Così deve suonare uno stage piano

  • zaphod
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18-01-20 12.09

filigroove ha scritto:
Vedete, voi dite che i vst suonano meglio, ma sareste soddisfatti di un piano digitale che ci mette due o tre minuti ad accendersi?

no di certo, però (sempre tornando al paragone con computer) se accendo il mio macbook ci mette ...20 secondi? Collego master e scheda audio, apro Kontakt (nel mio caso), carico il suono et voilà, passano 30 secondi in tutto, se il mac è in sleep ancora meno... e non è un sistema dedicato solo alla musica (come invece un Kronos, per dire)

filigroove ha scritto:
E Dexibell come me la collocate? Vedo che sui siti anglofoni è parecchio apprezzata e forse, almeno come concetto, è la cosa che più si avvicina alla vostra idea. In tutti i confronti diretti con Nord (che piaccia o meno è il riferimento) il suono mi pare più vicino a un piano vero. Che mi dite?

naaaaa... allora qui vale ancora di più il discorso di Cyrano... nemmeno Dexibell ha un background come costruttore di pianoforti. emo ...e non aggiungo altro che oggi sono bbbbuono emo
  • zerinovic
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18-01-20 12.11

@ Pippo18
Zerinovic,
Bisogna convincere studiologic , che è una delle poche aziende che ha ancora una linea completa di master keyboard e che forse ha meno "conflitto interno", rispetto agli altri marchi, con tastiere con suoni integrati.
Lo ho già detto e mi ripeto il mixFace con scheda audio integrata, hub USB e magari anche midi Din sarebbe una bomba.

P.s.
A me i suoni delle ammiraglie piacciono , ma è vero che sono meno definiti dei vari vst in giro.
In molti apprezzano il Rav versione iPhone / Ipad e di spazio occupa meno di 1Gb , Ivory (in Korg module) 2Gb.
Dubito quindi sia un problema di spazio, e anche di piattaforma CPU. Deixibell se non erro usa una piattaforma cortex ottimizzata da loro, quindi stessa tecnologia di base dei vari telefoni di ultima generazione.
Sembra di più una difficoltà ad abbandonare il passato (vedi rd 88 con 3000 suoni "storici"). D'altronde finché I 3000 suoni storici continuano a "vendere" perché cambiare?

P.p.s.
Roland con i modelli fisici ci ha provato ma pare non essere apprezzato dai più di questo forum... forse siamo anche noi che non ci accontentiamo mai?
Eh si una scheda audio nel mixface sarebbe stato un bel plus...penso non sarebbe male nemmeno il sistema che aveva adottato CME sulle sue master. Volevi il piano compravi il pannellino posteriore con la scheda,volevi la scheda audio(completissima),la compravi e ce la mettevi, tutto incorporato,facilita di montaggio estrema, 4 viti e due connettori.
  • anonimo

18-01-20 12.13

@ emidio
Ma a quel punto infatti non a caso si sveglie un P e non un CP, che sono portatili concepiti per restituire più una sensazione pianistica piuttosto che quella “da palco” (ne discutevamo proprio ieri con il Baffo); perché al pianista classico/jazz non interessano layer o funzioni da master, ma solo il miglior suono e soprattutto la miglior meccanica possibile.
Credo infatti che oggi il miglior strumento portatile digitale per pianisti sua proprio il P515.
Del P515 ne parlavamo ieri col Baffo.

Probabilmente la migliore opzione per un pianista jazz.

Sai perché non l’ho considerato?

Dato che, per delle ragioni che non mi par opportuno discutere qui, il mio mezza coda è restato in Francia, stavo considerando l’acquisto di un piano da tenere sostanzialmente in casa ma che soddisfi le seguenti caratteristiche:

1) audio over usb per poter fare qualche piccola produzione casalinga.

2) potenzialmente portatile se devo fare qualche serata.

3) con dei buoni Rhodes se voglio addentrarmi in qualcosa non rigorosamente bebop

4) bello da vedersi, mi ripugna tenere un plasticone senza stile in salotto.
  • Ulell
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18-01-20 12.47

@ zaphod
non ci avevo pensato... è sicuramente un motivo più sensato di quello che avevo scritto io!
Però lho scritto pure io, mi ignorate sempre...ora piango.
Scherzo ovviamente Ahahah
  • vin_roma
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18-01-20 12.54

State comunque ascoltando su YouTube un pianoforte registrato...

Tempo fa mi trovavo da un amico che ripara strumenti ed aveva in laboratorio un Hammond L100P con Leslie, non un modello non eccelso quindi, un organo piccolo con molti limiti. Provammo a compararlo col VB3 ascoltandolo su monitor da studio. Dignitoso il VB3, accattivante... poi metto le mani sull'Hammond ed ho avuto quella sensazione di dominio sul suono, suono ciccione, prorompente, largo, dettagliato, vivo che quando premevo un tasto sembrava sgorgasse da sotto le dita ...l'interazione magica con uno strumento vero che ti porta anche a suonare meglio perché risponde alle richieste e te ne fa nascere di nuove.

Sono convinto di una cosa:
se mettessimo a confronto fisico questo VST, anche col miglior ascolto possibile con un digitale Yamaha medio, a mobile, tipo CLP, sentiremo da una parte un VST che offre una bella registrazione di un pianoforte in perfette condizioni e dall'altra uno Yamaha, forse meno bello, ma vivo e che si fa suonare.
Musicalmente parlando probabilmente sceglieremo il secondo perché vogliamo dominare uno strumento, non ascoltarlo.
Un VST nasce per essere ascoltato in registrazione, uno strumento, con tasti, generazione, cassa armonica, è fatto per suonare.
Non ho mai suonato il VST in questione ma di solito quello che rimprovero a questo tipo di strumenti virtuali è la poca ampiezza dinamica.
In questo caso stiamo ascoltando begli accordoni, molto pianistici. Il VST è ambientato, quindi un suono registrato, non una realtà nel posto naturale del video e già questo, per me, sbilancia l'approccio musicale. Sicuramente, all'ascolto su YouTube, uno Steinway gran coda suonato in diretta per paragone con questo VST risulterebbe peggio... all'ascolto... e penso che anche riuscendo a mettere un VST del genere in un surrogato di pianoforte avremmo la stessa sensazione: uno un piano da ascoltare, l'altro da suonare ...e stiamo sempre parlando di adattamento.

Questo è uno dei pianoforti surrogati che mi piace di più tra gli stage anche se la mancanza di un'amplificazione proprietaria e relativa cassa armonica ne pregiudica il godimento finale ...ma è venduto appunto come stage.
  • Steruny
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18-01-20 13.11

@ vin_roma
State comunque ascoltando su YouTube un pianoforte registrato...

Tempo fa mi trovavo da un amico che ripara strumenti ed aveva in laboratorio un Hammond L100P con Leslie, non un modello non eccelso quindi, un organo piccolo con molti limiti. Provammo a compararlo col VB3 ascoltandolo su monitor da studio. Dignitoso il VB3, accattivante... poi metto le mani sull'Hammond ed ho avuto quella sensazione di dominio sul suono, suono ciccione, prorompente, largo, dettagliato, vivo che quando premevo un tasto sembrava sgorgasse da sotto le dita ...l'interazione magica con uno strumento vero che ti porta anche a suonare meglio perché risponde alle richieste e te ne fa nascere di nuove.

Sono convinto di una cosa:
se mettessimo a confronto fisico questo VST, anche col miglior ascolto possibile con un digitale Yamaha medio, a mobile, tipo CLP, sentiremo da una parte un VST che offre una bella registrazione di un pianoforte in perfette condizioni e dall'altra uno Yamaha, forse meno bello, ma vivo e che si fa suonare.
Musicalmente parlando probabilmente sceglieremo il secondo perché vogliamo dominare uno strumento, non ascoltarlo.
Un VST nasce per essere ascoltato in registrazione, uno strumento, con tasti, generazione, cassa armonica, è fatto per suonare.
Non ho mai suonato il VST in questione ma di solito quello che rimprovero a questo tipo di strumenti virtuali è la poca ampiezza dinamica.
In questo caso stiamo ascoltando begli accordoni, molto pianistici. Il VST è ambientato, quindi un suono registrato, non una realtà nel posto naturale del video e già questo, per me, sbilancia l'approccio musicale. Sicuramente, all'ascolto su YouTube, uno Steinway gran coda suonato in diretta per paragone con questo VST risulterebbe peggio... all'ascolto... e penso che anche riuscendo a mettere un VST del genere in un surrogato di pianoforte avremmo la stessa sensazione: uno un piano da ascoltare, l'altro da suonare ...e stiamo sempre parlando di adattamento.

Questo è uno dei pianoforti surrogati che mi piace di più tra gli stage anche se la mancanza di un'amplificazione proprietaria e relativa cassa armonica ne pregiudica il godimento finale ...ma è venduto appunto come stage.
Non c’è neanche paragone....
  • maxpiano69
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18-01-20 13.14

@ zaphod
il suono di quel vst è spettacolare. (a proposito: che master sta usando??)

Perchè non mettono suoni come questo nei piani odierni?
Questa è una bella domanda. La prima risposta che mi viene è: perchè non tutti sono pianisti. Pianisti nel vero senso della parola. Se tutti quelli che usano un suono di pianoforte suonassero costantemente un acustico, saprebbero cosa devono aspettarsi da un digitale, sia come suono, sia come risposta al tasto, sia come tasto stesso.
Se avessero una tecnica pianistica solida, non si lamenterebbero che un suono "non buca". Lo farebbero bucare con le loro mani. Che interesse ho, io produttore di piani vetrosi, a mettere un piano ultrarealistico quando la maggior parte degli utilizzatori non saprebbe padroneggiarlo? Mettiamo un'auto a trazione posteriore, senza esp. La quintessenza della guida. Ma quanti saprebbero padroneggiarla? Solo buoni piloti. Tanti ci si schianterebbero, e darebbero la colpa all'auto, ma mai a loro stessi.
Questo discorso, che comprendo essere cattivello ma che ritengo obiettivo, vale anche per altri suoni tastieristici: Rhodes? Wurlitzer? Hammond? Chi ne ha suonato uno vero sa cosa aspettarsi (e conosce le lacune degli emulatori). Ma chi lo sente dai dischi vuole il suono che sente nei dischi. Senza sapere però che il suono che sente nei dischi viene anche da meccanismi che l'emulatore... non emula. Sfumature, rispetto al suono in sè. Ma con le sfumature ci hanno fatto dei quadri... ecco, il suono originale è un quadro impressionista, mentre gli emulatori li paragono allo stesso quadro fatto con i soli pennarelli dei colori fondamentali, possibilmente calcando molto emo
La master è una Lachnit FLK Keyboard
  • benjomy
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18-01-20 13.19

@ emidio
Ma io infatti non parlavo di soldi, ma di opportunità; le Case (imho) pensano che un pianista vero, che suona classica o jazz (che oggi è praticamente la stessa cosa emo) pretenda un piano vero. Chi invece sta su un palco e accetta comunque che il suono debba stare all’interno di un determinato mix, e che venga comunque processato da un impianto, sa già che alcune sfumature essenziali del “legno” in quegli altri contesti non lo sono più perché, semplicemente, andrebbero perse. Quindi ciò che cercano di offrire sempre più le Case su uno stage, è più che altro l’efficacia (all’interno del mix) e la suonabilità (interazione) in suono comunque credibile.
Da un lato hai ragione ma anche un pianoforte vero e blasonato spesso deve essere microfono nato è amplificato quindi il problema non si sposta di molto cioè che alla base ci deve essere un suono un campione molto valido
  • emidio
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18-01-20 13.42

@ vin_roma
State comunque ascoltando su YouTube un pianoforte registrato...

Tempo fa mi trovavo da un amico che ripara strumenti ed aveva in laboratorio un Hammond L100P con Leslie, non un modello non eccelso quindi, un organo piccolo con molti limiti. Provammo a compararlo col VB3 ascoltandolo su monitor da studio. Dignitoso il VB3, accattivante... poi metto le mani sull'Hammond ed ho avuto quella sensazione di dominio sul suono, suono ciccione, prorompente, largo, dettagliato, vivo che quando premevo un tasto sembrava sgorgasse da sotto le dita ...l'interazione magica con uno strumento vero che ti porta anche a suonare meglio perché risponde alle richieste e te ne fa nascere di nuove.

Sono convinto di una cosa:
se mettessimo a confronto fisico questo VST, anche col miglior ascolto possibile con un digitale Yamaha medio, a mobile, tipo CLP, sentiremo da una parte un VST che offre una bella registrazione di un pianoforte in perfette condizioni e dall'altra uno Yamaha, forse meno bello, ma vivo e che si fa suonare.
Musicalmente parlando probabilmente sceglieremo il secondo perché vogliamo dominare uno strumento, non ascoltarlo.
Un VST nasce per essere ascoltato in registrazione, uno strumento, con tasti, generazione, cassa armonica, è fatto per suonare.
Non ho mai suonato il VST in questione ma di solito quello che rimprovero a questo tipo di strumenti virtuali è la poca ampiezza dinamica.
In questo caso stiamo ascoltando begli accordoni, molto pianistici. Il VST è ambientato, quindi un suono registrato, non una realtà nel posto naturale del video e già questo, per me, sbilancia l'approccio musicale. Sicuramente, all'ascolto su YouTube, uno Steinway gran coda suonato in diretta per paragone con questo VST risulterebbe peggio... all'ascolto... e penso che anche riuscendo a mettere un VST del genere in un surrogato di pianoforte avremmo la stessa sensazione: uno un piano da ascoltare, l'altro da suonare ...e stiamo sempre parlando di adattamento.

Questo è uno dei pianoforti surrogati che mi piace di più tra gli stage anche se la mancanza di un'amplificazione proprietaria e relativa cassa armonica ne pregiudica il godimento finale ...ma è venduto appunto come stage.
emo
  • anonimo

18-01-20 13.46

state mischiando le cose, qui non si discute se sia meglio un piano vero o un vst, si sta solo chiedendo ai costruttori di mettere un suono principale di piano negli stage che sia a livello dei vst
  • giosanta
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18-01-20 13.46

emidio ha scritto:
...Credo infatti che oggi il miglior strumento portatile digitale per pianisti sua proprio il P515.

Lo ha preso un mio caro amico ed in effetti è molto bello, completo. Personalmente gli preferire il CP 88 (per come costa ora) solo per l'aggiornabilitá.
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18-01-20 14.03

Cmq 720 euro per un vst non sono pochi
  • anonimo

18-01-20 14.22

@ anonimo
state mischiando le cose, qui non si discute se sia meglio un piano vero o un vst, si sta solo chiedendo ai costruttori di mettere un suono principale di piano negli stage che sia a livello dei vst
Esattamente.

Quello che forse Vincenzo intendeva è che un piano digitale con mobile tipo CLP o simili riesce ad essere più suona Ile di un VST.

Forse è il modo in cui tutto il legno del mobile va in risonanza, forse le vibrazioni, forse la sensazione di solidità.

Però mi verrebbe da rilanciare: immaginiamoci un Calvino a con un campione simil-VSL o Ravenscroft...
  • giosanta
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18-01-20 14.35

Cyrano ha scritto:
Forse è il modo in cui tutto il legno del mobile va in risonanza, forse le vibrazioni, forse la sensazione di solidità.

Senza forse.
Dopodiché la questione posta da Baffo resta comunque nella sua interezza.
  • mike71
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18-01-20 15.20

I motivi per cui non viene messo un motore di sintesi potente in un pianoforte digitale od in un expander sono molteplici.
Esiste una ragione di mercato certamente, se il mercato e` piccolo non conviene andare a spendere in ricerca e sviluppo.
Se Kawai non fa un nuovo K5000 e casio non fa un nuovo VZ-1 e` perche` probabilmente le vendite sarebbero minuscole per macchine che sarebbero anche relativamente costose.
Il secondo motivo e` che l'evoluzione hardware e software dei personal computer e` molto piu` rapida che quella degli strumenti. Il mio K5000 del 1996 e` perfettamente usabile, il problema e` paradossalmente trovare dei floppy per salvare le patch, floppy che sono esattamente quelli usati nei personal dell'epoca.

Una soluzione certo sarebbe quella di fare un expander con hardware x86 standard, metterci un linux od un freebsd ed avere la possibilita` di caricare dei vst, avere un'interfaccia touch, e preparare il sistema operativo per partire in fretta. Mettere il tutto insieme ad una tastiera e si otterrebbe qualcosa del genere.

Ma poi venderebbe?
  • vin_roma
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18-01-20 15.23

@ anonimo
state mischiando le cose, qui non si discute se sia meglio un piano vero o un vst, si sta solo chiedendo ai costruttori di mettere un suono principale di piano negli stage che sia a livello dei vst
In pratica volevo dire che il vst sembra migliore (ma sempre surrogato è) perché lo stai ascoltando da Youtube, se lo piloti da una master e lo fai uscire dalle casse mettendolo a confronto con un piano digitale dedicato alle mani noterai che il primo sarà un piano da ascoltare, il secondo un piano buono da suonare. Tutti i VST li ho sempre trovati con un limite dinamico.

Poi, anch'io mi chiedo perché non ci siano campionamenti veramente fedeli visto che, passi per quelli di vecchia generazione, oggi la memoria te la tirano dietro. Con la mia esperienza sul campionamento posso azzardare che con soli 4/500 mega e con 4/5 layer si può ottenere un suono di pianoforte naturale e dinamico.
  • monika_A3
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18-01-20 15.57

vin_roma ha scritto:
il vst sembra migliore (ma sempre surrogato è) perché lo stai ascoltando da Youtube, se lo piloti da una master e lo fai uscire dalle casse mettendolo a confronto con un piano digitale dedicato alle mani noterai che il primo sarà un piano da ascoltare, il secondo un piano buono da suonare. Tutti i VST li ho sempre trovati con un limite dinamico.


Anni e anni fa mi è capitato di provare alcuni banchi di piano per Kontakt, tra cui dei blasonati (o almeno così avevo capito) 8Dio. Demo audio sicuramente suggestive per l'epoca, e molto più appariscenti di quelle dei pianoforti ''prodotti'' da Native Instruments (alludo essenzialmente a Grandieur e Maverick...)

Ebbene, sarà colpa mia che non sono Diana Krall (... e nemmeno Lola Astanova emo) ma pur passando diversi quarti d'ora a cambiare le curve della dinamica, del mitico sound 8Dio non se ne sente nemmeno... l'ombra!

Mentre Grandieur e Maverick suonavano abbastanza bene (con tutti i miei grandi limiti esecutivi, anzi: strimpellativi! emo) sin da subito.

  • benjomy
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18-01-20 16.14

@ mike71
I motivi per cui non viene messo un motore di sintesi potente in un pianoforte digitale od in un expander sono molteplici.
Esiste una ragione di mercato certamente, se il mercato e` piccolo non conviene andare a spendere in ricerca e sviluppo.
Se Kawai non fa un nuovo K5000 e casio non fa un nuovo VZ-1 e` perche` probabilmente le vendite sarebbero minuscole per macchine che sarebbero anche relativamente costose.
Il secondo motivo e` che l'evoluzione hardware e software dei personal computer e` molto piu` rapida che quella degli strumenti. Il mio K5000 del 1996 e` perfettamente usabile, il problema e` paradossalmente trovare dei floppy per salvare le patch, floppy che sono esattamente quelli usati nei personal dell'epoca.

Una soluzione certo sarebbe quella di fare un expander con hardware x86 standard, metterci un linux od un freebsd ed avere la possibilita` di caricare dei vst, avere un'interfaccia touch, e preparare il sistema operativo per partire in fretta. Mettere il tutto insieme ad una tastiera e si otterrebbe qualcosa del genere.

Ma poi venderebbe?
Perche incasinare? Prendi un buon vst ( alcuni nascono già con il prprio programma stand alone) jna buona meccanica , una interfaccia tasto vst , qualche Altro suono. Ecco lo stage piano perfetto. Al massimo
Prevedi degli sggiornamenti da scaricare
  • zaphod
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19-01-20 12.35

@ maxpiano69
La master è una Lachnit FLK Keyboard
Grazie Maxemo
Certo che 4000 euro per una master con la meccanica (per quanto rivista) che mi ritrovo in una master Studiologic che costa una frazione... emo
  • vin_roma
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19-01-20 12.53

@ zaphod
Grazie Maxemo
Certo che 4000 euro per una master con la meccanica (per quanto rivista) che mi ritrovo in una master Studiologic che costa una frazione... emo
Beh, non è proprio una Studiologic!