook ti crei la pagina artista e chiedi i like dalla pagina personale. Infine se riesci a fare dei live è ottimo, è la cosa che ti porta più facilmente fan e interessati e che ti può far notare di più.

Verissimoo, ma la gente sui social da tempo sembra essere più focalizzata sulla miriade di discopole di Chiara Ferragni/Fedez e company che non sulla musica emo non è una via poi così semplice nemmeno quella, ma sicuramente sui social bisogna puntare parecchio e qualcosa a dire il vero ho già provato a fare
Grazie ancora per la risposta!
  • alefunk

30-09-23 10.22

@ damar21
Innanzitutto grazie mille per la risposta!
alefunk ha scritto:
Però dalle domande che hai posto ti vedo molto acerbo, prima di pensare in grande se fossi in te cercherei di capire a che punto sono realmente, proponendo quindi sì da subito ovunque la mia musica, ma senza farmiin partenza tante idee, anche se col tempo si può migliorare.

Dovresti domandarti:

sono un bravo cantante? La mia voce è ha dei tratti distintivi?

sono un bravo strumentista?

i miei pezzi sono arrangiati bene e sono interessanti? Sono orecchiabili? Rispecchiano il gusto contemporaneo? Sono "nuovi"? Hanno caratteristiche particolari o suonano come tanti altri?

Sono tutte domande più che lecite che ho avuto tempo di pormi, ormai sono un po' di anni che ho queste canzoni in mano e ho potuto lavorarci con tutta la calma del mondo.
Prendo lezioni di canto da tempo, proprio perché sapevo e so di dover migliorare molto, e in linea generale ho lavorato e sto lavorando parecchio in tal senso.
Sinceramente penso che i pezzi siano validi, ho avuto modo di farli ascoltare ad amici ed a gente che lavora in ambito musicale (chiedendo sempre onestà e schiettezza) e ho avuto apprezzamenti.
Quindi vorrei provare a fare questo passo, anche perché se continuo a rimandare non lo farò mai (gli anni passano ahimè).
Solo vorrei capire qual è la strada migliore per uno effettivamente acerbo come me, anche perchè districarsi tra questioni di produzione, SIAE, etichette e quantaltro per chi non ha mai vissuto direttamente questo mondo è tutt'altro che semplice.
(tipo, tornando al mio dubbio di prima: meglio affidarsi ad un producer a pagamento adesso (per migliorare arrangiamenti,qualità sonora ed aggiungere nuove idee) o tentare direttamente, demo autoprodotte alla mano, con etichette alla portata?)
Il producer da cui sono stato è stato molto schietto dicendomi che nel mondo della musica ogni artista, a partire da chi di fatto ancora non lo è e parte da 0, deve essere il manager di sè stesso, quindi per poter iniziare voglio raccogliere più pareri possibili.
La mia era una richiesta di informazioni a 360° proprio in quell'ottica (informazioni che penso possano tornare utili a tanti altri nella mia situazione).

alefunk ha scritto:
Per il resto ogni brano di cui riesci a dimostrare la paternità è tuo ed escclusivamente tuo, SIAE o non SIAE.

Ok, ma come la dimostro la paternità? E se su quel determinato brano ci hanno messo le mani anche il producer (nella produzione e nell'arrangiamento) e eventuali altri musicisti (suonando/arrangiando) cosa risulta? Il brano (avendolo scritto,strutturato e cantandolo) è mio, o automaticamente diventa anche loro?

alefunk ha scritto:
Se fai musica acustica ti consiglio di registrare dei brani chitarra e voce, o piano e voce, o comunque ci siamo intesi e postarli un po' ovunque, partendo dai canali social che già utilizzi e dove già hai contatto con conoscenti e familiari. Su instagram per esempio puoi mettere i tuoi reel e dopo un periodo di tempo cambiare decisamente il tuo account da personale a pagina dell'artista. Su facebook ti crei la pagina artista e chiedi i like dalla pagina personale. Infine se riesci a fare dei live è ottimo, è la cosa che ti porta più facilmente fan e interessati e che ti può far notare di più.

Verissimoo, ma la gente sui social da tempo sembra essere più focalizzata sulla miriade di discopole di Chiara Ferragni/Fedez e company che non sulla musica emo non è una via poi così semplice nemmeno quella, ma sicuramente sui social bisogna puntare parecchio e qualcosa a dire il vero ho già provato a fare
Grazie ancora per la risposta!
La paternità la dimostri scrivendo lo spartito del brano su un supporto digitale, magari poi mandantelo via PEC, soltanto la melodia e i testi sono coperti dal diritto d'autore, ma su questo qui c'è chi ne sa più di me.

Per il resto non ho ancora capito se suoni uno strumento e che tipo di pop fai. Se un brano piace non è però detto che sia appetibile per il mercato. Fai un genere in cui per forza di cose per emergere devi andare a competere con le produzioni maggiori. Questo te lo scrivo per avvisarti, non per demoralizzarti.
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30-09-23 11.23

@ damar21
Ciao a tutti! Mi presento: sono un ragazzo che da un un po' di anni prova a far musica (pop/cantautorale), sostanzialmente scrivo i miei testi, li metto in musica e provo a registrarli. Negli ultimi tempi mi sono cimentato con svariate DAW e sono riuscito ad autoprodurre 5 demo di discreta qualità. Siccome la qualità non è comunque delle migliori (a causa sia dell'attrezzatura limitata, sia della mia scarsa competenza a livello di produzione/registrazione/tecnica sonora) prima di pensare alla pubblicazione dei miei brani su Spotify e vari mi sarebbe piaciuto portarli ad un livello di qualtà più alto. Qualche giorno fa quindi sono stato in uno studio di registrazione a colloquio con un producer a pagamento (non si tratta di un'etichetta discografica, lui è produttore e basta). Ho fatto ascoltare i miei pezzi, mi sono fatto fare un preventivo per produzione+registrazione voci+mastering dei brani e ho messo il discorso un attimo in stand-by perchè sto cercando di farmi un'idea su come funziona il complesso meccanismo dell'industria musicale.
Ho provato ad informami in internet e mi si è aperto un mare di dubbi, provo ad elencarli:
- innanzitutto mi interesserebbe capire quali sono le differenze effettive tra un produttore musicale come lui ed un'etichetta discografica. A quanto ho capito l'etichetta discografica dovrebbe provvedere a tutte le mansioni di distribuzione/marketing/booking/supporto per gli artisti che sceglie, ma ho visto che in diversi casi si occupa anche direttamente della produzione dei brani di un'artista (magari emergente come me)facendosi carico delle spese, è corretto? Invece io essendomi rivolto ad un produttore dovrò pagarlo per fare produrre i miei pezzi. Quindi è sorto questo primo grande dilemma: avendo già in mano queste demo autoprodotte mi converrebbe provare ad inviarle così come sono alle etichette discografiche (parlo ovviamente di etichette indipendenti alla portata) per poi eventualmente farmi produrre da loro (in modo da avere sostegno a livello economico e non dover sborsare cifre esorbitanti emo) oppure è più conveniente farmi aiutare da un produttore a pagamento e poi provare a bussare dopo alla porta delle etichette con i brani già prodotti "professionalmente" alla mano (e magari già pubblicati sulle varie piattaforme digitali)?
- trattandosi di canzoni già completate a livello di testo (che non ho intenzione di ritoccare) e con un'idea piuttosto chiara a livello di arrangiamento (che traspare già dalle demo che ho autoprodotto) se dovessi scegliere di lavorare con questo producer ed eventualmente con altri musicisti (esempio: richiedo ad un chitarrista di suonare delle parti di assolo complesse che non so fare io) da un punto di vista "legale" cosa ne uscirebbe? Provo a spiegarmi meglio: questi pezzi sarebbero di proprietà mia esclusiva o risulterebbero anche le firme del produttore e, in questo caso, del chitarrista? (tipo: artista: X scritto da: X e Y, arrangiato da: X e Y e Z, prodotto da: Y, suonato da: X Y Z). Questo sia per capire un domani come verrebbero ripartiti eventuiali compensi dagli ascolti sia per una questione di effettiva "paternalità" delle mie canzoni (avendoli scritti io non voglio che risultino scritti anche da terze parti).
- per quanto riguarda la questione diritti d'autore/SIAE cosa devo fare? A) dovrò fare l'iscrizione alla SIAE nel momento in cui avrò il master fatto e finito in mano, prima di distribuirlo sulle varie piattaforme? B) faccio il deposito dell'opera inedita già delle mie demo autoprodotte (prima di mandarle in giro ad etichette varie)? Nel primo caso il producer e gli eventuali altri musicisti risulterebbero essi stessi autori del brano? E nel caso le percentuali di guadagno sulla riproduzione di questi miei brani come vengono stabilite?
Scusate il poema, ma sto cercando di farmi un'idea precisa di come è meglio agire, non ho voglia di farmi "intortare" emo . Ogni consiglio è ben accetto.
Grazie a chi risponderà, ciao!
Ciao e benvenuto.
La strada dell'autoproduzione è una strada diversa rispetto a quella della ricerca di una casa discografica.
Se scegli l'autoproduzione, diventi appunto il manager di te stesso. Ti carichi di tutte le spese e della diffusione del brano.
È la strada che prendono in tantissimi, anche e soprattutto persone senza velleità di professionismo, quindi riuscire a emergere è veramente dura. Ci vuole il colpo di... fortuna alla Young Signorino che azzeccò il video che fece le decine di milioni di visual su YouTube.
Se invece vuoi tentare la strada delle case discografiche, si tratta di procurarsi un elenco di contatti e sottoporre i brani, sperando di avere almeno dei feedback.
Depositare i brani alla SIAE non è una spesa che dovrebbe preoccuparti, costa molto meno del tuo producer. In alternativa c'è Soundreef che è completamente gratis (se non è cambiato qualcosa).
Ci sono artisti che caricano su Soundcloud solo un pezzettino di brano e mandano il link alle case discografiche ed eventualmente poi fanno con loro anche il deposito alla SIAE, altri che depositano prima direttamente il brano e quindi lo caricano per intero. Ovviamente lo caricano in modo che sia visibile solo a chi ha il link.
Penso che non si possa perseguire entrambe le strade contemporaneamente. Cioè: se ti autoproduci e metti il brano su YouTube e/o Spotify, dopo non credo che una casa discografica possa essere interessata a produrlo.
Segue
  • Dallaluna69
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30-09-23 11.30

@ damar21
Ciao a tutti! Mi presento: sono un ragazzo che da un un po' di anni prova a far musica (pop/cantautorale), sostanzialmente scrivo i miei testi, li metto in musica e provo a registrarli. Negli ultimi tempi mi sono cimentato con svariate DAW e sono riuscito ad autoprodurre 5 demo di discreta qualità. Siccome la qualità non è comunque delle migliori (a causa sia dell'attrezzatura limitata, sia della mia scarsa competenza a livello di produzione/registrazione/tecnica sonora) prima di pensare alla pubblicazione dei miei brani su Spotify e vari mi sarebbe piaciuto portarli ad un livello di qualtà più alto. Qualche giorno fa quindi sono stato in uno studio di registrazione a colloquio con un producer a pagamento (non si tratta di un'etichetta discografica, lui è produttore e basta). Ho fatto ascoltare i miei pezzi, mi sono fatto fare un preventivo per produzione+registrazione voci+mastering dei brani e ho messo il discorso un attimo in stand-by perchè sto cercando di farmi un'idea su come funziona il complesso meccanismo dell'industria musicale.
Ho provato ad informami in internet e mi si è aperto un mare di dubbi, provo ad elencarli:
- innanzitutto mi interesserebbe capire quali sono le differenze effettive tra un produttore musicale come lui ed un'etichetta discografica. A quanto ho capito l'etichetta discografica dovrebbe provvedere a tutte le mansioni di distribuzione/marketing/booking/supporto per gli artisti che sceglie, ma ho visto che in diversi casi si occupa anche direttamente della produzione dei brani di un'artista (magari emergente come me)facendosi carico delle spese, è corretto? Invece io essendomi rivolto ad un produttore dovrò pagarlo per fare produrre i miei pezzi. Quindi è sorto questo primo grande dilemma: avendo già in mano queste demo autoprodotte mi converrebbe provare ad inviarle così come sono alle etichette discografiche (parlo ovviamente di etichette indipendenti alla portata) per poi eventualmente farmi produrre da loro (in modo da avere sostegno a livello economico e non dover sborsare cifre esorbitanti emo) oppure è più conveniente farmi aiutare da un produttore a pagamento e poi provare a bussare dopo alla porta delle etichette con i brani già prodotti "professionalmente" alla mano (e magari già pubblicati sulle varie piattaforme digitali)?
- trattandosi di canzoni già completate a livello di testo (che non ho intenzione di ritoccare) e con un'idea piuttosto chiara a livello di arrangiamento (che traspare già dalle demo che ho autoprodotto) se dovessi scegliere di lavorare con questo producer ed eventualmente con altri musicisti (esempio: richiedo ad un chitarrista di suonare delle parti di assolo complesse che non so fare io) da un punto di vista "legale" cosa ne uscirebbe? Provo a spiegarmi meglio: questi pezzi sarebbero di proprietà mia esclusiva o risulterebbero anche le firme del produttore e, in questo caso, del chitarrista? (tipo: artista: X scritto da: X e Y, arrangiato da: X e Y e Z, prodotto da: Y, suonato da: X Y Z). Questo sia per capire un domani come verrebbero ripartiti eventuiali compensi dagli ascolti sia per una questione di effettiva "paternalità" delle mie canzoni (avendoli scritti io non voglio che risultino scritti anche da terze parti).
- per quanto riguarda la questione diritti d'autore/SIAE cosa devo fare? A) dovrò fare l'iscrizione alla SIAE nel momento in cui avrò il master fatto e finito in mano, prima di distribuirlo sulle varie piattaforme? B) faccio il deposito dell'opera inedita già delle mie demo autoprodotte (prima di mandarle in giro ad etichette varie)? Nel primo caso il producer e gli eventuali altri musicisti risulterebbero essi stessi autori del brano? E nel caso le percentuali di guadagno sulla riproduzione di questi miei brani come vengono stabilite?
Scusate il poema, ma sto cercando di farmi un'idea precisa di come è meglio agire, non ho voglia di farmi "intortare" emo . Ogni consiglio è ben accetto.
Grazie a chi risponderà, ciao!
Per quanto riguarda la scelta del producer, secondo me potrebbe essere meglio cercare un piccolo studio di registrazione, se il tuo scopo è ricevere un miglior mix e mastering del brano e una migliore registrazione delle voci. Guarda un po' che prezzi trovi in giro nella tua città; se stai a Firenze te ne posso consigliare uno buono.
Il problema (eventuale) col producer è che adesso ci sono un milione di ragazzi che si qualificano come tali e che hanno attrezzature amatoriali e fanno sostanzialmente basi trap. Non ho niente contro questi, ma non è detto che siano le persone adatte a te.
Per curiosità: parliamo di pop italiano o inglese/americano? (Se vuoi stupirmi puoi rispondere K-pop emo)
In conclusione (per ora) se credi in quei brani, inizia guardando il sito della SIAE e di Soundreef. E depositali.
  • damar21
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30-09-23 12.16

alefunk ha scritto:
La paternità la dimostri scrivendo lo spartito del brano su un supporto digitale, magari poi mandantelo via PEC, soltanto la melodia e i testi sono coperti dal diritto d'autore, ma su questo qui c'è chi ne sa più di me.

Se suono più strumenti in una canzone devo scrivere uno spartito per ogni parte di strumento che suono? Tipo se in un pezzo ho parti di chitarra, piano e un assolo di chitarra elettrica faccio 3 spartiti differenti e li carico su sopporto digitale, corretto?
alefunk ha scritto:

Per il resto non ho ancora capito se suoni uno strumento e che tipo di pop fai. Se un brano piace non è però detto che sia appetibile per il mercato. Fai un genere in cui per forza di cose per emergere devi andare a competere con le produzioni maggiori. Questo te lo scrivo per avvisarti, non per demoralizzarti.

Suono piano, chitarra acustica ed elettrica. Il genere che faccio è pop indie/cantautorale (per darti dei riferimenti come stile un po' Calcutta, un po' Cremonini, una roba del genere).
Sicuramente so che non sarebbe facile emergere, non mi aspetto un miracolo però sarebbe sbagliato non volerci almeno provare.
Poi se devo essere sincero non mi pongo nemmeno chissà quale scrupolo in merito a questo al momento, quello che voglio è capire come procedere al meglio per poi pubblicare canzoni di qualità, proteggerle e tutelarmi (perchè non si sa mai) e farle ascoltare a più gente possibile (live inclusi).
  • damar21
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30-09-23 12.26

@ Dallaluna69
Ciao e benvenuto.
La strada dell'autoproduzione è una strada diversa rispetto a quella della ricerca di una casa discografica.
Se scegli l'autoproduzione, diventi appunto il manager di te stesso. Ti carichi di tutte le spese e della diffusione del brano.
È la strada che prendono in tantissimi, anche e soprattutto persone senza velleità di professionismo, quindi riuscire a emergere è veramente dura. Ci vuole il colpo di... fortuna alla Young Signorino che azzeccò il video che fece le decine di milioni di visual su YouTube.
Se invece vuoi tentare la strada delle case discografiche, si tratta di procurarsi un elenco di contatti e sottoporre i brani, sperando di avere almeno dei feedback.
Depositare i brani alla SIAE non è una spesa che dovrebbe preoccuparti, costa molto meno del tuo producer. In alternativa c'è Soundreef che è completamente gratis (se non è cambiato qualcosa).
Ci sono artisti che caricano su Soundcloud solo un pezzettino di brano e mandano il link alle case discografiche ed eventualmente poi fanno con loro anche il deposito alla SIAE, altri che depositano prima direttamente il brano e quindi lo caricano per intero. Ovviamente lo caricano in modo che sia visibile solo a chi ha il link.
Penso che non si possa perseguire entrambe le strade contemporaneamente. Cioè: se ti autoproduci e metti il brano su YouTube e/o Spotify, dopo non credo che una casa discografica possa essere interessata a produrlo.
Segue
Ciao e grazie mille per la risposta!
Non mi è ancora chiara una cosa: con autoproduzione intendi anche andare da un producer a pagamento (come potrei fare io) oppure puramente l'autoproduzione fatta da me con soli mezzi/intelletto/mani mie? Cioè, in questa catena il ruolo del producer a cui mi affiderei dove si colloca? Potrebbe un domani avere pretese (non intendo solo economiche) su pezzi miei prodotti in studio con lui? Vorrei chiarire bene questo passaggio (mea culpa, sono un po' duro di comprendonio emo)
E se decidessi di farmi produrre i pezzi da questo producer mi converrebbe comunque depositarli prima in SIAE per come sono ora (le demo che gli ho fatto ascoltare per intenderci)?
E un domani "rimpiazzarli" con quelli prodotti con lui?
  • alefunk

30-09-23 13.38

@ damar21
alefunk ha scritto:
La paternità la dimostri scrivendo lo spartito del brano su un supporto digitale, magari poi mandantelo via PEC, soltanto la melodia e i testi sono coperti dal diritto d'autore, ma su questo qui c'è chi ne sa più di me.

Se suono più strumenti in una canzone devo scrivere uno spartito per ogni parte di strumento che suono? Tipo se in un pezzo ho parti di chitarra, piano e un assolo di chitarra elettrica faccio 3 spartiti differenti e li carico su sopporto digitale, corretto?
alefunk ha scritto:

Per il resto non ho ancora capito se suoni uno strumento e che tipo di pop fai. Se un brano piace non è però detto che sia appetibile per il mercato. Fai un genere in cui per forza di cose per emergere devi andare a competere con le produzioni maggiori. Questo te lo scrivo per avvisarti, non per demoralizzarti.

Suono piano, chitarra acustica ed elettrica. Il genere che faccio è pop indie/cantautorale (per darti dei riferimenti come stile un po' Calcutta, un po' Cremonini, una roba del genere).
Sicuramente so che non sarebbe facile emergere, non mi aspetto un miracolo però sarebbe sbagliato non volerci almeno provare.
Poi se devo essere sincero non mi pongo nemmeno chissà quale scrupolo in merito a questo al momento, quello che voglio è capire come procedere al meglio per poi pubblicare canzoni di qualità, proteggerle e tutelarmi (perchè non si sa mai) e farle ascoltare a più gente possibile (live inclusi).
Metti dei video dove suoni e canti canzoni tue sui social, dei video musicali su YouTube, cerca di fare live e guarda cosa succede.

Quando e se avrai 500.000 follower su instagram o un milione di visualizzazioni su YouTube probabilmente qualcuno busserà alla tua porta. O magari a una tua esibizione verrai ascoltato da qualcuno che lavora in una casa discografica.
  • Dallaluna69
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30-09-23 13.51

damar21 ha scritto:
con autoproduzione intendi anche andare da un producer a pagamento (come potrei fare io) oppure puramente l'autoproduzione fatta da me con soli mezzi/intelletto/mani mie?

In entrambi i casi è autoproduzione.
Partendo dal fatto che sono brani in cui credi e che li hai già fatti ascoltare a persone del settore che ti hanno feedback positivi, ti conviene depositarli già ora. Spendi due ore per guardare i siti della SIAE e di Soundreef. I brani, una volta depositati, sono tuoi e tuoi restano.
Non so invece confortarti rispetto a chi potrebbe rivendicare di essere in parte autore del brano dopo la pubblicazione. Quindi intendo relativamente alla versione pubblicata. Ad esempio: io ho composto e suonato le parti di tastiera di alcune canzoni che sono state pubblicate su CD. Le canzoni erano già state depositate alla SIAE, ancor prima che io e l'autore ci conoscessimo ed erano senza tastiere. Potrei oggi rivendicare che su quella versione, uscita su CD, mi spetterebbero anche un po' di diritti come autore? Non lo so. Penso che anche qui, sarebbe la SIAE ad avere le risposte. Nel mio caso, sia economicamente che eticamente, la cosa non avrebbe senso.
Ancora: metti che hai scambiato delle email con un tuo amico, nelle quali gli hai fatto leggere i testi delle tue canzoni; lui ti ha dato dei consigli e tu li hai accettati. Potrebbe lui impugnare le email e pretendere di finire tra gli autori dopo la pubblicazione? A occhio, mi verrebbe da pensare di sì.
Se il producer non compone niente, semplicemente registra la tua voce e ti fa un buon mix e mastering, sicuramente non può pretendere niente.
  • WTF_Bach
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30-09-23 14.02

Se le cose non sono cambiate da quando ero giovane, ad essere protette sono solo a melodia e le parole.

Ovvero se prendo un tuo brano e sostituisco solo la melodia - lasciando tutto il resto identico - posso farlo senza problemi.
  • alefunk

30-09-23 14.23

@ WTF_Bach
Se le cose non sono cambiate da quando ero giovane, ad essere protette sono solo a melodia e le parole.

Ovvero se prendo un tuo brano e sostituisco solo la melodia - lasciando tutto il resto identico - posso farlo senza problemi.
Ma sei sicuro?
  • WTF_Bach
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30-09-23 14.29

@ alefunk
Ma sei sicuro?
Ragionevolmente sicuro. Se ci pensi bene, nessuno può accampare diritti sul basso albertino o sulla cadenza perfetta di do maggiore.

Aggiungo una chicca per amanti del barocco: ma l’accompagnamento dell’ave Maria non è forse il preludio in C maggiore del clavicembalo ben temperato?
  • d_phatt
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30-09-23 14.41

WTF_Bach ha scritto:
Aggiungo una chicca per amanti del barocco: ma l’accompagnamento dell’ave Maria non è forse il preludio in C maggiore del clavicembalo ben temperato?

Ricordo che quando andavo al liceo litigai pesantemente con una insegnante di religione (ebbene sì...) che sosteneva che l'Ave Maria di Gounod l'avesse composto interamente Gounod, compreso l'accompagnamento strumentale.

Per quanto le spiegassi che non era così, e che quell'accompagnamento era preso pari pari dal primo preludio del primo volume del CBT di J.S. Bach, non voleva saperne, e insisteva.

Indovinate chi dei due trascorse il restante tempo della "lezione" fuori dalla porta.
  • Dallaluna69
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30-09-23 14.45

WTF_Bach ha scritto:
Se le cose non sono cambiate da quando ero giovane, ad essere protette sono solo a melodia e le parole

Per quanto riguarda la SIAE è ancora così.
  • alefunk

30-09-23 14.47

@ WTF_Bach
Ragionevolmente sicuro. Se ci pensi bene, nessuno può accampare diritti sul basso albertino o sulla cadenza perfetta di do maggiore.

Aggiungo una chicca per amanti del barocco: ma l’accompagnamento dell’ave Maria non è forse il preludio in C maggiore del clavicembalo ben temperato?
ok, ma il testo non lo puoi copiare per intero, credo
  • vin_roma
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30-09-23 14.50

@damar21

.......troppe pippe mentali, troppi dubbi inutili.

Il provino è fondamentale per la musica attuale ma se tu hai citato Cremonini a cui un po' ti rifai... basta chitarra e voce per farsi "sentire" perché in questo caso non è la forma ma il contenuto e come lo si espone.

Palco spoglio, buio, spot sul personaggio con la chitarra. Se questo è Cremonini basta un'accordo, una frase cantata e già ha vinto.
Serve la qualità del contenuto, la qualità dell'esposizione e l'eloquenza vocale e d'immagine di chi si esibisce.

Sono doti.
Una prima esecuzione di una sconosciuta "piazza grande" cantata da un personaggio come Dalla avrà un impatto positivo, cantata da un altro, seppur bravo, rischia di passare inosservata.
Il successo nasce da un'alchimia che non si può programmare. Se hai molti soldi e conoscenze ti puoi imporre come la Lamborghini ma ...se non hai stoffa finisci dopo una stagione, se hai pochi soldi e fai gavetta nei teatri, come apertura dei concerti di personaggi più grossi e senti prepotente la voglia di dire qualcosa di qualità a tutti i costi, perseveri perseveri e qualcosa accade, qualcuno che investe su di te alla fine può essere che lo trovi.
Ma può accadere anche che possa non essere tu, l'autore, a portare al successo i lavori ma qualcun altro che, in presenza di belle canzoni, aggiunge il plus di una voce magari più adatta insieme all'immagine. Ma già questo è un modo antico di fare musica, molto spesso oggi i personaggi sono gli stessi che pensano e scrivono e se c'è una produzione dietro questa interviene dopo, quando è sicura del risultato.

Secondo me pensi troppo e credi che programmando si riesce in qualcosa.
No, non è il progetto di un turbofan d'aereo o di un palazzo, devi andare in giro e proporti, crearti le occasioni, farti sentire e capire che risposta provochi nel pubblico, aggiustando sempre più il tiro. Registrarsi serve più per riscoltarsi e presentarsi.

Poi, invece, se si parla di musica rap, trap, autotunizzata, monocorde con testi tribali... li vale il sound e il personaggio e il fenomeno funziona sui social e da li partono gli eventi.
  • alefunk

30-09-23 15.00

@ vin_roma
@damar21

.......troppe pippe mentali, troppi dubbi inutili.

Il provino è fondamentale per la musica attuale ma se tu hai citato Cremonini a cui un po' ti rifai... basta chitarra e voce per farsi "sentire" perché in questo caso non è la forma ma il contenuto e come lo si espone.

Palco spoglio, buio, spot sul personaggio con la chitarra. Se questo è Cremonini basta un'accordo, una frase cantata e già ha vinto.
Serve la qualità del contenuto, la qualità dell'esposizione e l'eloquenza vocale e d'immagine di chi si esibisce.

Sono doti.
Una prima esecuzione di una sconosciuta "piazza grande" cantata da un personaggio come Dalla avrà un impatto positivo, cantata da un altro, seppur bravo, rischia di passare inosservata.
Il successo nasce da un'alchimia che non si può programmare. Se hai molti soldi e conoscenze ti puoi imporre come la Lamborghini ma ...se non hai stoffa finisci dopo una stagione, se hai pochi soldi e fai gavetta nei teatri, come apertura dei concerti di personaggi più grossi e senti prepotente la voglia di dire qualcosa di qualità a tutti i costi, perseveri perseveri e qualcosa accade, qualcuno che investe su di te alla fine può essere che lo trovi.
Ma può accadere anche che possa non essere tu, l'autore, a portare al successo i lavori ma qualcun altro che, in presenza di belle canzoni, aggiunge il plus di una voce magari più adatta insieme all'immagine. Ma già questo è un modo antico di fare musica, molto spesso oggi i personaggi sono gli stessi che pensano e scrivono e se c'è una produzione dietro questa interviene dopo, quando è sicura del risultato.

Secondo me pensi troppo e credi che programmando si riesce in qualcosa.
No, non è il progetto di un turbofan d'aereo o di un palazzo, devi andare in giro e proporti, crearti le occasioni, farti sentire e capire che risposta provochi nel pubblico, aggiustando sempre più il tiro. Registrarsi serve più per riscoltarsi e presentarsi.

Poi, invece, se si parla di musica rap, trap, autotunizzata, monocorde con testi tribali... li vale il sound e il personaggio e il fenomeno funziona sui social e da li partono gli eventi.
È sbagliato indirizzare così un artista nel periodo in cui i locali richiedono più che altro le tribute band.

I locali sono gli ultimi che si faranno sentire e solo se hai le conoscenze. Anche perché lui cosa proporrebbe se non un'esibizione chitarra e voce o piano e voce? Quale gestore si affiderebbe quasi alla cieca a una formazione così scarsa? Tentar non nuoce, ma i tempi sono quelli che sono. Cremonini è venuto fuori più di 20 anni fa. Il rap e la trap sono emersi perché il rock era agli sgoccioli.

  • Dallaluna69
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30-09-23 15.13

d_phatt ha scritto:
Indovinate chi dei due trascorse il restante tempo della "lezione" fuori dalla porta.

Mi sento di riuscire a indovinare emoemoemo
  • WTF_Bach
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30-09-23 15.14

Il rap ed il trap non sono emersi perché il rock era agli sgoccioli.

Sono emersi perché qualcuno ha deciso che un popolo nutrito di feci è più facile da governare di un popolo nutrito di bellezza.