07-07-15 16.56
(riprende)
Secondo me il tuo astio nei confronti dei vst risiede tutto una parola che hai citato: ideologia virtualistica.
E in parte mi trovi d'accordo su questa cosa.
Ciò che manca oggi non è il suono.
Il suono lo abbiamo.
Ciò che manca è l'interazione tra strumento e suono.
Vedo di spiegarmi perchè credo di aver capito cosa vuoi intendere (e se sbaglio correggimi).
E' convenzione che quando si suona uno strumento il suono parte da quello strumento, sia insito nello strumento, sia anima vivente di quello strumento.
E questo giustamente come hai detto lo si sente particolarmente nei synth analogici, i quali sono vivi, sono vivi in tutti i sensi.
Il fatto invece che si suona una tastiera in cui il suono viene "aspirato" da un Pc messo lì su un trespolo crea una sorta di impersonalità al gesto che si sta compiendo.
Ovvero può in diversi casi provocare un fastidio, un senso di innaturalità, di qualcosa che sia falso, di qualcosa di pacchiano, di qualcosa che sia fare un danno alla musica.
Dico bene?
Ebbene per esperienza personale posso dirti che questa sensazione l'ho provata anch'io e la provo ogni volta che (a casa) utilizzo il vst Symphobia attaccato al mio NS.
Metto le mani sul NS e sento cose che non fanno parte del NS, mi sembra quasi di infierire sul NS, di violentarlo, di impersonalizzarlo.
Ed in parte è verissimo.
Suonato il quel modo il NS non è più il NS, ha perso tutta la sua personalità, gli ho cancellato la sua vera identità.
Io penso che dietro la tua frase "ideologia virtualistica"si nasconda proprio questo tipo di problema.
Suonare gli vst porta il musicista e dimenticarsi di alcuni vecchi canoni e ad entrare in una dimensione diversa.
una dimensione che vuole appunto che lo strumento non è più "fisico", ma è una qualcosa di virtuale che arriva da chissà dove.
Cioè al posto di vedere il tuo strumento che suona, tu vedi semplicemente una cazzabubbolo grafico sullo schermo di un Pc il quale... suona.
E' un disegno che suona, per dirla in parole povere.
Un disegno su un schermo che suona.
Che roba strana, inesistente, finta, impersonale.
Io sono convinto che la sensazione di disagio che hai verso i vst è tutta dovuta a questo fatto fondamentale.
Manca l'interazione tra te e il TUO strumento.
Ed è un disagio reale, il tuo strumento non è più il tuo strumento, bensì è un qualcosa che non esiste, è là, sul trespolo, racchiuso in un disegnino sullo schermo di un pc.
Probabilmente è esattamente per questo che l'amico Cyrano chiedeva uno strumento "alla in one".
Uno strumento!
Uno strumento in cui tutto ciò che arriva, arriva dallo strumento stesso!
Questa unione di elementi toglierebbe quel senso di disagio e di "virtualità" che invece sarà sempre presente finchè ci sarà un Pc appoggiato su un trespolo.
Ed è una sensazione reale credimi, l'ho provata anch'io, quindi non sto dicendo che sei un pazzo o un antiquato.
Per non so quale motivo anch'io provo soddisfazione a suonare il mio NS e sentire il suono provenire dal NS, e senso di disagio quando suono il NS ma il suono lo "aspiro fuori" da un Pc tamagochi.
Tanti musicisti l'hanno provata questa sensazione.
Alcuni si sono abituati in fretta alla mentalità virtuale.
Altri meno, prediligono restare sul metodo classico.
Io sono a metà e metà.
Nel live uso rigorosamente strumenti classici.
A casa qualche volta il virtuale.
Se ho scritto stupidaggini dimmelo.